Taglio del nastro per altre due sale riallestite al Museo Nazionale del Bargello, che dopo la Sala degli Avori, la Cappella della Maddalena, la Sagrestia, la Sala della Scultura Medioevale, la Sala Barocca e il Medagliere vede concludersi anche il riallestimento della Sala delle Maioliche e della Sala Islamica. Le due sale, chiuse al pubblico a partire da settembre 2023 per consentire il montaggio delle vetrine e una nuova, moderna, disposizione delle opere, riaprono al pubblico a partire da domani, sabato 8 giugno 2024.
Il progetto di riallestimento della Sala Islamica e della Sala delle Maioliche, collocate al primo piano del Museo, è stato curato dallo studio di architettura Guicciardini & Magni, e ha visto un ripensamento del percorso espositivo, migliorando anche le modalità di conservazione e valorizzazione delle opere grazie all’ausilio di speciali vetrine dotate di cristalli antiriflesso e controllo del microclima. I lavori nelle due sale sono stati finanziati grazie al Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” del Ministero della Cultura per un totale di 2.200.000 €. La procedura di gara per l’appalto dei lavori, gestita da Invitalia, è stata vinta dal raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) composto da Goppion SpA con la ditta Masi.
“La sala islamica del Bargello, che non espone tutti i materiali afferenti a tale civiltà, è stata costituita più di quaranta anni fa, ed è per qualità delle opere la più importante in Italia – spiega il curatore Giovanni Curatola -. Il nuovo allestimento, nel solco di una tradizione ormai consolidata, garantisce una maggiore visibilità degli oggetti. Si sono riviste e in molti casi confermate le attribuzioni e valorizzate le acquisizioni recenti come i due rari tappeti mamelucchi gemelli (XVI secolo), acquistati dallo Stato e destinati a questo grande museo. I materiali sono stati raggruppati per provenienza storica (come, per esempio, quelli di ascendenza medicea e granducale) e anche per tipologia in modo da fornire al visitatore un quadro quanto più possibile omogeneo. Per la sezione tessile, preziosa, assai ricca e ingombrante, sono state previste periodiche rotazioni dei reperti”.
“L’importante raccolta ceramica del Bargello – spiega Marino Marini, curatore della Sala delle Maioliche – una delle più notevoli fra quelle conservate in Italia, ha finalmente ottenuto una degna visibilità nella nuova sala delle maioliche. L’attuale allestimento, ispirato a criteri espositivi aggiornati e voluto dall’ex-direttrice Paola D’Agostino, adesso permette di ammirare appieno le oltre 400 opere ceramiche esposte nella sala, una selezione dei circa mille esemplari conservati nel museo. In particolare, i grandi piatti istoriati già di proprietà dei Medici, giunti al Bargello nel 1865, sono adesso inseriti in vetrine al centro della sala e collocati su pannelli trasparenti che ne rendono visibili sia il fronte che il verso. A completare la valorizzazione della raccolta è giunto anche il nuovo catalogo delle maioliche e delle ceramiche, pubblicato in doppia edizione italiana e inglese da Allemandi e finanziato dai Friends of the Bargello, dove sono illustrate e descritte tutte le opere facenti parte della collezione ceramica del Bargello”.
Alla conferenza stampa di presentazione del riallestimento delle due sale, che si è svolta venerdì 7 giugno al Museo Nazionale del Bargello, erano presenti, insieme al Direttore Generale Massimo Osanna, all’architetto Piero Guicciardini e ai due curatori Giovanni Curatola e Marino Marini, anche Ilaria Ciseri, responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello e Costantino Ceccanti, funzionario architetto dei Musei del Bargello e RUP del progetto.
In concomitanza con l’apertura al pubblico della Sala delle Maioliche e della Sala Islamica viene aperta al pubblico la sala mostre al piano terra all’interno della quale è stata collocata una selezione delle 13 opere più rappresentative del Salone di Donatello, con un percorso a cura di Ilaria Ciseri, responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello, concentrato sulla produzione dello scultore e di alcuni suoi contemporanei, che consentirà ai visitatori di fruire dei grandi capolavori della scultura rinascimentale durante il periodo di chiusura al pubblico del celebre Salone monumentale per lavori di restauro e riallestimento (dal 5 giugno alla fine di ottobre).
Al centro della sala mostre sono tre capolavori d’eccezione della scultura fiorentina: il celeberrimo David di Donatello, prima statua in bronzo raffigurante un nudo, a grandezza naturale e a tutto tondo, realizzata dopo l’antichità. Altro bronzo donatelliano di fama mondiale è l’Amore-Attis, divinità pagana dell’antica Frigia, che rimanda al tema classico dei putti e degli spiritelli, uno dei soggetti iconografici più amati dall’artista, esposto insieme al David bronzeo di Andrea del Verrocchio. Alle pareti prendono posto tre rilievi di Luca della Robbia, altro padre fondatore del Rinascimento e inventore della terracotta invetriata, le due formelle in bronzo dorato eseguite da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti nel 1401, come prove presentate al concorso per la seconda porta del Battistero, accanto ai due altorilievi in terracotta dipinta, realizzati da Dello Delli e da Michele da Firenze nel terzo decennio del Quattrocento. E infine ancora due opere di Donatello, il bassorilievo con la Crocifissione e la Madonna di via Pietrapiana, cui segue a chiudere il gruppo uno dei migliori allievi di Donatello, Desiderio da Settignano, con la sua Madonna Panciatichi.