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Pecorai, addio Rondinella: “Un viaggio indimenticabile. E rimarrò in Eccellenza…”

A dare i numeri ci ha pensato direttamente la Rondinella: Matteo Pecorai, con la maglia biancorossa addosso, ha giocato 146 partite. E ha scalato con pazienza e lavoro i piani del calcio toscano: dalla Prima Categoria fino ai playoff di Eccellenza: “Siamo partiti dalla metà classifica di Prima, ho lasciato la squadra ai playoff col sogno Serie D. Ne abbiamo fatta di strada in questi sei anni” sorride il portierone che ha scelto di cambiare aria. Classe ’98, Matteo spiega subito il perché del suo addio ai biancorossi: “Ci sono di mezzo questioni soprattutto lavorative. La Rondinella, a partire dall’anno prossimo, anticiperà di un’oretta l’allenamento. Non so se mi volessero mantenere dal punto di vista calcistico, ma ho dovuto dare priorità al lavoro”.

Punteranno ancor di più ai piani alti della classifica, insomma.

“Potrebbero avere più ambizioni, è sotto gli occhi di tutti il fatto che sia cresciuta molto come società in termini tecnici e di strutture. Sono sempre stati molto professionali”.

Matteo, com’è stata l’ultima stagione, quella appena conclusa, col biancorosso addosso?

“Un campionato in cui eravamo consapevoli di aver dato vita a una buona squadra. Fino a metà stagione ci siamo limitati alla metà di classifica, il cambio di allenatore ci ha portato qualcosa in particolare dopo la sconfitta di Scandicci. E da lì, con Tronconi, abbiamo centrato tanti risultati utili che ci hanno portato altissimo: siamo venuti fuori alla distanza. L’obiettivo estivo erano i playoff, lo dimostravano anche i nuovi acquisti: Polo ha segnato 15 gol, Baldesi e Migliorini hanno portato esperienza”.

Un campionato equilibrato più che mai. Alle ultime giornate tutte le squadre si giocavano ancora qualcosa, non capita sempre.

“Sì, c’erano tante compagini di livello, i risultati non erano mai scontati su nessun campo. E il prossimo anno saranno tutte ancora più forti”.

Anche perché tu sarai ancora spettatore interessato del girone B di Eccellenza, no?

“Può darsi…”.

Ti togliamo noi dall’imbarazzo: ti aspetta l’Affrico, altra società ambiziosa nel territorio fiorentino.

“Conosco bene il loro ambiente: sono cresciuto per sei anni all’interno delle giovanili. “Speravo mi cercasse una realtà importante, con un progetto valido alle spalle e con idee concomitanti ai miei impegni lavorativi. Un gruppo sano e voglioso di fare bene. Tutte caratteristiche che corrispondono al profilo dell’Affrico”.

La Rondinella intanto si rinnova: dopo di te, ha salutato anche Alessio Antongiovanni.

“Anche lui aveva diversi impegni lavorativi. Non so dove andrà, ma le offerte non mancano”.

Tre aggettivi per descrivere i tuoi anni alla Rondinella.

“Indimenticabili, inaspettati, non scontati. Ci sono stati momenti in cui sembrava che niente girasse a dovere”.

E momenti che per un portiere rappresentano la straordinarietà. Gli attimi che difficilmente un numero 1 pensa di poter sperimentare sulla propria pelle. Tipo segnare un gol.

“Quello col Calenzano in Promozione, sì… Me lo ricordano ancora, quando mi vedono. Ho una media-gol niente male in categoria, devo dire (ride, ndr)”.

Certo che in Eccellenza ce ne sono di portieri forti, eh. Ne hai in mente uno che a tuo avviso è il migliore di tutti?

“Sopra a tutti metto Crisanto del Signa: credo che ogni collega in categoria lo pensi, mi ci accodo volentieri. Mi piacciono molto anche Bartoli e Burzagli, giovani ed esperti, ma anche Fedele dello Scandicci che vince campionati da due anni. In Eccellenza il livello è altissimo, ma anche in Promozione: ci sono colonne come Mariotti del Fiesole e Morandi del Pontassieve. La scuola dei portieri a Firenze ha funzionato benissimo”.

Le tre partite più importanti della stagione della Rondinella?

“Più di tutte forse la sfida contro il Signa. Prestazione enorme, siamo stati solidi da subito e anche fortunati perché ci siamo ritrovati con l’uomo in più. Stavamo azzannando i playoff, l’obiettivo stagionale, e non potevamo lasciarci scappare l’occasione. E ci metto anche l’incrocio col Grassina: uno scontro diretto fondamentale per i primi cinque posti. Per quanto riguarda l’avvio di stagione scelgo il colpaccio in casa del Mazzola: ci ha dato morale, è stata la prima vittoria dell’anno”.

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