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Pitu porta “Gioia”…e colore a Firenze: l’arte come cura personale e collettiva

Pitu è Maria Josè Arango, artista nata a Medellin in Colombia nel 1998 che sta trasformando (in meglio) le vie fiorentine ed ha inaugurato la sua prima mostra personale curata da Katherine EstradaSuazo.

In pochi mesi Pitu ha già conferito nuova linfa e un gran bel colore alla nostra città, concentrando le sue pennellate nel triangolo Santa Croce, Via dell’Agnolo, Piazza della Signoria: è un fatto di voci che girano, ricordando la vita di quartiere e di esperienze dirette che vengono raccontate e viste, ammirate: “Bellissimo, lo voglio anche io…”. Difficile, infatti, non notare lo stile inconfondibile di questa piccola artista colombiana che ha raggiunto Firenze con la sua valigia da pittrice e ha deciso di fermarsi davanti a tele grigie e spesso rovinate, rendendole nuova dignità. 

Da novembre 2023 ad oggi Pitu ha macinato “quadri” che rimangono permanentemente affissi tra le vie fiorentine, collegando le sue creazioni in una sorta di galleria d’arte en plein air: l’ultimo suo lavoro raffigura il volto di Dante Alighieri ed è visibile quando la Legatoria Artigianale al n.28 tira giù il bandone e lascia in dono, alla vista dei passanti, una proposta artistica al posto del classico grigiume. C’è chi l’ha chiamata per farsi dipingere l’ingresso del proprio garage, perchè l’arte chiama rispetto, le auto non parcheggiano più davanti al volto del David multicromo e i graffitari scelgono altre superfici da imbrattare. 

Pitu la trovate anche in Via Ghibellina, in Via dè Pandolfini, in via S.Giuseppe ma non vi diciamo esattamente dove per non rovinarvi il gusto di cercarla, come fosse una divertente caccia al tesoro. Sicuramente la trovate in Via dè Macci, da venerdì 26 Aprile anche con un presidio fisso che risponde alla sua prima mostra personale: nello studio Officina 22, al civico 28/r, Pitu ha inaugurato “Gioia” che sarà visitabile dalle 12:00 alle 19:00 fino al 3 Maggio. La troverete lì e vi racconterà come, perchè, quando, sempre con un sorriso di chi è grato alla vita. 

Sembrerà che tutto sia avvenuto in maniera fortuita ma niente succede per caso.

Quel che è certo è che Maria Josè, il vero nome di Pitu – il suo soprannome significa Puffo, come l’hanno sempre chiamata fin da piccola per via del suo fisico mingherlino -, ha avuto da subito vibrazioni positive con Firenze, come ci racconta durante l’inaugurazione della sua mostra. Un feeling innato che Pitu non si spiega…o forse si: noi di Dai Colli Fiorentini l’abbiamo incontrata una domenica pomeriggio mentre era all’opera su un bandone fiorentino e l’abbiamo intervistata, incuriositi dalla sua “missione”; allo stesso modo è stata intercettata da Donatella, la titolare di Officina 22 che le ha chiesto di colorare la sua saracinesca e così, come scambio, è nato il vernissage “Gioia”. Incontri casuali che tali, però, non sono. 

Pitu ci ha anche raccontato che è la prima volta anche per Officina 22, convertita in Galleria d’Arte da pochi mesi per volontà di Donatella, dopo che il fratello falegname è deceduto lasciando il suo laboratorio vuoto. L’arte che diventa dunque cura personale e collettiva, come risposta terapeutica al lutto e come antidoto alla grigia spersonalizzazione della nostra città. Per fortuna altri bandoni arricchiranno presto la galleria d’arte a cielo aperto, vi racconteremo quali!

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