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Sestese in Eccellenza, mister Polloni: “La mia mossa: attaccanti come difensori. E gli insulti col Saline…”

Due promozioni in due anni per la strepitosa Sestese di mister Fabrizio Polloni. I rossoblù giusto 12 mesi fa festeggiavano il salto in Promozione. Stavolta invece si prendono il pass per l’Eccellenza dopo aver vinto l’estenuante testa a testa con il San Miniato Basso. Non sono bastate 30 giornate di campionato, visto l’ex aequo in vetta al Girone B. E’ servito lo spareggio: “E non avevo la minima ansia” racconta il tecnico Polloni, ripercorrendo l’annata, “perché le gare che mi preoccupavano maggiormente le avevamo già archiviate”.

Tipo?

“Tipo quella contro l’Atletico Maremma, una formazione capace di totalizzare 12 vittorie e 2 pari nel girone di ritorno. O quella col Saline, allenata da un tecnico impegnato spesso ad offenderci da venti metri di distanza. E’ un vero peccato che qualcuno non abbia accettato il verdetto del campo”.

Ecco, il verdetto. La Sestese torna in Eccellenza dopo anni complicati.

“Sì, siamo contenti per Sesto che si è risvegliata dopo tante delusioni e ora finalmente può tornare a girare a testa alta. Appena abbiamo vinto lo spareggio domenica ho tirato un sospiro di sollievo: non volevo tornare ad allenare martedì. Perchè una gara come quella, se l’avessimo persa, ci avrebbe tolto enormi energie fisiche e mentali”.

La Sestese ha incassato solo 12 gol in tutto l’anno. Come hai lavorato sulla difesa?

“Nel mio gioco i primi difensori sono gli attaccanti. Se abbiamo incassato metà dei gol da calcio d’angolo, significa che, più o meno, verso la nostra porta sono arrivati non più di 15 tiri in tutto il campionato. Vuol dire che abbiamo lavorato con una robustezza impressionante: pazienza se il nostro miglior marcatore non è andato in doppia cifra. Mi tengo il lavoro della difesa”. 

E poi la tua risorsa sono stati i subentrati, spesso andati in gol.

“E il bello è che ho messo dentro anche diversi Allievi… ho vinto grazie a una rosa spettacolare. Uso la strategia: non sempre metto in campo necessariamente i migliori 11. La parte difficile infatti è far digerire a qualche giocatore la panchina: in tanti possono anche non accettare”.

C’è una vittoria che ti ha fatto capire che avreste davvero centrato il pass per l’Eccellenza, spareggio a parte?

“Mi è rimasta nel cuore la vittoria a Belvedere: mi sa che non avevano ancora mai perso in casa dall’anno della loro fondazione. Anche perché è drammatico andare a fare le trasferte di 4 ore e magari tornare pure a casa perdenti…”

Hai già parlato con la società per l’anno prossimo?

“Non ancora. Ma avverrà tutto con tranquillità e serenità. La mia priorità è comunque giocarmi l’Eccellenza con la Sestese”.

E’ la tua più bella vittoria da allenatore?

“No, non credo. Non mi sento speciale: probabilmente a Sesto avrebbero vinto in parecchi con una squadra così forte e una società così determinata alle spalle. Però non so in quanti sarebbero riusciti a far digerire la panchina a così tanti giocatori di spessore, in nome di un ideale di squadra, del traguardo finale. Ad ogni modo, mi porterò sempre nel cuore anche le vittorie col Legnaia, forse irripetibili. Un concetto di cui in molti si dimenticano è quello di quanto sia difficile vincere: soprattutto l’anno scorso, in Prima, ricordo che in tanti ci davano spesso per vincenti già prima di andare in campo. E invece passare in Promozione è stata durissima”.

Su chi punti per i playoff?

“Io tifo Antella per gli amici che ho in quella zona. A mio avviso potrà dare fastidio a tutti. Il San Miniato Basso poi forse non riuscirà ad archiviare la delusione per questo campionato perso dopo aver fatto 74 punti. Sulla loro rosa, comunque, nulla da dire: metà giocatori ha militato l’anno scorso in D”.

Contro chi non vedi l’ora di giocare in Eccellenza?

“Difficile scegliere. Da allenatore sono stato a Sagginale, San Piero, Legnaia, poi Rufina e la mia squadra del cuore, il Cerbaia. Ho vinto il campionato in ogni società che ho allenato, e spesso sono un ex tecnico di ogni squadra che incontro. Mi piacerebbe incontrare di nuovo la Cerretese, con cui ho giocato in Serie D. E la Sinalunghese, altra società con cui ho giocato prima di smettere”.

 

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