Aggiornamento. Oltre l’emergenza, il Comune di Sesto lancia una raccolta fondi. Donazioni all’iban IT03Z0103038100000004500094 intestato a Comune di Sesto Fiorentino con causale “Donazione fondo allagamenti” per contribuire ai progetti e alle attività di sostegno verso la città in seguito agli eventi dello scorso 14 marzo. L’iniziativa nasce anche per rispondere alle tante disponibilità di supporto economico avanzate da privati e imprese del territorio
Campi Bisenzio ha il suo 2 Novembre, giorno in cui Bisenzio e Marina tracimarono inondando diffusamente il centro campigiano. Era fine 2023. Oggi, anche Sesto Fiorentino, allora salvo, ha il suo giorno da alluvionati: è il 14 Marzo 2025, quando il Rimaggio, torrente con un letto pari ad un rigagnolo, si è gonfiato fino ad esplodere nel centro del paese. Detriti e rabbia. Fango e scoramento. Date che evocano disgrazie e si assottigliano nel tempo, fino a sommarsi: di questo passo ci saranno altri giorni che si sostituiranno ai precedenti in una escalation drammatica.
C’è un prima e un dopo ciò che è avvenuto il 2 Novembre a Campi ed il 14 Marzo a Sesto, così come a Contea e Rufina in Val di Sieve: è il fattore psicologico di chi si è ritrovato sommerso, un nuovo inquietante terrore ad ogni allerta meteo diffusa dalla Protezione Civile. E’ successo una volta, può accadere di nuovo. A Campi Bisenzio, dato l’intervento sul Marina dopo il disastro di un anno e mezzo fa, stavolta gli argini hanno retto. A Sesto Fiorentino, invece, è stato proprio l’argine del Rimaggio a venir spazzato via dalla forza incontenibile dell’acqua, la cui tracimazione è stata favorita anche da tronchi e grossi detriti che si incastravano al passaggio ristretto sui ponti causando effetto tappo e creando una pressione ancor più forte sui muri laterali.
Ieri siamo stati a Sesto Fiorentino dove in Piazza del Mercato c’è un nuovo, provvisorio, “MONUMENTO ALL’IMPOTENZA”: sono le pietre divelte del muricciolo del Rimaggio, spazzate via dall’onda anomala e rappresentano l’impossibilità nostra, dei cittadini comuni, nel reagire in qualsiasi modo possa evitare tutto questo. Posizionate lì, da una parte, circoscritte da recinzioni mentre sullo sfondo i cittadini puliscono la piazza dal fango ed ogni tanto si fa la navetta a buttare via ciò che è rimasto sott’acqua, rovinato per sempre. Come la tranquillità di chi ha subito l’alluvione, spazzata via, sostituita dall’ansia ad ogni cielo carico di pioggia.
Sulle barriere che delimitano l’ex muro c’è scritto Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, ente che è intervenuto dopo pochi minuti dall’esondazione, nella mattina di venerdì 14 Marzo. Nei commenti ai nostri post sulle immagini tremende di strade e case inondate, si leggono commenti del tipo: “Si spendono 800 miliardi in armamenti” o milioni di euro di soldi pubblici per i centri di rimpatrio in Albania, vuoti. Di fatto, tuttavia, la cura del territorio spetta alle Regioni (che certo potrebbero ricevere soldi dallo Stato) con il Consorzio di Bonifica destinato alla manutenzione di torrenti, alla pulizia dei canali di irrigazione, al funzionamento degli impianti di pompaggio, al periodico riescavo del fondo dei canali della rete di colo, al monitoraggio della rete scolante; mentre spetta alla Regione il compito di provvedere alla manutenzione dell’argine di un torrente, sito al di là della proprietà privata ed appartenente al demanio, con conseguente responsabilità della stessa (ex art. 2051 c.c.) per i danni derivati dall’omissione di tale manutenzione.
L’istinto del primo momento è cercare i responsabili, poi si passerà alla fase risarcitoria, lunga, come ben sanno i cittadini vicini di Campi Bisenzio. Ieri a Sesto Fiorentino c’era un nuovo esercito di volontari, tantissimi giovani che si sono messi a disposizione degli alluvionati: scene già viste, purtroppo, ma non ci si abitua mai. Sul posto varie associazioni come Croce Rossa, Racchetta e ancora Alia per i rifiuti a levare i cumuli di roba buttata via, persino tifosi della Curva Fiesole in sostegno a compagni di stadio. Danni economici e danni morali, fanno male entrambi: in piazza del Mercato, la prima ad essere travolta, c’era anche il ristorante Morelia, nuova attività familiare (padre e figlio) che aveva inaugurato il locale il 23 Febbraio 2025. Neanche un mese dopo, la tragedia di ritrovarsi sommersi e dovere, di nuovo, ricominciare tutto da capo. Sempre se se ne ha la forza. A loro, a tutti i commercianti, ai cittadini danneggiati va il nostro pensiero.