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Il 2024 del Cubino- Marzoli: “Fra due anni saremo mina vagante anche in Promozione”

Ma come fa il Cubino a sorprendere sempre? Alessio Marzoli, bomber di lungo corso della storia gialloblù (da 7 anni è punto di riferimento in attacco), risponde senza esitazione: “Il mix fra società e ragazzi è la nostra carta vincente”. La spensieratezza prima di tutto, in ogni categoria: “Il discorso va oltre il fatto che siamo neopromossi e quindi capaci di giocare senza la pressione di dover vincere il campionato a tutti i costi: c’è voglia di giocare a calcio a prescindere, anche quando eravamo in Seconda. Mai pressioni negative, nei momenti fortunati e un po’ meno durante la stagione. Ormai siamo un gruppo di amici da sempre”.

Il discorso vale anche per la Promozione. Una categoria sconosciuta per la vostra società, eppure siete in zona playoff.

“Ci premia l’aspetto umano, prima di tutto. Chi viene a giocare qua lo fa per la maglia e per la passione verso il calcio. E quando riesci ad amalgamare così bene un gruppo, i risultati vengono da soli”.

Secondo te c’è molto divario fra voi e chi vi precede in classifica, in particolare San Giuliano e Pietrasanta?

“Le abbiamo affrontate nel girone di andata pareggiando con entrambe. Nei 90 minuti non si è percepito un divario così lampante. Credo che la differenza sia più che altro negli investimenti economici: le loro società hanno un budget per noi non sostenibile. Fanno calcio in modo stimolante, per carità, ma non è la nostra idea. Nel giro di due-tre anni pensiamo di poter diventare una mina vagante della categoria, credo che ci potremo riuscire nei prossimi due-tre anni”.

Poi c’è Alessio Marzoli, trequartista col vizio del gol, al centro della manovra gialloblù. Ti sei fissato un traguardo di reti da centrare?

“La mia forza è sempre stata quella di non fissarlo, a dire il vero. Fa sempre piacere provare a raggiungere la doppia cifra, ma non è un pensiero oppressivo, anzi, mi piace pensare anche all’assist e alla valorizzazione dei ragazzi che completano il reparto con me”.

Il gol del 2024 che ti porti dentro più di tutti?

“Facile, quello contro il Forte dei Marmi. Giocavo da capitano, è stato il primo del Cubino in Promozione, quando penso al fatto che sono riuscito a segnarlo io mi emoziono”.

Che girone è quello del mare di Promozione?

“Ci sono budget faraonici e trasferte non facilissime, ma a livello di gioco troviamo squadre che hanno idee simili alle nostre: la palla non si butta mai via, c’è sempre la voglia di tentare la giocata meno banale. Non sentiamo la mancanza delle fiorentine del Girone C, che a mio avviso è assai diverso: lì sarebbe stato più complicato ambientarci”.

Quali istantanee di questo 2024 conservi nel cuore?

“Sicuramente la vittoria a Reggello di inizio anno. Eravamo primi a +2 su di loro, vincemmo 1-0 soffrendo non poco. Ma con quell’allungo abbiamo capito una volta per tutte che si poteva puntare al campionato. Ne parliamo ancora oggi, in spogliatoio: ci ha dato una forza spaventosa. Naturalmente anche la vittoria col Casellina all’ultima giornata, quella della festa per la Promozione: abbiamo chiuso a 69 punti, con 22 vittorie su 30 gare giocate. Un campionato dominato”.

Tre aggettivi per definire il vostro anno?

“Impensabile, perché nessuno si aspettava di vincere prima e di confermarci poi; speciale, perché abbiamo vissuto emozioni impresse per sempre; vincente, perché non ci siamo posti limiti”.

Che voto diamo al 2024?

“Per forza un 10, il più alto di tutti”.

Il Cubino può diventare fonte di ispirazione col suo modello?

“Penso di sì, ma ci sono sicuramente altre squadre con un modello simile al nostro. L’unica cosa è che in poche forse giocano in un campionato prestigioso come la Promozione. Noi ci confrontiamo con gente che vanta un budget quadruplo rispetto al nostro: per un modello come il nostro ci vuole tanto sacrificio. Abbiamo dato una bella dimostrazione a tutti che si può far calcio da amici, con una società che sa scegliere le persone di cui contornarsi sia in campo che fuori. Serve fare gruppo e compattarsi: l’età media è molto bassa, siamo tutt’altro che a fine ciclo”.

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