Se hai la pazienza di aspettare, prima o poi le cose arrivano. Lo sa bene l’Affrico, che dopo una stagione passata interamente a inseguire, alla fine ha potuto esultare per la vittoria nel Girone D di Prima Categoria. I ragazzi di Riganò festeggiano il salto in Promozione per la prima volta nella loro storia: un traguardo meraviglioso per la squadra di Campo di Marte. Erano l’anti-Settignanese, poi l’anti-Fiesole, alla fine sono diventati i nuovi campioni, i biancocelesti. Partiti piano, alla fine del 2021 sembravano lontani dal conseguimento dell’obiettivo: più continuo il Fiesole, più concreta la Settignanese.
E invece. E invece basta continuare a spingere per cominciare a intravedere il successo. Lo sa bene Cristian Prosperi, classe 1980, fra i più rappresentativi dello spogliatoio biancoceleste: “Se due mesi e mezzo fa mi avessero detto che sarebbe finita così, forse non ci avrei creduto. Abbiamo compiuto una gran rimonta”.
Già. All’inizio del girone di ritorno sono arrivati due pari e un ko col Cerbaia. Le speranze erano al minimo?
“Era una situazione complicata perchè avevamo diversi giocatori importanti out e i risultati non arrivavano. Però siamo riusciti a riprendere stimoli, qualcuno ci ha provocato e abbiamo risposto sul campo. Due domeniche dopo abbiamo vinto col Legnaia: dopo quel match ci siamo detti che vincendo tutte le ultime gare avremmo vinto il campionato. E così è successo”.
Non si può non parlare anche del tuo contributo. Hai fatto girare la testa agli avversari nonostante la carta di identità dica che gli anni sono 42.
“Mi ha sorpreso rimanere così in forma. Sono riuscito a giocare tutte le partite nel rush finale e credo anche con buona qualità. Ho ritrovato l’entusiasmo di un bambino, praticamente”.

Quanto ha inciso Christian Riganò sulla vostra vittoria?
“Moltissimo, sia lui che mister Carovani. Ci tengo a ringraziarli entrambi. Carovani è andato via quando eravamo secondi, merita quindi tantissimi ringraziamenti perchè non si può dire abbia fatto male. Riganò ci ha fatto lavorare in maniera tranquilla, dandoci consapevolezza nei nostri mezzi. Quando ci ha visti ci ha detto che eravamo la squadra più forte del campionato, che era tutto nelle nostre mani. Si vede che ha fatto il calciatore professionista, sul piano mentale è di una concretezza unica”.
Uno si aspetterebbe che con Riganò allenatore l’Affrico abbia il miglior attacco del campionato. E invece i risultati migliori li ottiene la difesa.
“La difesa in effetti è stata di ferro, abbiamo subito solo un gol nelle ultime sette partite. Ma sono cresciuti tanto anche gli attaccanti, spinti da una figura come lui: sono migliorati nel lavoro sporco e hanno lavorato benissimo quando c’era da concludere l’azione. Non pensavo potessimo maturare così tanto in così poco tempo”.
Poi c’è il gruppo. Giovani di qualità e soprattutto i migliori veterani del girone.
“Abbiamo dei ragazzi giovani che potrebbero tranquillamente giocare in Eccellenza. Ma avevano bisogno di crescere accanto a noi vecchi. E in quanto a esperienza, credo che non siamo secondi a nessuno. Siamo in tanti a poter dare una mano: penso a Fantoni, classe ’79, pilastro vero dello spogliatoio. Ma anche a Castellani, Mecocci, Wolf, i due Virgili, De Simone. A me dispiace solo per Villagatti che ha avuto un infortunio gravissimo e ha saltato le ultime partite, ma non ha mai fatto mancare il suo aiuto anche quando non poteva giocare. Lui ti carica con lo sguardo”.
Qual è stata la partita della vera svolta?
“A Settignano ci siamo detti: se vinciamo questa vinciamo il campionato. E infatti è andata in quel modo, col gol di Giovannardi all’ultimo minuto. Da lì in poi non ce n’è stato più nulla per nessuno: la Settignanese è crollata, noi abbiamo dimostrato di avere qualcosa in più rispetto agli altri. Secondo me abbiamo una squadra che già ora potrebbe fare bene in Promozione: non avremmo sfigurato quest’anno”.

Ecco, il progetto della società. Secondo te che intenzioni ci saranno per l’anno prossimo?
“L’Affrico vuole fare bene anche in Promozione. Il progetto sarà probabilmente quello di mantenere l’ossatura della squadra, in modo da non perdere esperienza e compattezza. Magari ci saranno da inserire le quote ideali nei vari ruoli, e credo che su questo i dirigenti sapranno essere prontissimi”.
E adesso arriviamo alla fatidica domanda. Ma Prosperi cosa fa l’anno prossimo?
“Al 95 per cento smetto. Ma in tanti mi chiedono di andare avanti. Ho avuto delle proposte sia dirigenziali che da giocatore. Ho tante idee, mi devo prendere qualche giorno per pensarci”.
Ma sappiamo per certo che ti possa tentare molto giocare contro Grassina e Antella la prossima stagione.
“Mi sembra una romantica chiusura di un cerchio. Tre anni fa ero in rossoverde a fare il direttore sportivo, mentre all’Antella ci abito e ho giocato negli Amatori. Ci sono tanti motivi che mi spingerebbero a volerci giocare contro: sarebbero partite entusiasmanti per me, un po’ mi tenta questo scenario. Ma non mi sbilancio ancora, anche perchè davvero non ho deciso niente”.
Arriviamo ai doverosi ringraziamenti finali, come nei film e nei migliori romanzi. Del resto quella dell’Affrico è stata una storia mista fra avventura e thriller, no?
“Voglio ringraziare i miei compagni di squadra e Matteo Petrachi che mi ha dato la possibilità di tornare in campo a questa età. Dico grazie anche alla mia famiglia, che ha festeggiato con me la Promozione: i bambini sono impazziti a vedere il babbo vincere il campionato. Rispetto alle altre vittorie in carriera, forse la presenza dei piccoli ha reso tutto più speciale. E indimenticabile, sicuramente”.