La Natura ci parla, titolava lo scrittore Hesse.
In questo inverno che non è più tale, i peschi fioriscono a metà Febbraio e non, come di consueto, tra Marzo e Aprile. L’immagine che abbiamo scattato immortala un fiore già sbocciato e un altro che tra qualche ora si aprirà, lungo la Via di Rosano SP34, tra la Valdisieve e Bagno a Ripoli.
Il Consorzio Lamma l’ha definito un non-inverno meteorologico, che potremmo archiviare definitivamente tra circa due settimane. Una sorta di autunno prolungato iniziato effettivamente a fine ottobre e protratto per i mesi invernali, raggiungendo il traguardo insperato di cinque mesi filati. Il freddo accessorio di ore notturne è sempre meno impattante rispetto al passato e alla normalità, in evidente fase di riscrittura.
Senza scomodare la mancanza di neve sugli Appennini e lo stato d’animo che si rattrista davanti a montagne asciutte, pensiamo a quante poche volte rispetto ad anni fa, nelle nostre aree fiorentine, ci siamo trovati l’auto da “sbrinare” nelle ore mattutine.
Pensiamo alla mimosa, fiorita con un mese d’anticipo rispetto all’8 Marzo, ricorrenza che la vede protagonista (se ci arriva!): “le alte temperature – sottolinea la Coldiretti – mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato anche con fioriture fuori stagione e il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti. Ma con il caldo le popolazioni di insetti dannosi per le colture sopravvivono per attaccare successivamente i raccolti nella prossima primavera. Sono gli effetti di un inverno mite senza pioggia che ha fatto registrare fino ad ora una temperatura superiore di quasi due gradi superiore la media storica (+1,87 ).”
Come se tutto fosse anticipato di un mese, con evidente dinamiche ambientali e naturali da ridefinire, temendo la siccità, temendo ghiacciate improvvise a fioriture già avvenute (delle vigne, per esempio) che rovinerebbero la stagione del raccolto. Fa strano vedere fiori già sbocciati e il rosa che interrompe il paesaggio di rami secchi: “l’inizio del 2024 conferma la tendenza al surriscaldamento anche in Italia dove lo scorso anno è stato il più bollente mai registrato facendo registrare lungo la Penisola una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che rilevano le temperature dal 1800.” Già nel 2023, in un articolo datato 10 Gennaio, vi avevamo raccontato di segnali della natura fuori stagione: un anemone rosso sbocciato e la testimonianza di una mimosa in fiore il 3 gennaio.