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Ius Scholae, Per Una Cittadinanza Attiva replica al PD: “Distorto il senso, voto contrario? Ecco perchè”

 Il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli, tenuto giovedì 26 Settembre, lascia strascichi e polemiche, botte e risposte tra le forze consiliari su temi d’attualità come lo ius scholae. Nel dettaglio l’ultima seduta consiliare ha visto l’approvazione di una mozione presentata dal gruppo del PD e dal gruppo Bagno a Ripoli al Centro, riguardante la modifica della legge N. 91 del 1992 sulla cittadinanza per l’istituzione dello jus scholae.

Tra i voti contrari alla mozione anche quello di Per Una Cittadinanza Attiva, spiegato in sede di Consiglio Comunale dal capogruppo Beniamino Deidda. Tuttavia il Partito Democratico, nella giornata di ieri, ha diffuso un comunicato (leggi qui) che sottolineava il voto contrario della realtà rappresentata da Redini e Deidda commentando così’: “Crediamo che i più delusi da questo comportamento siano proprio i ragazzi che da tanto tempo aspettano il riconoscimento di questo diritto e che a parole si dice di voler difendere e aiutare. “

La replica di Per Una Cittadinanza Attiva non si è fatta attendere:

“Basterebbe andare a rivedere la registrazione video della discussione sulla mozione, presentata da PD e Bagno a Ripoli al Centro sul tema della cittadinanza, per rendersi conto che il comunicato del Partito Democratico distorce totalmente il senso e il valore dell’intervento del Capogruppo, Beniamino Deidda, e le ragioni a sostegno del voto contrario del nostro gruppo consiliare. A volte la stanchezza fa brutti scherzi. 

La posizione, illustrata in Consiglio, era tesa a dimostrare che i modi con cui l’Europa ha finora disciplinato la concessione della cittadinanza appartengono ad una visione ottocentesca degli Stati e dei confini. I criteri finora adottati sono stati tre: due criteri, lo ius sanguinis e lo ius soli, affidati al caso, (il sangue dei genitori e la nascita in un posto anziché in un altro); e un terzo, lo ius scholae, fondato sul riconoscimento da parte del richiedente della superiorità della civiltà del paese ospitante. Il presupposto della superiorità della civiltà del Paese che deve concedere la cittadinanza, e di cui occorre conoscere la lingua le tradizioni e i costumi, è un criterio vecchio e non più adatto all’Europa e all’Italia di domani.

Abbiamo sostenuto, perciò, che non possiamo prospettare al Parlamento soluzioni vecchie come lo ius scholae, per il quale c’è già perfino il sostegno di Forza Italia e di altre forze di destra e di centro. Una forza consapevole di sinistra va oltre, verso una disciplina più adatta finalmente ad una società ormai multietnica. Ci saremmo aspettati, quindi, che i proponenti ritirassero la mozione presentata e ne presentassero al prossimo Consiglio un’altra più avanzata e conforme a questa impostazione. A maggior ragione, dopo aver visto che diversi consiglieri del PD ed Assessori sono andati a complimentarsi per la qualità dell’intervento di Deidda. 

Siamo rimasti quindi stupiti nel leggere un comunicato, in cui si dice (con una certa faccia tosta) che con “questi comportamenti”, cioè con il nostro voto contrario, si allontanano i giovani dalla politica. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. I politologi di ogni tendenza ci hanno inutilmente spiegato che i giovani (e gli adulti) si allontanano dalla politica per i comportamenti e le politiche dissennate di tutte le forze, nessuna esclusa, che negli ultimi lustri hanno governato questo sciagurato Paese: nello Stato, nelle Regioni, nei Comuni. 

Noi non siamo mai stati al governo. Beniamino Deidda ha fatto un mestiere che lo ha costretto talvolta a sanzionare le cattive politiche e il malaffare dei partiti che hanno governato le nostre istituzioni.  Occorre riflettere, talvolta, per non fare sghignazzare i giovani e coprirsi di ridicolo.

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