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Un anno di Fiesole. Scala: “Tanto silenzio durante il cambio societario. E la Coppa…”


Chi avrà un bel ricordo di questo 2023 sarà sicuramente il Fiesole. Risorto dalla Prima Categoria, il club biancoverde ha centrato il traguardo della Promozione dopo averlo sfiorato anche nel 2022 e ora si prospetta ad approcciare il 2024 con la voglia di scalare ancora le categorie. Lo conferma Andrea Scala, numero 8 e bandiera dei fiesolani, che sottolinea come il 2023 sia stato “un anno molto importante per noi: abbiamo conquistato per la prima volta la categoria di Promozione da quando è stata rifondata la società. Una cavalcata impressionante anche per continuità di vittorie, abbiamo centrato 21 risultati utili consecutivi e ci siamo tolti il lusso di centrare un traguardo storico”.

Un traguardo che volevate fortemente fin dalle prime giornate, anche nonostante le difficoltà iniziali.

“Sì, partimmo con grandi proclami. Io tornai a Fiesole ascoltando la direttiva chiara da parte della società che chiedeva il passaggio di categoria senza neanche passare dai playoff. Eravamo carichi di aspettative, la squadra era attrezzata esclusivamente per quell’obiettivo. Poi è partita l’escalation, un’ascesa continua al top. Ogni domenica dovevamo scalzare le prime della classe, dal Galluzzo al Bibbiena: che scalata”.

Questa estate, dopo la conquista della Promozione, avete anche vissuto il cambio societario. Che periodo è stato?

“Ci sono stati dei momenti di grossa incertezza, come dimostra il grande silenzio di molti giornali sportivi fino a inizio luglio. Anche il gruppo era molto perplesso, mentre attendeva notizie. I vertici societari comunque ci hanno chiesto fiducia nell’accettare i ritardi nella costruzione della società e della rosa per la Promozione. Ci hanno garantito che sarebbe arrivato un gruppo sano, che si sarebbe conservato la squadra che aveva vinto il campionato: promesse rispettate. Anche chi è entrato in società ha saputo tener fede a questa promessa: il cambio societario, alla fine, non ha messo in difficoltà nessuno. C’è la massima sinergia”.

E cosa vi è stato chiesto in termini di obiettivo sul campo per il 2024?

“Di consolidare la categoria, mantenerla e porre le basi per un crescendo a breve o medio termine. Al Fiesole serve continuità”.


La nuova società ha annunciato di voler centrare la Serie D entro cinque anni.

“A vedere l’impegno profuso da parte di tutti i componenti della società, sembra un obiettivo credibile. Poi il campo dirà la verità: la Promozione è categoria tostissima, serviranno anche bravura e fortuna”.

Avete vissuto anche un cambio di allenatore. Avete aperto l’anno con Zuzzi e lo chiudete con Selvaggio: si assomigliano?

“Si prendono entrambi molta responsabilità delle scelte che fanno, sanno anche pagarne le conseguenze. Sono due uomini pronti a mettere un contributo importante e ad affrontarne i risvolti. A livello di campo chiedono grande grinta e qualità tecnica: secondo me si assomigliano, credono molto nei ragazzi e nel loro lavoro”.

E cosa non ha funzionato invece con mister Perini in questo inizio di stagione?

“In realtà, come ho scritto anche io a lui in maniera personale, credo sia un tema ancora da definire. Prima di pensare a cosa potesse fare di più lui, preferisco riflettere su cosa potessimo fare di meglio noi: credo che si debba considerare che le responsabilità siano state di tutti”.

La gara che ha un po’ sbloccato questa stagione è stata quella col Grassina?

“Se dovessi mettere un asterisco su una gara che ci ha dato consapevolezza sceglierei piuttosto quella in Coppa contro il San Piero a Sieve. Ci ha dato consapevolezza totale del nostro valore, ha acceso un fuoco speciale nel gruppo. Poi sì, senza dubbio c’è anche la gara contro il Grassina: ma la scintilla era già scoccata contro il San Piero”.







A proposito di Coppa: può diventare un obiettivo?

“Al 110% sì. Vivo a Fiesole, gioco nel Fiesole, vedo che i nostri tifosi tengono quasi più alla Coppa che al campionato. Quindi non possiamo mai prenderla sottogamba: viviamo tanto il paese, conosciamo i nostri tifosi e so che nelle gare del mercoledì c’è sempre un’energia speciale. Sogniamo la finale, sarebbe una gioia immensa per il nostro paese. I ragazzi che ci vengono a vedere adorano il mercoledì infrasettimanale, la vivono come l’essenza vera del calcio dilettantistico. Anche l’anno scorso fu una bella cavalcata, fu un peccato uscire col Viciomaggio”.

Il voto al 2023.

“Do un otto. Fino a giugno meritavamo un dieci, ma in questa seconda parte dobbiamo migliorare. Penso che la media più logica fra l’eccellenza della scorsa stagione e la sufficienza di questa sia allora un otto. Da migliorare, possibilmente”.

Il gol più emozionante di questo anno solare? Non necessariamente tuo.

“Ce ne sono due nella stessa partita, nell’inferno di San Clemente. Eravamo sotto 1-2, nel finale poi pareggiò Gigli con un gol da campione quale è davvero. E poi il 3-2 di Fantechi che ribaltò la partita e sostanzialmente ci consegnò la Promozione. Mi stavo quasi per mettere a piangere quella domenica: non avevo capito la forza del San Clemente, non sapevo che fosse una delle nostre bestie nere. E la gara sembrava maledetta”.

Si tratta anche della partita-simbolo del vostro 2023?

“Sì. Quando ripenso a una gara cruciale non posso che andare con la mente a quella. Abbiamo scacciato molti demoni anche del 2022, quando perdemmo i playoff all’ultimo tuffo. Quel giorno a San Clemente capimmo di aver vinto il campionato”.

Qual è il più grande desiderio per il 2024?

“Quello di riuscire la posizione più alta in classifica con questa squadra. E vorrei arrivarci con un viaggio di coesione, di integrazione: il Fiesole ha sempre avuto un gruppo splendido, uno spogliatoio unito come pochi. Vorrei un percorso qualitativo non solo nel traguardo, ma anche nel percorso”.

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