Notizie in Tempo Reale dal Territorio

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Temi del momento

Promozione, ha vinto chi ha meritato. E siamo sicuri che il livello sia così basso?

 

Il lungo ottovolante del Girone B ha premiato la Rufina proprio all’ultimo giro. Anzi, all’ultima curva dell’ultimo giro. E forse è giusto così. Questo editoriale parte da un’ammissione a priori; ha vinto la squadra più forte. La squadra, ovvero il collettivo: i bianconeri non hanno mai dato sensazioni di poco amalgama, anche perchè squadra e tecnico (Diotaiuti, un magister) si conoscono da anni. Struttura solida, schemi ben oliati, giocatori che non avranno forse particolari nomee ma nel contesto di squadra girano che è un piacere: ottimi gli acquisti di Tanini e Mazzoni, il centrocampo unisce muscoli e qualità. E là davanti si è riscattato Bachi; l’anno scorso fallì due clamorose occasioni che costarono la sconfitta in finale playoff contro la Rondinella, stavolta gioca così bene coi compagni da servire un cioccolatino a Di Vico a portiere già battuto. Una prova di maturità; la gioia personale viene dopo.

Poi c’è l’Antella. Uscita sì, coi nervi tesissimi dalla sfida all’ultimo sangue contro un Affrico mai domo. Anche qua una precisazione: la squadra di Morandi ha fatto il massimo. È rimasta male la tifoseria, sono rimasti di sasso i giocatori: perdere il campionato all’ultimo minuto non piacerebbe neanche a chi ha la pazienza di Padre Pio. Ma è bene che i biancocelesti rimangano orgogliosi di quanto fatto: il secondo posto con una rosa giovanissima e una serie di senatori mai domi è la dimostrazione che il progetto del chilometro zero funziona ancora. L’Antella andrà ai playoff provando a esportare ancora il proprio modello di calcio solidissimo e difesa difficile da perforare: erano quattro mesi che i ripolesi non incassavano due gol nella stessa gara.

 

Chi ha detto che in Promozione non c’è qualità? L’Affrico grandi firme e il Grassina ye-ye ne sono dimostrazione. La squadra di Campo di Marte forse ha la rosa più forte, presa singolarmente, del girone fiorentino: dalla sua ha un bomber come Papini e una lista infinita di giocatori di categoria superiore, da Prosperi a Vecchi, da Villagatti a Longo, da Benvenuti a Liberati. Era prima per distacco in autunno, poi 4 punti in 7 partite: la crisi è esplosa lì. Ma ha saputo riprendersi con forza grazie anche al ritorno di Papini dopo l’infortunio: questo Affrico ha aggiunto un tocco di calcio “da girone A” (quello che porta verso il mare) ad un raggruppamento basato tradizionalmente sulla fisicità. E il Grassina? Ci ha messo a carburare, sì. A novembre era ultimo, ora chiude al quarto posto giocandosi i playoff con altissime aspettative e pure qualche rimpianto per sconfitte evitabili (Calenzano su tutte). I rossoverdi avevano nuovamente cambiato pelle in estate: con Miliani non è stato amore a prima vista, Cellini ha conquistato dirigenza e spogliatoio. Scelta illuminata della dirigenza: il mister ex Juniores rossoverdi è il Normal One per eccellenza, anzi, per puntare all’Eccellenza.

In mezzo c’è tradizione e un tocco di localismo. Detto del Lanciotto che chiuderà sul podio e ad un certo punto pareva pure poterlo vincere, questo campionato, il Luco si conferma cliente affezionato alla zona alta: niente playoff, quest’anno, ma la consapevolezza che intorno a mister Allori sia ormai maturato un gruppo che ormai punta stabilmente alle prime cinque. E accanto al romantico Lebowski (da cui forse quest’anno era però lecito aspettarsi qualcosina in più) l’orgoglioso Montelupo: valorizzare giocatori del settore giovanile come principale traguardo societario, missione riuscita anche quest’anno con qualche piccola soddisfazione. Tipo aver battuto una volta ciascuno Antella, Lanciotto e Affrico, oltre a non aver mai perso col Grassina. La squadra amaranto è una di quelle belle ragazze di buona famiglia a cui non rinunci mai per una cena di gruppo: riesce sempre a farti far bella figura.






La Rignanese ha giocato troppo sul velluto in casa della Rufina e ora ne paga le conseguenze: tocca il playout col Dicomano di Tortelli che ha fatto il possibile per regalare ai suoi un’ultima chance di salvezza. Deludente, il Dicomano: una campagna acquisti ricchissima di grandi nomi (Nencioli, Marrani, Lava, Coralli) eppure tanta fatica per uscire dalla lotta in zona rossa. San Piero-Calenzano sarà l’altro playout: pochi calcoli da entrambe le parti, è stata un’annata da coltello fra i denti e terminerá come tale. Coerenza.

Si legge spesso che i gironi fiorentini (o comunque quelli dell’entroterra) fra i Dilettanti siano fra i meno formativi sotto tutta una serie di punti di vista. Quasi che siano più abbordabili di altri. Un paio di dati. Primo: l’anno scorso il Quarrata arrivò a un soffio dalla vittoria nel Girone A, perdendo poi la finalissima playoff contro la Rondinella per un posto in Eccellenza. Quest’anno la squadra pistoiese ha traslocato nel Girone B ed è retrocessa senza appello, dopo un’annata drammatica.
Secondo: le due regine dello scorso anno nel gruppo fiorentino furono il Montespertoli (vittoria per dispersione nel campionato) e la Rondinella (successo ai playoff). Oggi, in Eccellenza, i gialloverdi sono fuori dalla zona playout, mentre la Rondine non sa neanche cosa voglia dire la parola “salvezza” considerando che ha trascorso tutto l’anno nelle prime cinque posizioni.

Ma è proprio sicuro che il girone fiorentino abbassi il livello della Promozione?

 

Torna in alto