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Andarsene da uomo giusto: ai nostri giovani raccontiamo di Fabio Sequi

 

Fabio Sequi è deceduto per salvare la vita agli altri. A 36 anni.
Ma l’età è solo un numero vuoto davanti ad un’azione che sprigiona con forza inaudita il valore assoluto di un uomo: rischiare se stesso per fare la cosa giusta. Non la più virale, non la più condivisibile ma la più giusta. Quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo raccontato, letto, commentato fatti drammatici davanti ai quali i presenti, piuttosto di intervenire per evitare il peggio, tiravano fuori lo smartphone e riprendevano la scena per un pugno di like o mezzora di notorietà, in una delle più lampanti distorsioni dei nostri tempi virtuali.

Fabio, invece, si è accorto delle due persone in difficoltà a causa del mare mosso e, tra istinto e coraggio, ha deciso di fare la cosa giusta: provare a salvarli, sapendo che anche 20 secondi di più potevano essere decisivi.

E’ eroico scegliere di fare la cosa giusta? Si, lo è.
Coraggio è una parola che mette insieme i termini “avere” e “cuore”: non è da tutti, anzi da pochi e non significa non pensare alle conseguenze ma mostrare la disposizione ad agire in situazioni di pericolo con temerarietà. Fabio si è buttato (insieme ad un altro ragazzo, un surfista che si è aiutato con la tavola), ha raggiunto le persone in difficoltà e le ha riportate dove potevano controllare i loro corpi di contro al mare agitato; poi, un’onda beffarda l’ha trascinato via, nella corrente, facendogli perdere i sensi. E la vita.

 

Una tragedia che non si può spiegare, né accettare.
Morire nel nostro mare, nel pieno della vita, in una domenica di stacco dal lavoro. Resta – e a quello dobbiamo aggrapparci – il gesto: Fabio è morto da uomo coraggioso, di valori puri e universali. Non possiamo e non dobbiamo scordarci della sua azione: Fabio merita di essere ricordato come un esempio, un modello reale – e non fittizio e volatile – da trasmettere ai giovani ripolesi, fiorentini, livornesi.

Lui non potrà raccontare la sua storia, noi si, per questo rivolgiamo un invito alle Istituzioni di Bagno a Ripoli – essendo il giovane originario e residente ripolese – affinché Fabio sia commemorato ben oltre ad un messaggio di cordoglio. Affinchè Fabio diventi un orgoglio per tutti i suoi concittadini, oggi e nel tempo.

Parliamo di dedicargli straordinariamente un luogo del Comune, una giornata di memoria o, data la sua passione per la pittura evidenziata anche dai suoi amici, di istituire una mostra annuale che porti il suo nome, da svolgere sul nostro territorio, come modo per incentivare l’arte che lo affascinava e “pretesto” per raccontare, alle generazioni future, com’è morto Fabio Sequi. Da uomo giusto, salvando la vita a due persone.






Il messaggio del sindaco Casini: “Tutta la comunità di Bagno a Ripoli si stringe attorno alla famiglia, agli affetti e agli amici di Fabio. Un giovane di soli 36 anni di Bagno a Ripoli, di Grassina, che in un gesto eroico di altruismo, per salvare due persone rimaste intrappolate tra le onde del mare mosso, ha perso la sua vita. Ci stringiamo forte a tutti i suoi cari in un momento così difficile e di enorme tristezza”

Fabio sarà esposto martedì 8 Agosto alle camere mortuarie al Cimitero di Antella mentre il funerale si terrà alle 10:00 di mercoledì mattina, 9 Agosto, alla Chiesa di San Michele di Grassina.

 

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