Alle 8:52 di venerdì 16 Febbraio 2024 il cantiere Esselunga di Via Mariti è crollato, diventando uno dei simboli italiani delle morti bianche e di un’edilizia che specula su subappalti, contratti non adeguati, mancati controlli e insicurezza delle aree di lavoro. Cinque furono i morti, operai di origine straniera e uno, il caposquadra, di nazionalità italiana.
Da allora Via Mariti e il quadrilatero che si sviluppa attorno all’area cantierizzata e rimasta lì, vuota, è divenuta teatro di manifestazioni, scioperi indetti dalle sigle sindacali, apparizioni politiche, cortei, video denuncia contro lo stato del lavoro in Italia. Non è dato sapere, ancora, quale sia il destino del cantiere: pochi giorni dopo il crollo apparve uno striscione appeso dalla cittadinanza che riportava “fateci un parco” o, forse, si riuscirà lo stesso a creare un nuovo polo commerciale come ce ne sono tanti altri anche a pochi passi da Via Mariti, secondo “leggi” consumistiche che monopolizzano le città fino a renderle tutte uguali.
E oggi? Le foto che raggiungono la nostra redazione immortalano quel che resta del cantiere crollato sommerso da metri d’acqua piovana. Dieci, quindici metri di acqua che creano condizioni chiaramente insalubri e ottime per il proliferare di zanzare (data la stagione calda), per la contentezza di lavoratori e residenti limitrofi. Non solo: l’acqua, che è li da giorni e non defluisce, tiene a mollo perenne lo scheletro di cemento della struttura inconclusa, danneggiandolo (e questa non è una buona notizia se poi riprenderanno i lavori).
Un altro disagio creato da un cantiere impattante tirato su nel bel mezzo di un quartiere residenziale.
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