L’indagine storico-fotografica del fotografo antellese Andrea Rontini ed una proposta suggestiva: patrimonio da valorizzare in ottica culturale e (perché no) turistica come “Museo ripolese diffuso” coinvolgendo, per esempio, il Gruppo Trekking.
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Cartoline odierne confrontate con reperti fotografici del passato, a testimonianza di presenze talvolta conservate soltanto a metà.

L’indagine di Rontini è preziosa, supportata nella ricerca dallo storico Silvano Guerrini e nei testi dalla storica dell’arte Giuliana Righi: “Tabernacoli a Bagno a Ripoli fra bellezza, incuria e solitudine.”
Un viaggio tra le edicole sacre, per la maggior parte dedicate alla Madonna, che si incontrano sul percorso, agli incroci, sul muro, nel niente della campagna circostante. Con l’obiettivo dichiarato di Rontini di accendere riflettori oggi spenti su queste piccole opere d’arte diffuse, di passarci di fronte senza indifferenza, di fermarsi e conoscere, ammirare, ricordare di averne letto…magari proprio su un blog che racconta le eccellenze del territorio attraverso scatti d’autore.
Come si legge nell’articolo: “Il primo censimento dei tabernacoli a Bagno a Ripoli porta la data del 30 luglio 1900: fu eseguito dalla guardia comunale Mazzucconi che ne elencò 62 di cui 51 dedicati alla Madonna. In seguito il segretario comunale Luigi Torrigiani proseguì il censimento e li descrisse nella sua opera monumentale di indagine del territorio comunale: del suo manoscritto solo una parte venne al tempo pubblicata (1902). Negli anni ’80 del Novecento lo storico Silvano Guerrini , dopo una ricerca eccezionalmente approfondita, puntuale e documentata, ha pubblicato il volume La terra benedetta, Religiosità e tradizioni nell’antico territorio di Ripoli (1984, ed.Salimbeni) e il volume Fra terra e cielo (1985).
Complessivamente nei due libri si trovano le schede di 122 tabernacoli e 93 oratori riferiti a sei territori parrocchiali: la superficie indagata rappresentava solo un terzo di tutta l’estensione del Comune. Nel 1997, in occasione della stesura del Piano Strutturale Comunale, uno studio appositamente commissionato, portò alla schedatura di ben 339 tabernacoli: fu eseguito dallo storico dell’arte Roberto Lunardi che ne fece la mappatura, la schedatura e la ricognizione fotografica.”
Degli oltre 330 schedati Rontini ne individua 24 di maggior rilevanza storico-artistica e ne racconta con l’obiettivo della macchina fotografica e con la penna dettagli e curiosità:
“Oggi il mio blog non vuole, né può, ripercorrere il lavoro sistematico svolto in passato: per questo occorrono competenze tecniche e tempi lunghi. Il mio intento è quello di invitare a soffermarsi davanti a queste testimonianze che sono ,in primo luogo, di devozione popolare ma non solo: io vi invito a considerarle segni tangibili di storia e molto spesso di arte…”
Che sono lì da secoli, consumati dal tempo, attorno ai quali si è sviluppata nel corso dei decenni un’altra storia, quella contemporanea: segni, di ieri e di oggi, che convivono uno di fianco all’altro. Come nel caso del Tabernacolo della Madonna della Provvidenza, in un angolo di muro, a pochi centimetri dall’insegna della Pasticceria Maioli di Bagno a Ripoli.
Bagno a Ripoli, Grassina, Antella: Rontini identifica tre macro aree del territorio comunale contraddistinte dalla presenza di edicole votive di valore.
Nell’area grassinese, all’uscita del paese e auspicio per coloro diretti nel Chianti, vi è Il tabernacolo del Buon Viaggio. al sesto chilometro della via Chiantigiana:
“All’interno della nicchia, che si trova sull’angolo della strada che porta all’antica chiesa di San Martino ai Cipressi, si vede l’affresco della Madonna con il Bambino che dorme dentro il cappuccio del mantello. Intitolando l’opera “Madonna del Buon Viaggio”, il Maestro PietroAnnigoni, che era anche un buon camminatore, intese probabilmente fare un augurio a chi si metteva in viaggio verso il Chianti.”
Nell’abitato di Antella, invece, centrale è il Tabernacolo al ponte sul borro dell’Antella, ricostruito nel 1947 dopo il passaggio della guerra.
Dall’Antella verso Montisoni, Andrea Rontini chiude la sua indagine con una veduta di Firenze dalla strada medioevale che porta alla Chiesa in una foto che concede alla bellezza un senso di profonda religiosità.
“E’ evidente che questo blog non è un trattato di storia dell’arte, nè ne ha le pretese. Ho solo cercato di far aprire gli occhi ai passanti miei concittadini per far conoscere un bene prezioso che hanno accanto alla loro vita; ovvio che sia anche un richiamo a chi può per autorità, per competenza e titolarità a riportare alla luce un tesoro immenso che generazioni prima di noi ci hanno lasciato
L’obiettivo finale dell’indagine di Rontini si può intuire dal valore racchiuso nei Tabernacoli, “quadri” dimenticati che avrebbero molto da esprimere e offrire al territorio: lo stato di noncuranza è dovuto agli investimenti mai avvenuti degli attuali proprietari, ovvero coloro che detengono la titolarità del muro o del terreno in cui insistono. Lo stato di abbandono è anche causato da un mancato interesse nel corso dei decenni da parte delle Istituzioni le quali non hanno compreso né individuato in queste opere d’arte la possibilità di creare un museo diffuso lungo il territorio legandole ad esperienze di trekking, ippica, ciclismo.