Avere i riflettori addosso e sapersi comunque muovere al ritmo giusto, senza distrarsi e andando dritti per la propria strada. L‘Affrico deve fare un po’ di slalom, in questa stagione, per non risentire troppo dell’etichetta che in diversi, a inizio anno, gli hanno dato come “favorita del Girone D in Prima”. Sono rimasti coi piedi per terra, i ragazzi di Carovani, che hanno capito che di ammazzacampionati ormai non ce ne sono più. Nè i biancocelesti, nè il Fiesole, partito a spron battuto e poi rallentato, e nemmeno la Settignanese, che ha chiuso il 2021 da prima in classifica ma con un margine ridottissimo sulle inseguitrici. La classifica dice che i rossoneri sono a 22, Affrico e Fiesole 21, Cubino 20, Cerbaia 18. Tutto in pochi punti.
No, di corazzate non si può parlare: “A livello di rosa a inizio anno forse mi sarei sbilanciato anche io sull’Affrico. Ma Settignanese, Fiesole e Cubino rispetto a noi conoscono meglio la categoria. Noi siamo un gruppo che viene da categorie superiori e soprattutto siamo tutti nuovi. Abbiamo avuto alcune difficoltà, per non parlare degli infortuni che ci hanno caratterizzato: Mecocci, Papini, Villagatti, Leggiero hanno saltato diverse partite” dice Matteo Castellani, colonna portante del centrocampo dell’Affrico. Classe ’88, Castellani è uno dei degli esperti della squadra di Carovani: “Però sono arrivato l’anno scorso. All’Affrico c’è una realtà importante, composta soprattutto da tanti amici e giocatori di categorie superiori che hanno ancora voglia di divertirsi”.
Anche tu in effetti hai giocato in categorie superiori.
“Sì, ho trascorso tanti anni a San Donato vincendo Coppa e Campionato indossando anche la fascia da capitano. Poi ho giocato a Figline, Grassina, un salto alla Sestese e infine all’Antella”.
Già, sei passato sia dai rossoverdi che dai cugini biancocelesti…
“A Grassina mi sono sempre trovato bene, e anche per questo sono rimasto legato alla società svolgendo il preparatore atletico degli Juniores. C’era una bella atmosfera in rossoverde. All’Antella sono rimasto solo un anno”.
Un altro che viene da categorie di tutto rispetto è Marco Villagatti. Cosa rappresenta per voi un giocatore come lui?
“Ci sono stato tanto a convincerlo, ci ho sperato tanto. La sua carriera parla per lui: ha un curriculum splendido fra Serie D e C. E poi lavora con la stessa intensità con cui l’ho visto al Grassina negli anni passati: non molla mai e trasmette tutta la sua energia ai più giovani. Voglio dire, è un classe ’83, eppure è quello con più garra di tutti. Ci voleva proprio all’Affrico uno così”.
In quale momento della stagione finirà il traffico in cima alla classifica, secondo te?
“Penso che nel giro di 3-4 giornate si delineeranno equilibri a tre, massimo quattro squadre. Credo e spero che l’Affrico sia fra quelle in cima alla classifica anche più avanti, e immagino che ci siano anche la Settignanese e il Fiesole. L’outsider è il Cerbaia”.
Domenica intanto si torna in campo, in casa del San Godenzo.
“Sarà un’incognita. E’ un campo parecchio difficile, da quello che mi è stato detto. Noi siamo molto tecnici e potremmo avere delle difficoltà contro una squadra che a dispetto dell’ultimo posto in classifica sa sempre come crearti apprensioni, soprattutto quando gioca in casa”.
Quale giocatore ruberesti alle tue concorrenti per la Promozione?
“A me piace Gigli, ma quello più esperto della categoria è Tumminaro, della Settignanese. Con lui si parte quasi sempre con un gol di vantaggio”.
Qual è il punto forte dell’Affrico?
“Il buon mix che si è creato fra giovani e vecchi. Non parlo del valore tecnico, perchè abbiamo visto che in diverse giocano bene a calcio”.
E l’aspetto su cui dovete lavorare maggiormente?
“Dobbiamo calarci meglio nella categoria. Siamo in Prima, non in Eccellenza. Qua si deve fare la guerra ogni domenica, dobbiamo rendercene conto”.
Qual è la gara che secondo te spiega meglio il manifesto di calcio dell’Affrico, fra quelle giocate finora?
“La vittoria in casa col Cerbaia. Una gara pazza, con ritmi da categoria superiore, contro una squadra che merita posizioni alte di classifica. E l’abbiamo vinta noi: tanto meglio”.