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Soffocati dal cantiere di Via Mariti: reti di ferro arrivano fino all’uscio di casa e “cancellano” attività commerciali

Gli effetti collaterali del cantiere crollato : abitanti e negozianti stretti nella morsa di ferro e cemento, invisibili e danneggiati. Chissà per quanto. 

La ferita aperta che il cantiere di Via Mariti ha lasciato alla nostra città è incalcolabile per estensione e profondità, grande tanto quanto quell’area che avrebbe dovuto ospitare una nuova Esselunga, ennesimo centro commerciale in una zona già abbondantemente nutrita di analoghe strutture. Una ferita insanabile, come solo la morte può creare. Nel crollo del 16 Febbraio scorso, le persone rimaste senza vita, schiacciate dalle macerie mentre erano a lavoro, sono state cinque.

Dissenso, interrogativi, sdegno, apparizioni e presenze importanti, ricordi, garofani bianchi e rose rosse, infine i funerali delle vittime: una sequenza rapida ma non certo indolore di quanto avvenuto nei giorni successivi il disastro. Sulle recinzioni esterne dell’area incriminata, poi, sono apparsi dei cartelli bianchi conservati in contenitori trasparenti: “Area sottoposta a sequestro”.

Dentro, lo scheletro di cemento di una struttura che forse non avrà futuro (i residenti chiedono la realizzazione del “parco 16 Febbraio”). Fuori, un quartiere che subisce i disagi del cantiere, anche se immobile: chiedete, per esempio, ai residenti delle palazzine che si affacciano sulla struttura crollata, costretti a vivere con la “spada di Damocle” di due gru girate verso di loro, in sorvolo perenne sui loro tetti.

Chiedete, altrimenti, alle attività commerciali della zona ed in particolar modo di Via Giovanni Da Empoli, strada affacciata sul cantiere divenuta nota alla cronaca per la fake news dello scuolabus pieno di bambini. Il mezzo giallo effettivamente c’era ma senza nessuna persona a bordo. Dal giorno del crollo, via Giovanni da Empoli è stata chiusa al traffico, prima interdetta e, infine, completamente recintata, diventando pressoché inaccessibile. Vedere per credere. Le transenne rimuovibili posizionate successivamente al 16 Febbraio sono state sostituite, pochi giorni fa, con new jersey di cemento sopra ai quali è stata montata una rete di ferro insormontabile.

Così, a inizio di questa settimana, negozi come Hairtist e  AVS Tecnologie e Impianti si sono riscoperti invisibili. Non solo il danno di non poter arrivare in auto davanti alle botteghe ma anche la beffa di venire completamente oscurati da una recinzione che copre fin dove arrivano le insegne. Loro, i negozianti di questa via sfortunata, sono tra i più evidenti effetti collaterali dell’ultima tragedia fiorentina e italiana: l’attività più danneggiata, sicuramente, è AVS Tecnologie e Impianti, dal 2011 al n.21 e 23 di via Giovanni da Empoli e dalle cui telecamere di sicurezza è stata ripresa la scena del crollo che Dai Colli Fiorentini ha pubblicato in esclusiva, prima di girare tv e web (clicca qui).

Sembra una considerazione banale ma non lo è affatto. Una ditta con 7-8 dipendenti, improvvisamente, si è vista stretta e sfiancata nella morsa di un cantiere fermo, con un muro sull’uscio che serve, a detta degli operai interrogati dalla stessa azienda, a mettere in sicurezza l’area e ad evitare che il fabbricato in costruzione dell’Esselunga (pericolante) finisca su auto o, peggio, persone. Intanto però, un’intera via con case e inquilini, negozi e commercianti è soffocata. 

Così AVS Tecnologie e Impianti è alle prese con una serie di problemi che si ripercuotono economicamente e moralmente sull’azienda: ha perso e perderà clienti che non si recano più in negozio, per mancanza di parcheggio e visibilità; è costretta a caricare e scaricare i propri mezzi a decine di metri di distanza, rallentando le operazioni e potendo eseguire meno interventi giornalieri (la ditta installa sistemi di videosorveglianza, antenne, connessioni internet, citofoni e raggiunge a domicilio l’utenza). Analoghe le problematiche di “Hairtist” che, tuttavia, è più vicino all’incrocio con Via Giovanni dei Marignolli e quantomeno si intravede. Pensiamo, infine, anche ai residenti e all’impossibilità dei mezzi di soccorso di raggiungere il loro civico: un’ambulanza, per esempio, dovrebbe fermarsi nelle vie limitrofe e da lì attivare i soccorsi con ogni criticità logistica che ne consegue, ritardando l’intervento.

Nel frattempo, il sindaco Dario Nardella ha dichiarato che la società incaricata della realizzazione su indicazione di Esselunga riprenderà – a partire dal prossimo lunedì 4 marzo – gli interventi sulle opere pubbliche esterne al cantiere interessato dal crollo. L’obiettivo dichiarato dal Comune di Firenze è quello di completare le lavorazioni e non lasciare una situazione di ulteriore disagio per i cittadini. Si tratta, come riportato nel comunicato stampa, di una serie di opere pubbliche concordate, in particolare la sistemazione lungo via Mariti di: viabilità, marciapiedi, piste ciclabili e alberature. La ditta incaricata – si specifica – non è titolare di alcun subappalto né di alcuna lavorazione connessa con il cantiere per l’edificio commerciale.
Esselunga inoltre si impegna a proseguire la lavorazione anche con la realizzazione del giardino ubicato in via Ponte di Mezzo, del quale si accollerà anche la gestione e la manutenzione.

Temiamo, tuttavia, che quella recinzione che asfissia Via Giovanni da Empoli, in quanto “precauzione” per l’edificio crollato e rimasto pericolante, rimarrà lì per molto tempo.

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