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Fiorentina, la caccia all’allenatore continua: Pioli in pole, ma ci sono due nodi

A poco meno di una settimana dalle dimissioni di Raffaele Palladino c’è ancora molta incertezza sul futuro allenatore della Fiorentina. Il direttore sportivo dei viola Daniele Pradè ha sfruttato questi giorni di festa per tornare nella ‘sua’ Roma e tentare di far quadrare il cerchio attorno alla figura che dovrà prendere una panchina che già si preannuncia bollente, e non solo per l’anticiclone africano che in questo ponte ha fatto schizzare il termometro sopra ai trenta gradi. “Pradè, tutte le strade portano a Roma. Prendine una e vai a f*****o”, recitava questa notte uno striscione senza firma appeso ai cancelli che circondano il Franchi, lato Curva Fiesole.

Il clima di protesta non accenna a diminuire e dunque sarà ancora più importante che la prossima guida tecnica sia affidato a qualcuno di polso, che sappia gestire un ambiente in aperta contestazione. Il nome resta comunque un rebus. Quel che è certo è che il sogno Sarri resterà tale, ormai tornato ufficialmente alla Lazio dopo circa 16 mesi dalla precedente esperienza terminata nel febbraio 2024 con le dimissioni. Dalla lista possiamo depennare anche Marco Baroni, ormai promesso sposo del Torino di Cairo per sostituire Paolo Vanoli. Infine, un nome che con il passare dei giorni si sta sgonfiando sempre più è Daniele De Rossi, obiettivo numero uno del Como se i lariani dovessero veder partire Fabregas in direzione Inter.

E dunque chi rimane? Ad oggi il candidato principale è Stefano Pioli. Il tecnico parmigiano conosce la piazza avendoci prima giocato tra il 1989 e il 1995, e poi allenato tra il 2017 e il 2019. Periodo nel quale si consumò il dramma Davide Astori e che ha reso ancor più simbolico il legame tra Pioli e Firenze. Attualmente all’Al Nassr, Pioli gradirebbe tornare nel capoluogo toscano, anche se al momento i principali nodi da sciogliere sono due. Il primo è legato al suo contratto. Attualmente Pioli percepisce 12 milioni di euro all’anno, che la Fiorentina sarebbe disposta a coprire in parte con un lauto accordo triennale, ma se lasciasse il club arabo prima del 1 luglio ne perderebbe gran parte di essi a causa di vincoli economici e di regolamenti italiani. Il secondo è più di natura tecnica. Come ha raccontato FirenzeViola.it, Pioli avrebbe chiesto la presenza di un suo collaboratore al suo fianco che faccia da ponte tra lui e la società. Una sorta di dirigente che lo affianchi in panchina come lo è Oriali a Napoli con Conte.

Detto di Pioli, altri nomi che restano in corsa sono quelli di Alberto Gilardino e Francesco Farioli, che però non garantirebbero quell’esperienza che al momento sembra l’ingrediente principale richiesto dalla Fiorentina. Difficile, infine, che il club scelga la via di Thiago Motta, con quest’ultimo che potrebbe sostituire Gasperini a Bergamo e che, soprattutto, ha dei trascorsi alla Juventus non particolarmente felici né con Moise Kean, né tantomeno con Nicolò Fagioli.

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