Non si placa l’onda lunghissima di polemiche successive alla vicenda più calda del weekend non solo in Toscana, ma in tutta Italia: il caso dell’allenatore del Subbiano Alessio Guidotti che ha invaso il campo ieri intervenendo su Bourezza del Pontassieve, nel match di Promozione. Il tecnico è stato espulso, gli aretini si sono trincerati nel silenzio stampa che hanno poi rotto con un comunicato apparso oggi dopo pranzo, in cui sostanzialmente dicono di non propendere per l’esonero dell’allenatore (LEGGI QUI).
Ora arriva anche un nuovo comunicato del Pontassieve. Che ieri, per bocca del suo tecnico Guidi, aveva definito “scandaloso” il comportamento di Alessio Guidotti nella circostanza. E che stavolta rilascia una nota firmata dal presidente Sebastiano Giusti. Questo il contenuto.
“In riferimento allo spiacevole e grottesco episodio accaduto nella giornata di ieri durante l’incontro tra Pontassieve e Subbiano nel campionato di Promozione Toscana, quando l’allenatore della squadra avversaria è entrato in campo per interrompere un’azione di gioco, la società ASD Pontassieve desidera comunicare ai propri tesserati, tifosi e sostenitori che, in linea con i valori di sportività e di fair play che fanno parte della propria cultura calcistica, è già stata attivata la procedura di reclamo presso il Giudice Sportivo di competenza”.
“Si tratta di un atto doveroso al fine di verificare la correttezza sportiva della gara e di accertare se tale comportamento sia stato adeguatamente sanzionato o se debba essere meritevole di una maggiore sanzione. Riconoscendo che non si è trattato affatto di un gesto violento, cogliamo occasione per ringraziare i nostri tesserati presenti sul campo proprio per non essersi lasciati trasportare dall’emotività e per non aver ceduto a facili quanto deprecabili reazioni sconsiderate”.
“E’ un episodio che ha colto di sorpresa tutti noi e il Subbiano stesso, la cui dirigenza si è mostrata chiaramente dispiaciuta per l’accaduto, e dalla giustizia sportiva ci aspettiamo una risposta chiara e ferma al fine di stigmatizzare certi comportamenti soprattutto perché non riaccadano a nessun livello. Auspichiamo che la forza e la potenza della comunicazione che ha reso virale il video dell’accaduto non sottoponga a gogna mediatica la persona del mister, ma renda chiaro ed evidente, specie ai più giovani, che si tratta di un gesto sportivo da non compiere mai”.