Nelle parole di Andrea Giachi ci sono orgoglio, consapevolezza e un po’ di sana voglia di rivalsa. A San Clemente è tornato da direttore sportivo dopo aver lasciato il segno come portiere: più che segno, un solco, visti i 22 anni trascorsi nella squadra, dal ’91 al 2013. Poi è tornato per un’ultima stagione, ancora qualche ballo nel 2022-23. Ora, a San Clemente, arriva per una terza volta, nelle vesti di direttore sportivo: “Vengo dal Santa Brigida, dopo la scorsa stagione che ha rappresentato per me la prima esperienza da dirigente”.
E come è andata?
“Mi faceva strano cambiare 9 giocatori in un’estate. Figuriamoci cambiarne 20, come accaduto in queste settimane…”
Cos’è accaduto? Un esodo?
“Sostanzialmente una squadra da rifondare. Sono arrivato qua a San Clemente e la squadra, di fatto, non c’era. Due-tre dei giocatori più rappresentativi hanno rotto con la società e tutti gli altri gli sono incredibilmente andati dietro. Assurdo”.
Di chi parliamo?
“Di Bartolomeo e uno dei Tonielli. Hanno discusso con la società, divergenze di non che tipo, ed è maturato un quadro di cessione. Tutti gli altri si sono allineati. E da qua ho dovuto ricostruire tutto”.
Come ti sei mosso?
“Ho scelto prima di tutto un tecnico motivato, pronto ad affrontare questa avventura come un progetto su cui scommettere ciecamente: è Francesco Mugnai da Dicomano. Con lui sono arrivati Paggetti e Manuel Crescioli”.
E un esercito di altri giocatori, immaginiamo.
“Sì, per forza. Abbiamo portato su Bellatti e Ialleggio dagli Juniores, poi ci siamo dati da fare col mercato tesserando dall’ex Rignanese Chiti, Bugli, Neti e Cardini. Da Galliano è arrivato colui che sarà il nostro capitano, Alessandro Sieni, uno dei più coinvolti nel progetto. E poi Leonardo Monti dal Pelago, Akram e il portiere 2005 Fiaschi dal Pontassieve, Lombardi dalle Caldine, Moracci dal Reggello, l’ex capitano degli Juniores Nazionali del Figline Niccolò Fagioli. Infine i giovani Cape da Rignano e Celoni dall’Antella. A questa base abbiamo aggiunto Landini dal Terranuova”.
La rosa è completa?
“No, mancano ancora due-tre innesti di esperienza per aggiungere peso alla squadra”.
Difficile tracciare un obiettivo di campionato, quando tutti sono nuovi?
“Difficile, sì. Prima di tutto la salvezza, poi vediamo. Io credo che questa sia comunque una squadra interessante sul piano tecnico: potremmo divertirci”.
Rimpianti per come è finito il ciclo a San Clemente?
“Sì, chiaramente. E’ finito senza baci e abbracci, con alcuni giocatori che evidentemente pensavano di contare più della dirigenza. So che sono anche state messe in giro voci di una nostra possibile non ripartenza in estate. Ma la società non ha mai pensato nemmeno per un istante di chiudere i battenti: ci sono valori robusti e sani qua a San Clemente, ci dispiace per i detrattori”.
Quando inizierete la preparazione?
“Il 19 agosto. E contiamo per quel giorno di trovare anche gli ultimi due innesti. Non è stato facile assemblarla con questa velocità, la squadra: quando in giro si sente dire che sono andati via 20 giocatori, subito si mettono in circolazione voci di ridimensionamento. E invece siamo qua, pronti più di prima”.
Quali sono le formazioni più insidiose della Prima, per quanto riguarda le fiorentine?
“So che il Galluzzo si è rinforzato tanto, ma nel fiorentino è più facile creare una squadra: volete mettere il bacino di utenza che hanno loro e quello che abbiamo noi? Mi aspetto molto anche dal Reggello, che forse è la favorita assoluta ma dipende in che girone finirà. E con loro l’Incisa che non ha toccato un meccanismo funzionato molto bene l’anno scorso: proseguirà nel segno della continuità, giustamente. Non trascuro Ambra, che ha speso moltissimo, Bibbiena e Vaggio Piandisco: tutte formazioni che aspetto nella parte sinistra della classifica”.