Foto a cura di Fabio Vanzi.
Pagelle a cura di Niccolò Righi
Ancora un pareggio, il sesto in otto partite, che fa rima con mediocrità, più che ambizione. La Fiorentina non riesce a sfatare il tabù Castellani, dove la vittoria manca dal novembre 2016, e contro l’Empoli non va oltre uno scialbo 0-0 in cui forse i portieri potranno risparmiare shampoo e lavaggio delle proprie divise. Piccola nota polemica a margine: immaginiamo la contentezza di uno spettatore di Los Angeles che si è alzato alle 08:30 della mattina per vedersi quest’imperdibile spettacolo offertogli dallo spezzatino del calcio moderno.
LE PAGELLE
De Gea 6: Non impeccabile su un tiro che respinge sul petto di Colombo, ma per il resto, come detto, è uno spettatore non pagante.
Dodò 6,5: certamente il più pimpante della Fiorentina, l’unico che tenta qualche guizzo per dare un po’ di verve ad una gara che altrimenti avrebbe il suo picco massimo nella pallonata in faccia che rifila a Pezzella e che lo fa scoppiare a ridere.
Comuzzo 6,5: probabilmente più a suo agio nella difesa a 4, rende inoperoso Esposito per tutta la partita.
Ranieri 6: dietro è quello che balla di più, anche se pure lui si vede che è più a suo agio nella difesa a 4. Si fa saltare troppo facilmente da Colombo nel primo tempo.
Gosens 6,5: forse meriterebbe qualcosa di meno, però non voglio mettere in croce un giocatore fatto e finito per giocare da esterno di centrocampo e che invece vede le sue cavalcate bloccate da Kouamé.
dall’89’ Parisi S.V.
Bove 5: ha sui piedi l’occasione più ghiotta di tutta la partita ma a tu per tu con Vasquez non c’entra nemmeno la porta. L’arbitro per sua fortuna fischia fallo, ma la sensazione è che se avesse segnato e fosse stato possibile attivare il VAR il gol sarebbe potuto essere valido. Oltre a ciò perde una quantità infinita di palloni. Palesemente a disagio come mediano davanti alla difesa, resta inspiegabilmente in campo per tutti i 90 minuti.
Cataldi 6: la definizione di equilibratore. Mai un errore da matita rossa, mai una giocata da boato.
dal 71’ Adli 6: a me quando è entrato non è dispiaciuto, provando subito a verticalizzare un pallone per Kean. Il motivo per cui non giochi mai inizia a farsi misterioso.
Colpani 4,5: qualsiasi cosa si possa sbagliare lui la sbaglia. Enorme passo indietro rispetto alla gara con la Lazio, una gara in cui aveva colpito un palo da solo davanti al portiere. Il che la dice tutta sulla partita di stasera.
dal 71’ Ikoné 6: qualche spunto e poco più, in una partita che già dopo un’ora non aveva più nulla da dire.
Gudmundsson 5,5: anche per lui la sensazione è che sembra un po’ sacrificato in un ruolo che lo limita nelle spaziature. Nel primo tempo scende anche a centrocampo per ricevere la palla ma nella ripresa, complice una condizione atletica forse ancora non impeccabile, cala di ritmo ed esce dalla partita.
dal 71’ Beltran 5: credetemi, mi dispiace molto condannarlo. Ma gli capitano due occasioni: di testa da buona posizione non prende la porta e da esterno getta completamente alle ortiche un cross che sarebbe potuto essere pericoloso. Il 5, dunque, mi sembra inevitabile.
Kouamé 5: inspiegabile il suo impiego che toglie campo a Gudmundsson per svariare e a Gosens per salire. Ancora più inspiegabile l’averlo tenuto in campo più di 80 minuti.
dal 81’ Sottil S.V.
Kean 5,5: tantissima abnegazione, tantissima grinta e tantissima voglia. Ma in 90 minuti non calcia mai in porta e l’unico tiro pulito che ha lo spedisce nel fiume che costeggia il Castellani. Mi sbaglierò, ma inizio ad aver paura che Kean sia il classico centravanti che ha bisogno di 3/4 palle da gol nitide prima di sbloccarsi.
Palladino 5: un passo in avanti e due indietro, in un gioco dell’oca che lo sta facendo finire inevitabilmente nel banco degli imputati. Bene il passaggio alla difesa a 4, ma per il resto la Fiorentina in campo sembra un insieme di undici giocatori quasi per nulla assortiti. Il dialogo tra i compagni stenta e le discussioni per ogni singolo piazzato stanno diventando stucchevoli e sintomo di un ambiente nervoso e poco armonioso. In una Serie A in cui ancora le (presunte) protagoniste stanno facendo fatica c’è ancora tempo per riprendere in mano il timone della nave. Ma ora che riparte anche la Conference il tempo a disposizione sarà sempre meno.