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Omicidio di Rufina, fiori al civico della tragedia: l’uomo rimane in coma farmacologico

Sono stabili le condizioni di Lorenzo Innocenti, 37 anni, l’uomo che sabato mattina ha accoltellato fino ad ucciderla la compagna, Eleonora Guidi, 34 anni, nella casa in via Cesare Pavese a Rufina, comune in provincia di Firenze, dove la coppia viveva col piccolo figlio di un anno e mezzo, e poi ha tentato il suicidio.

L’uomo, malgrado il tentativo di suicidio avvenuto lanciandosi dalla terrazza dell’immobile dove vivono anche i genitori, è rimasto in vita, portato d’urgenza all’ospedale di Careggi con il Pegaso. La prognosi è sempre riservata e l’uomo è in coma farmacologico, sedato per i numerosi traumi riportati dopo essersi lanciato dal secondo piano dello stabile: è ricoverato in rianimazione al policlinico di Careggi dove ieri ha subito anche un intervento alla testa e un’operazione maxillo-facciale.

Non è escluso, secondo quanto si apprende, che debba affrontare altri interventi. Per oggi è previsto che la pm Ornella Galeotti, che coordina le indagini dei carabinieri della compagnia di Pontassieve e del reparto operativo di Firenze, dia l’incarico per l’autopsia.

Disposti poi una serie di altri accertamenti nel tentativo di capire cosa possa aver scatenato la furia omicida del 37enne ieri mattina prima delle 7, nella casa di via Pavese. Ieri, di fronte all’ingresso dell’abitazione, sono apparsi i primi mazzi di fiori lasciati in memoria di Eleonora Guidi, classe 1991, mamma di un bambino di un anno e mezzo. 

Aggiornamento ore 18

Sarebbero 24 le coltellate inferte a Eleonora Guidi, 34 anni, la donna uccisa dal suo compagno, Lorenzo Innocenti, 37 anni, sabato scorso nella loro casa di Rufina (Firenze) dove vivevano insieme al figlio di un anno e mezzo. E’ quanto è emerso dall’autopsia effettuata oggi, disposta dal pm Ornella Galeotti. La donna sarebbe stata colpita non solo alla schiena, come già emerso, ma anche sul collo e sul petto. Dopo l’esame autoptico la procura ha disposto la restituzione della salma alla famiglia. 

La ricostruzione della tragedia 

A scoprire cosa era accaduto nella casa di via Pavese è stato il suocero della vittima che abita sullo stesso pianerottolo e che ha disarmato il figlio e poi cercato di fermarlo prima che si gettasse nel vuoto dal secondo piano. Sabato mattina, prima delle 7, il padre di Innocenti si è allarmato per alcuni rumori sordi che avrebbe sentito provenire dall’abitazione dove il figlio conviveva con Eleonora e il loro bimbo, un anno e mezzo. Allarmatosi è andato a controllare: avrebbe bussato e si sarebbe trovato davanti il figlio, sporco di sangue e con il coltello.

Nei momenti concitati che sono seguiti avrebbe prima disarmato il 37enne e poi quando il figlio ha cercato di scappare e di raggiungere un ballatoio, sarebbe riuscito a fermarlo una prima volta. Lorenzo Innocenti però è riuscito a fuggire nuovamente e si è lanciato nel vuoto dal secondo piano. Su quanto sarebbe accaduto prima dell’intervento del padre, gli inquirenti avrebbero ricostruito che la donna, alzatasi per preparare il caffè, sarebbe stata colpita alle spalle in cucina con numerose coltellate e che avrebbe anche cercato di fuggire.

Tutto da chiarire, invece, secondo quanto appreso, cosa possa aver scatenato il 37enne: ordinati una serie di accertamenti mentre lunedì sarà disposta l’autopsia. La coppia viene descritta come una famiglia tranquilla, serena, non sarebbero emersi contrasti o problemi. In precedenza la coppia aveva abitato in un piccolo appartamento, con l’arrivo del figlio era andata a stare in via Pavese, in un appartamento dello stabile di proprietà della famiglia del 37enne.

“Era una coppia normalissima, non c’è niente che poteva far presagire una cosa del genere”. A dirlo è il sindaco di Rufina (Firenze) Daniele Venturi. “Li conoscevo – ha aggiunto il sindaco -, il paese è piccolo, io sono poco più grande di loro. Lui è architetto e ha delle proprietà immobiliari, mi aveva detto che aveva delle idee che voleva sviluppare su Rufina”. Per quanto riguarda la compagna “credo fosse dipendente in un’azienda di energie rinnovabili, se non ha cambiato lavoro”. “Non so chi ha dato l’allarme – aggiunge il sindaco – Io ho parlato con la madre di lei e, oltre al dolore, c’era molta preoccupazione per il bambino”.

“Non li abbiamo mai sentiti litigare. Erano molto riservati si vedevano poco, anche se lui abitava praticamente qui da sempre”, commentano da un negozio nei pressi dell’abitazione. I vicini hanno scoperto l’accaduto vedendo l’ambulanza davanti alla porta. “Soprattutto lei – aggiungono – si vedeva magari alla finestra quando stendeva i panni, ma fuori praticamente mai”.

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