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Fiorentina, al Viola Park è il giorno di Adli: dall’assist di domenica ai valori extracalcistici

Si è fatto conoscere a Firenze davanti ai suoi nuovi tifosi, domenica sera al Franchi, con un cross al bacio che ha permesso a Robin Gosens di pareggiare una partita che sembrava inevitabilmente indirizzata verso la sconfitta. Ma Yacine Adli, oggi presentato al “Wind3 Media Center” del Viola Park, non sembra troppo interessato a parlare di numeri.

“Mi va bene di fare zero gol e zero assist se vinciamo” – ha detto il centrocampista ai media presenti – “Non sono fan delle statistiche: non penso che finire una partita con il 100% dei passaggi riusciti faccia vincere, che è il mio principale obiettivo”.

 

Vittoria come mantra, dunque, per quello che fino a pochi mesi fa era un idolo dei tifosi rossoneri: “Quando sono tornato a Milano i dirigenti mi hanno detto che loro avevano bisogno di vendere e che sarei stato messo sul mercato. Al passato però non penso perché io adesso sono qui per far bene per me e per il mio nuovo club”. E il suo presente si chiama, appunto, Fiorentina: “Qui c’è un progetto ambizioso e voglia di crescere. La squadra è forte e l’allenatore molto bravo. Abbiamo bisogno di tempo perché ci sono tanti giocatori nuovi e dei concetti da assimilare ma il nostro obiettivo dev’essere quello di guardare sempre in alto senza porci limiti: in Italia ci sono tante squadre forti ma noi dobbiamo prenderci il nostro spazio”.

Parole da leader, nonostante il ragazzo abbia appena 24 anni: “Per me viene naturale essere un uomo spogliatoio e cercherò di aiutare come posso, sia dentro che fuori dal campo. Se posso dare qualcosa in più alla squadra lo farò senz’altro”, ha detto Adli riguardo la sua attitudine fuori dal campo. Un’attitudine che lo ha portato ad essere un vero e proprio modello di riferimento all’interno di un mondo che, troppo poco spesso purtroppo, si scorda certi valori.

Adli non è così. In più interviste ha parlato della sua fede islamica e della sorella malata di cancro. Di quanto il padre, per toglierlo dal contesto di una Parigi difficile nella quale è cresciuto gli ha fatto praticare diversi sport oltre al calcio, tra cui judo e nuoto. Di come si diletti nel gioco degli scacchi e a suonare il pianoforte e, soprattutto, il violino. La musica ha fatto parte da sempre della vita di Adli, che però ha anche confessato di stare spesso in silenzio ad ascoltare i propri pensieri. Parole e gesti che ne dimostrano la grande intelligenza e la toccante sensibilità, non a caso nella cittadina in cui è cresciuto, Villejuif, ha fondato l’Associazione Yacine Adli, volta ad aiutare i ragazzi della sua città.

L’altra grande caratteristica è quella di aver saputo instaurare fin da subito, nonostante un minutaggio non particolarmente rilevante, un grande rapporto con i tifosi del Milan, la maggior parte dei quali non hanno reagito molto bene alla notizia dell’addio del francoalgerino. Adesso sarà Firenze a doversi innamorare di lui, ma la sensazione – visto anche l’assist al debutto – è che non servirà troppo tempo.

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