C’è emozione, orgoglio, senso di appartenenza nelle parole di Francesco Sacconi, tecnico del Cerbaia che ha scritto la storia, accedendo per la prima volta in Promozione: “Abbiamo compiuto un’impresa storica. Dal 1946 il Cerbaia non era mai andato sopra la Prima Categoria: raggiungere questo traguardo in così tanti anni di storia riempie di orgoglio società, tifosi e paese. Quando vince una grande società, una habitué, capita che si possa festeggiare con meno sorpresa. Ma stavolta noi abbiamo scritto qualcosa di epico”.
Domanda scontata in apertura: te lo aspettavi?
“La società ci aveva chiesto di fare meglio dell’anno scorso. Ovvero: arrivare ai playoff sopra il quinto posto, perché lo scorso anno la squadra era rimasta tagliata fuori dalla forbice. Quando abbiamo visto il girone, però, abbiamo capito però che già sarebbe stato difficile giungere ai playoff: tutto ciò che è venuto dopo è stato straordinario. Sapevo bene delle potenzialità della mia squadra, credevo e speravo di poter fare bene”.
Qual è la partita che conservi nel cuore, ripensando a questa annata?
“Quella a Novoli, inevitabilmente. Al 65′ perdevamo 0-3. Al fischio finale eravamo sopra 4-3. Come dico sempre ai miei giocatori, bisogna sempre avere la forza di fare ciò che va fatto. Bisognava metterci sotto a rimontare e lo abbiamo fatto. I ragazzi hanno capito che in quel momento bisognava compiere qualcosa di straordinario”.
E i derby, immaginiamo.
“Tre giocati, tre vinti. Che orgoglio trionfare così davanti a 1500 spettatori”.
Un po’ di numeri: 25 risultati utili consecutivi, miglior rendimento sia in casa che in trasferta, miglior attacco (50 gol) e miglior difesa (24 subiti). Quale di questi record ti inorgoglisce di più?
“Sicuramente il dato sui 25 risultati utili di fila. Speriamo che diventino 26, fra parentesi. Sono anche contento delle 8 vittorie di fila nel girone di ritorno, quando solitamente anche le squadre meno attrezzate acquistano forza e pericolosità: anche chi lotta per non retrocedere sa metterti in estrema difficoltà, negli ultimi mesi di campionato. I ragazzi hanno avuto una tenuta mentale clamorosa, dimostrando di saper rincorrere la capolista di turno: prima il Barberino, poi il Calenzano, infine lo Jolo. Sapevamo di non poter perdere mai il passo, all’interno di questo inseguimento: 8 vittorie di fila significano mentalità straordinaria e capacità di essere più bravi degli altri”.
Qual è stata la contendente che ti ha preoccupato di più, durante l’anno?
“Ce n’era più di una, devo dire la verità. Ma se devo sceglierne una, penso al Barberino Tavarnelle: erano reduci da un’annata straordinaria, avevano preso un giocatore di assoluto spessore come Cubillos e nelle prime giornate erano partiti molto forte”.
L’ultima concorrente rimasta in corsa per la Promozione era lo Jolo.
“Avevo già lottato contro lo Jolo nell’anno in cui vinsi i playoff allenando il Novoli: vincemmo contro di loro la finale intragirone”.
In estate il Cerbaia aveva cambiato tantissimo, scegliendoti assieme all’ossatura del tuo Novoli. Avete fatto la differenza.
“Sì, anche se sapevamo che per amalgamare il tutto ci voleva tempo. La società ha cambiato 11 giocatori rispetto all’anno scorso, era inevitabile che ci fosse da aspettare. Ma il gruppo squadra ha fatto presto ad ambientarsi, si è creato un movimento enorme: un blocco unico fra società, staff tecnico, giocatori e tifo. Abbiamo un gruppo di ultrà, la Curva Bubba, che ci segue su ogni campo: fra loro ci sono anche i miei tre figli, è meraviglioso. Loro e mia moglie sono il mio vero segreto. Approfitto per ringraziare, oltre alla mia famiglia, la società nelle persone del ds Maurizio Maestrelli, il dg Silvio Cei, il vicepresidente Andrea Presciutti, infine il presidente Luca Presciutti”.
Fra di voi c’è Giovanni Di Tommaso, al decimo campionato vinto in carriera. A più di 40 anni, anche lui sta scrivendo la storia.
“Ha trovato la doppia cifra nonostante non sia riuscito a giocare tutte le gare. E si è confermato un esempio per tutti, giovani e vecchi, dando sempre dimostrazione di professionalità al servizio della squadra. Faccio un esempio: abbiamo calciato 8 rigori, se avesse voluto avrebbe potuto sicuramente batterli tutti lui, e invece la stragrande maggioranza l’ha voluta lasciare a Claudio Enache, altro specialista”.
Che idee hai riguardo al tuo futuro al Cerbaia?
“Il presidente e il ds mi hanno confermato, la mia volontà è quella di rimanere. Ci vedremo, parleremo fra una settimana. Ma dopo aver fatto qualcosa di storico, sarebbe un peccato non continuare. E riguardo alla futura Promozione, mi piacerebbe tanto giocare contro il Lebowski: sono un ragazzo di curva, hanno un’atmosfera straordinaria. Sarebbe splendido per me e per i ragazzi ci seguono in tribuna, per confrontarci con una realtà enorme come quella”.