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Se Juve-Inter è lo specchio della nostra mediocrità calcistica






A mente fredda, Juventus-Inter non è stato un bello spettacolo. Per niente.

E non ce ne voglia mister Allegri, che in conferenza stampa ha avuto il coraggio di dire che “è stato un bello spot per il calcio italiano”. Perchè la Partita per eccellenza del nostro Paese è stata un mix di perdite di tempo, simulazioni, proteste ed errori.

Un primo dato: considerando gli ampi recuperi nelle due frazioni, il tempo totale di gioco del derby d’Italia è stato di 106 minuti. Praticamente una partita regolamentare più un primo tempo supplementare. Eppure chi ha assistito al match avrà contato 45, massimo 50 minuti di tempo di gioco effettivo. Nei campionati che ci stanno sopra in termini di ranking, il tempo effettivo è maledettamente superiore. Ecco un primo motivo per cui le nostre squadre, quando giocano in Europa, finiscono col fiato cortissimo: perchè non sono abituate a giocare dieci minuti di seguito senza una protesta, una rimessa ritardata, un cartellino giallo tattico.

E a proposito di proteste, non si può dire che Juve-Inter sia stato un esempio per i piccoli calciatori. Ad ogni decisione arbitrale, un nugolo di proteste: prima della battuta del calcio di rigore di Calhanoglu sono passati almeno quattro minuti, con Cuadrado e soci a circondare l’arbitro Irrati per fargli cambiare idea, stalkerandolo a livelli da codice penale. Scena ridicola a dir poco.

Poi un problema atavico nel calcio del terzo millennio. Nonostante l’introduzione del VAR e le telecamere piazzate a controllare anche chi va in bagno nel settore C3 dello stadio, c’è chi continua a simulare sperando di avere un calcio di rigore. Le sceneggiate di De Ligt e Vlahovic nel finale sono roba da Oscar (ma non meritano il pugno di Will Smith, altrimenti in terra sarebbero rimasti per un valido motivo). E’ sconcertante vedere come nel 2022 si continui a dimenarsi a terra per chiedere un rigore quando l’avversario al massimo ti ha dato un buffetto sulla guancia. Chi non vuole il contatto si dia al padel, visto che ora piace tanto a tutti.

Poi gli errori, ed in generale il gioco italiano. Siamo mediocri, c’è poco da dire. L’Inter calcia nello specchio una volta sola, poi si arrocca in difesa e rischia in più di una circostanza di incassare il gol del pari. In tempo di “corto muso” di matrice bianconera, i nerazzurri di Inzaghi vanno a rubare gli strumenti del mestiere, praticamente. E la Juventus giochicchia, alza la pressione, ma se questa è stata veramente la miglior prestazione dei bianconeri in stagione (altra frase circolata fra Allegri e i giornalisti in conferenza stampa) è inutile meravigliarsi se poi non ci sono squadre italiane ai quarti di Champions.

E poi la presunzione. Dilagante, ormai. Allegri va in conferenza stampa e racconta di aver rivisto Juve-Villarreal. “E cosa hai capito?” gli chiedono quelli di DAZN. “Che i vostri giudizi sulla gara come sempre erano sbagliati. Bisogna saperle guardare, le partite”: questa la risposta del mister. Bisognerebbe far chiarezza sul diritto dei giornalisti, allora: non è più lecito nemmeno criticare una squadra che ne prende tre in casa dal Villarreal? Gli allenatori diventano spesso un concentrato di arroganza e sapientinismo: prendono scoppole a destra e a manca, poi si presentano tutti sorridenti nelle interviste ricordando che il calcio lo hanno inventato loro. Succede anche in Eccellenza ed in Serie D, inutile meravigliarsi se lo fa Allegri.

Ma soprattutto è inutile meravigliarsi se l’Italia perde contro la Macedonia, facendo esplodere il dissenso popolare. Se si guardasse il calcio tutti i giorni, invece che ogni quattro anni, ci si accorgerebbe della nostra mediocrità anche in uno Juve-Inter. Dove vince chi gioca peggio, e chi ai punti meriterebbe il pareggio chiede rigori come se fossero caramelle.












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