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Un anno di Grassina- Cecchi: “E’ un nuovo ciclo, ma darà i suoi frutti. E i tifosi…”






Non verrà tramandato ai posteri, il 2021 del Grassina. Inevitabile, visto che i rossoverdi da gennaio a dicembre non hanno visto alterata la loro posizione di classifica: nei bassifondi in Serie D (con la dolorosa retrocessione a giugno) e soprattutto in Eccellenza, vera sorpresa di una stagione che doveva segnare il riscatto del Grassina. E che invece si sta rivelando deludente. Il Grassina è ultimo con 6 punti in dodici partite giocate. Mancano dieci giornate alla fine del campionato e conquistare la salvezza non è impossibile: “Siamo ultimi in classifica, eppure abbiamo sempre perso di misura”. Lo sottolinea Jacopo Cecchi, il portierone dei rossoverdi: “Nessuno ci ha mai messo sotto, se non la Sinalunghese nel primo tempo di sabato. Abbiamo un reparto difensivo che non merita di essere ultimo in classifica. L’organico è cresciuto, questo è un dato oggettivo. Siamo competitivi in tutti i ruoli e abbiamo visto crescere le nostre prestazioni nelle ultime settimane”.

Jacopo, nel 2022 non sarà difficile fare meglio rispetto all’anno che si sta per concludere.

“Assolutamente. Non abbiamo mai vinto così poche partite in un anno. Eppure bisogna fortificarsi e capire che questa squadra ha tutte le carte in regola per fare bene. Non possiamo fare peggio del 2021, ma allo stesso tempo dobbiamo fare tesoro dell’esperienza che abbiamo trascorso per ricordarci che il calcio va a cicli. E noi siamo all’inizio di un nuovo ciclo“.

E’ vero.

“Siamo tutti nuovi, è oggettivo che si parli di una situazione assolutamente nuova per la società. Bisogna avere pazienza e allo stesso tempo ricordarci delle difficoltà dell’annata per ripartire al meglio nel prossimo anno. Ci vorrà tempo: prima pensiamo all’obiettivo di breve periodo, la salvezza. Poi apriremo un nuovo ciclo per davvero”.

Riavvolgiamo il nastro. A gennaio il Grassina era in Serie D: quanta fatica per prendersi i punti e rincorrere la salvezza.

“L’anno scorso in Serie D è stata durissima. Le vittorie in casa non volevano arrivare, avevamo perso tanta fiducia e comunque c’è stata la forza dell’orgoglio che ci ha portato a quella rimonta nel finale. Prima del collasso nelle ultime partite. Ma io credo che ci mancassero tanti punti per via delle partite perse e pareggiate in inverno. E ricordiamoci delle assenze: Degl’Innocenti saltò sei mesi per infortunio, abbiamo sentito tanto la sua mancanza a centrocampo. Lo sprint finale è stato motivo d’orgoglio, peccato non avercela fatta. Ricordiamoci della retrocessione dalla Serie D: accadde in un attimo, non ci fu il tempo di rielaborare una sconfitta dietro l’altra e ci ritrovammo con la verità spiattellata in faccia a quattro giornate dalla fine. Era finita, praticamente”.

Questa estate, poi, la rivoluzione.

“Il percorso dell’estate mi ha preparato molto a questo. Del resto sono stati mesi estivi sballottati con la questione ripescaggio e a livello personale mi ha segnato molto l’addio di Brazzini, il mio preparatore. Mi ha preso quattro anni fa, quando ero un bambino, e mi ha lasciato da titolare in Serie D. A livello di squadra è stata sicuramente una bella rivoluzione; l’idea del direttore era di dare nuova vita alla rosa, cambiando mentalità e orario di allenamenti. Del resto venivamo da una retrocessione, era inevitabile il grande cambiamento. Poi ammetto di aver provato sensazioni strane in spogliatoio, a non vedere più Baccini, Nuti, Villagatti e Degl’Innocenti”.






La presa alta di Cecchi, nel match dello scorso febbraio contro il Follonica Gavorrano

Il limite di questa squadra sembra essere la poca realizzazione in fase offensiva.

“Ci stiamo allenando di più in fase di concretizzazione. Con il mercato invernale abbiamo opzioni in più e l’organico comincia ad essere più completo. Carcani ha qualità, Castellani ha potenza ed esperienza, Imperatrice è molto rapido. Abbiamo più soluzioni sia individuali che collettive: lo dimostreremo nel girone di ritorno”.

E’ giusto dire che saranno le prossime quattro partite il crocevia della stagione?

“Sì, sono per forza le prossime quattro. La classifica dice che con queste quattro squadre, se vuoi mantenere la categoria, devi portare a casa punti. Se sbagliamo le prime due partite del 2022, siamo con un piede e mezzo nella fossa. Qua è arrivato il momento di cominciare a vincere in casa, come accadeva fino a due anni fa. E’ importante anche per dare senso ai nostri sacrifici, quelli che facciamo da agosto”.

Come va la convivenza con Lombardini?

“Fin dall’inizio è stata una convivenza sincera. Il mister ci ha sempre gestito bene e non era facile avere a che fare con due portieri reduci dalla titolarità in Serie D. Con Lombardini ci confrontiamo sempre sugli sbagli reciproci, ci riconosciamo a vicenda le responsabilità. Abbiamo uno slogan: “Prendo gol io, prendi gol te”. Questo perchè quella dei portieri è una squadra nella squadra e avere una concorrenza così è stimolante”.

Un dato che ci piace sottolineare. Il Grassina è ultimo in classifica ma ha la miglior affluenza allo stadio di tutto il girone.

“Solo contro le grandi piazze della Serie D a volte eravamo in meno sugli spalti. Per il resto non giochiamo mai in trasferta, con questa tifoseria. Quest’anno i tifosi hanno anche capito il nostro momento, oltre a non smettere mai di sostenerci. L’augurio che faccio sempre ai miei compagni è quello di tornare sempre sotto la curva a urlare per la vittoria, a cantare insieme a loro. Grassina è così, c’è un tifo pazzesco, unico: in Toscana ci sono pochissime piazze con questa caratteristica. Dietro c’è la passione di un paese intero che vuole spingerci sempre a migliorare. Rimaniamo uniti e compatti come squadra e paese e ci toglieremo grandi soddisfazioni”.

Domanda di chiusura. Che voto diamo al 2021 del Grassina?

“Spiego il mio voto in anticipo. L’ultima parte di campionato in Serie D è stata la migliore: erano tornati adrenalina e orgoglio. Va detto poi che ci vuole coraggio per cambiare tutto in estate, e la società ha dimostrato di averlo: il cambiamento è sempre da premiare. Non è un voto enorme, posso dare un 6 di incoraggiamento. Non dò l’insufficienza perchè non è giusto condannare i tanti sacrifici che hanno fatto tutti i ragazzi che vestono la maglia rosso-verde. So bene che non è il voto che ci aspettavamo, ma è una base da cui partire”.






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