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IL SALUTO DI VANNI BURZAGLI: “A GRASSINA LASCIO UN PEZZO DI CUORE. HO DECISO DOVE GIOCARE L’ANNO PROSSIMO”

Come un artista esperto che arriva alla sua ultima esibizione, Vanni Burzagli balla il suo ultimo bolero: lento, romantico, passionale, ricordando i suoi due anni con la maglia del Grassina. Il portierone classe ’90 affida alle colonne di Dai Colli Fiorentini il suo saluto ai colori rossoverdi, rammentando i classici aneddoti che fanno parte delle storie d’amore più belle, e che le colorano di quella sana nostalgia che unisce sport e sentimento: “Due stagioni che mi resteranno dentro per sempre: abbiamo vinto, abbiamo riportato la passione in un ambiente che aveva bisogno di tornare a giocare categorie importanti, abbiamo formato un gruppo meraviglioso. E pensare che il mio arrivo a Grassina è stato quasi fortuito…”

Raccontaci un po’ come andò, Vanni.

“Si trattò di un incontro fortuito, totalmente casuale, in un bar in via Marconi. Mi imbattei in mister Innocenti ed il suo collaboratore Pierguidi: loro mi conoscevano già, e approfittarono della circostanza per chiedermi un contatto, dal momento che cercavano un portiere. Nel giro di due settimane si concluse l’accordo”.

Ne è valsa la pena, verrebbe da dire. E non era scontato, considerando che hai pure un passato con la maglia dell’Antella…

“In effetti non so quanti ex antellini possano dire di aver ricevuto un affetto del genere sulla sponda rossoverde. Avevo vinto un campionato di Prima Categoria con l’Antella qualche anno prima, e vincendo a Grassina in qualche modo mi sono ripulito la coscienza (ride, ndr). Ho trovato un ambiente caldissimo, passionale a tutti i livelli; dal magazziniere Morando ai direttori, fino al presidente Paolo Casini e ovviamente al patron Zepponi. Mi ha sorpreso in positivo anche il lavoro meticoloso dello staff tecnico: a Grassina si lavora da professionisti per davvero, e infatti i risultati sono arrivati subito”.

Al primo anno, nel 2018-19, vinci il campionato da protagonista e conquisti la Serie D.

“Una stagione pazzesca. Una lotta estenuante fino all’ultimo contro l’ottima resistenza del Poggibonsi, ma avevamo una marcia in più e lo si vide nello scontro diretto giocato in casa loro. Quando è arrivata la matematica promozione, quel pomeriggio sul campo della Lastrigiana (0-1, rete di Bruni, ndr) è esplosa la festa che poi si è prolungata tutta la sera in piazza di Grassina. Con quel campionato abbiamo lanciato un segnale: a Grassina è iniziato un nuovo corso, giovane e più vincente che mai”.

E da lì il ritorno in Serie D, dove il Grassina è diventato un caso nazionale: da neopromossa arriva terza in classifica, a poche lunghezze dalla coppia Grosseto-Monterosi. Un sogno interrotto solo dalla pandemia.

“Resta il rammarico perchè non sapremo mai come sarebbe andata a finire. Con otto giornate da disputare era ancora tutto possibile, considerando che noi dalla nostra avevamo l’onda lunga dell’entusiasmo per una stagione disputata a livelli inaspettati: eravamo ripartiti con la stessa rosa dell’Eccellenza dell’anno precedente con alcuni innesti, eppure siamo stati in grado di esprimere ugualmente il miglior calcio del girone, vincendo due volte contro il Monterosi. E chissà cosa sarebbe accaduto se avessimo potuto giocare quella gara in casa col Grosseto…”

E’ il tuo rimpianto più grande o ce ne sono altri?

“E’ il più grande per quanto riguarda l’esperienza col Grassina. A livello di carriera nel complesso ho l’amarezza di non aver mai potuto assaggiare la Lega Pro, sfiorata nel breve periodo a Lucca”.

E adesso l’avventura in rossoverde termina qua. Dove va a giocare Vanni Burzagli l’anno prossimo?

“Ho accettato l’offerta del Terranuova, in Eccellenza. Mi ha convinto la loro ambizione e il loro progetto, vogliono costruire una rosa importante per puntare alla Serie D: non sarà facile, considerando anche il nuovo formato del campionato (probabile girone con sole 12 squadre, ndr), ma credo che sia la scelta giusta per aggiungere ulteriore pepe alla mia carriera sportiva. Sarà una realtà che saprà darmi i giusti stimoli: ne ho parlato con alcuni compagni e mi hanno trasmesso ottime sensazioni”. 






La tua eredità in rossoverde verrà raccolta da Jacopo Cecchi, portiere in quota che si è già messo in mostra nell’ultima parte di annata in D.

“Jacopo è un prospetto di sicuro avvenire. Si era già messo in mostra all’inizio della preparazione e ha dimostrato di saper stare benissimo in Serie D: non soffre la pressione, è perfettamente integrato con lo spogliatoio e tra i pali è un felino. Gli auguro davvero il meglio: ci siamo sentiti in questo periodo e mi ha detto che per lui è stato un onore avermi avuto come modello”. 

 

 

 

Siamo in chiusura. Raccontaci qualche aneddoto a ruota libera di questi due anni.

“Mi piace ricordare che in campo mi becchettavo continuamente con Tommaso Degl’Innocenti, ma alla fine è sempre stato il primo che andavo ad abbracciare a fine gara: con lui il rapporto è così, ce ne diciamo di tutti i colori durante la gara, ma poi siamo inseparabili. Ricordo con affetto, tra le tante partite splendide di questa annata in D, la vittoria con la Sangiovannese ad inizio stagione: dovevamo ancora inquadrare bene la categoria, e quel 4-0 roboante ci dette la carica giusta per le successive giornate. Parai anche un rigore sul 2-0 e mi sentii protagonista assoluto. In quella gara, come in tutte le altre disputate in casa, abbiamo festeggiato con il consueto bagno di folla coi tanti tifosi: a loro mando un grande abbraccio. Dovrei salutarli tutti, ma son troppi: mi basta solo far sapere loro che sono stati una spinta psicologica unica, di quelle che si possono trovare solo in un paese innamorato del calcio come Grassina”.

 







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