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Rufina, una comunità unita nel dolore: l’ultimo saluto a Eleonora Guidi, rose rosse per la giovane mamma

Come se il tempo non scorresse, immobile in questo pomeriggio di vuoto e dolore, di interrogativi che non troveranno mai risposta, di lacrime: Rufina è avvolta dentro un silenzio ingombrante, un paese che ha sospeso ogni attività per poter essere vicino alla famiglia Guidi. “Chiuso per lutto”, si legge sulle saracinesche abbassate. E’ il giorno dei funerali di Eleonora Guidi, 34 enne colpita 24 volte a coltellate ed uccisa dal compagno, la mattina dell’8 Febbraio (leggi qui): l’ennesimo femminicidio, il quarto registrato in Italia in questo 2025 appena iniziato. 

Centinaia di persone hanno celebrato l’ultimo saluto all’interno e all’esterno dell’oratorio don Angelo Fabbri in via Martiri di Berceto, tra le vie del paese, dove la ragazza è stata esposta: la famiglia ha chiesto che non venissero donati fiori ma contributi devoluti poi all’ospedale Meyer. Lo ricorda anche un necrologio affisso proprio davanti all’oratorio, color rosa, fa capolino tra gli ombrelli dei presenti. 

Alle 15:45 circa il feretro è stata portato fuori dalla piccola chiesa, gli stendardi di confraternite e istituzioni dietro la bara, un lungo applauso a destare i pensieri interiori e taciti. Come in tutti i paesi, qui, si conoscono tutti e lo sgomento è tangibile, lo si vede negli occhi lucidi delle persone e lo si ascolta in chi si pronuncia: “E’ cosi surreale, ancora non me ne capacito. Finché lo vedi in televisione è un conto ma un fatto del genere, nel nostro paese, è pazzesco”. 

Dall’oratorio fino al cimitero, la lunga carovana ha seguito il carro funebre in una lenta processione che ha attraversato il paese, interdetto al traffico per alcuni minuti. Tra le mani dei presenti una o più rose rosse, dedicate ad Eleonora, gettate sopra il feretro prima della sepoltura e donate alla giovane mamma. Attorno alla famiglia tanti volti giovani, trentenni, commossi dal dramma ed incapaci di capire.

Ieri sera, la Rufina si era già riunita per ricordare Eleonora e tutte le vittime di femminicidio in una fiaccolata, commentata così dalla sorella Elisabetta, alla quale è stato affidato il bimbo di un anno e mezzo: “La fiaccolata di questa sera ci ha reso un paese unito e partecipe di un dolore immenso. Avervi vicino in questo momento terribile ci sta dando la forza . Ringrazio tutti , ma proprio tutti e in particolare modo il Sindaco Daniele Venturi , così sensibile e presente e le forze dell’ordine, eccezionali. Ele stasera eravamo tutti con te e il piccolo Dante . Buonanotte tesoro mio”.

Ai funerali erano presenti circa un migliaio di persone, colleghi e amici di Eleonora, semplici concittadini e persone dai paesi limitrofi per dimostrare vicinanza a Cristina, Giovanni ed Elisabetta, i genitori e la sorella di Eleonora. Accanto a loro, piegati dalla tragedia e incapaci di trattenere le lacrime, anche i genitori di Lorenzo Innocenti, il compagno che si è trasformato in assassino. Giovanni Guidi, il padre di Eleonora, non ce l’ha fatta a seguire la cerimonia. Ha accusato un lieve malore. Parenti lo hanno sorretto e accompagnato fuori dall’oratorio, e non ha assistito alla funzione.

Nell’omelia il parroco don Luca Meacci ha ammonito i presenti a non farsi piegare dalla rabbia. “Quanto accaduto deve infondere in noi la consapevolezza di educare ed educarci al bello. Dobbiamo liberarci da tutto ciò che è violenza. Dobbiamo rifiutarla – ha detto don Luca – Percepisco la vostra rabbia, lo sconcerto, ma vorrei dirvi che non venga turbato il vostro cuore“. “Non dovete farvi vincere dalla disperazione e dalla rabbia – ha esortato il sacerdote – Fatevi aiutare, fate in modo che la morte di Eleonora non sia stata vana”.

Dopo la messa, il parroco ha lasciato la parola ad alcuni pensieri personali. Tra questi, quello della migliore amica di Eleonora Guidi. “Perché non ho percepito nulla? – ha detto la giovane – Non mi hai mai detto nulla o come me non lo avevi capito? Parlerò di te a Dante e a mia figlia. Parlerò di amicizia, quella vera. Ci eravamo scelte come sorelle, ci amavamo. Parlerò di te, amica mia, come ho sempre fatto, ora più che mai. Ho un vuoto nel cuore. Hai avuto solo una colpa, quella di aver amato troppo. Sempre per sempre, dalla stessa parte ci troverai”.

“Non doveva andare così e adesso siamo tutti un po’ più soli”, è stato il pensiero di una collega. Il sindaco di Rufina, Daniele Venturi, non ce l’ha fatta ed è scoppiato in lacrime. “È un grande dolore. Ora è il momento del cordoglio, dobbiamo continuare a pensare ad Eleonora e occuparci tutti di Dante – ha detto il sindaco con la voce rotta dall’emozione e dal peso del ruolo – Dobbiamo essere una comunità educante e non giudicante. Eleonora dovrà essere la luce che ci guida in questo percorso”.

La bara bianca è stata portata via davanti a centinaia e centinaia di sguardi attoniti per una morte violenta di cui nel posto non c’è ricordo simile. Vicino alla casa della coppia qualcuno ha messo uno striscione con la scritta ‘Stop alla violenza sulle donne’.

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