Parlare di Niccolò Fabi è impossibile e possibile alla stessa maniera, è semplice e di estrema difficoltà allo stesso tempo. Niccolò Fabi è passato dal Conventino, in collaborazione con Feltrinelli, e ci ha fatto un bel regalo, come al solito quando transita da Firenze e dintorni. Nel giardino interno del caffè letterario, il cantautore romano ha presentato il suo decimo album d’inediti, portando i ricordi vivi di “Libertà negli occhi” in un angolo delicato della città: dalle 18:00 e fino alle 19:30 inoltrate di domenica 18 maggio, a raccontare l’ultima esperienza musicale come ad amici che non vedeva da tempo. E’ rassicurante trovarsi di fronte ad una persona come Niccolò Fabi, la cui notorietà non è mai ingombrante ed è sorprendente come la sua dimensione, di fronte a 100 persone o davanti ai 50.000 del Circo Massimo, riesca sempre a preservarsi intima e confidenziale. Non a caso, l’ultimo intervento dal pubblico ha rivolto questa domanda che non è propriamente solita: “Ti arriva quanto ti si voglia bene?”. Replica imbarazzata del cantautore: “Si, mi arriva eccome”.
“Libertà negli occhi”. La luce bianca ed incolore della neve in copertina suggerirebbe quasi le atmosfere nichiliste tipiche della new wave fiorentina, tanto per rimanere in zona, in stile Siberia dei Diaframma, ma la capacità di Niccolò Fabi è quella di scaldare, con testi e musica, anche in mezzo alle Alpi. Il pallone super santos in primissimo piano, ricordo d’infanzia ed elemento di gioco, più lontano lo chalet dove l’album è stato in parte creato: dal 13 al 23 gennaio, il ricercato isolamento artistico ha portato Fabi e la sua band in Val di Sole, località Fazzon, nello chalet davanti al lago dei caprioli, sgombrato dal turismo estivo, abitato per dieci giorni anche da Emma Nolde, Roberto Angelini, Alberto Bianco, Cesare Augusto Giorgini, Filippo Cornaglia e Riccardo Parravicini.
Domenica pomeriggio, Fabi, con il suo consueto cappellino marchiato “meno per meno“, ha parlato di quei dieci giorni, del valore del tempo (affrontato anche in “La cura del tempo”), della paura degli orsi banalmente dibattuta sulla chat whatsapp della comitiva, della bellezza delle serate a ripercorrere quanto costruito nel corso della giornata e a “giocare” con esercizi creativi in libertà. Un po’ per cazzeggiare, un po’ per liberarsi, appunto, di pensieri trascorsi e forse persino di qualche peso.
Che Fabi sia un artista per certi versi decontestualizzato rispetto allo scenario musicale dell’oggi è una piccola fortuna di chi la sa cogliere: “Libertà negli occhi” è uscito il 16 maggio, giorno del compleanno del cantautore, e sarà disponibile per un mese soltanto in vinile e cd+book. Nessun “fuori ora“, nessun “play” da pigiare con eccessiva freddezza o distrazione, mentre si fa altro. Niccolò Fabi ha spiegato ai presenti questa scelta, l’intento di promuovere un avvicinamento lento all’opera e di recuperare la bellezza di certi gesti ormai smarriti o eseguiti con il pilota automatico: andare in negozio, toccare il supporto fisico, corredarlo da un piccolo libro di immagini e parole. “Abbiamo voluto trasmettere quanto vissuto nel nostro viaggio in Val di Sole, portando un pò della nostra esperienza in chi leggerà ed ascolterà”.
Dopo meno di un mese, dal 13 giugno, sarà disponibile anche nelle piattaforme streaming ma intanto, in questo periodo sospeso, è come se l’album fosse per “pochi”, per chi l’ha scelto, per chi rifiuta la “riproduzione casuale”. Già rintracciabili, intanto, tre singoli, di cui il primo che ha lanciato l’album da alcune settimane: “Acqua che scorre”. Ascoltatelo.