E’ terminata da pochi minuti la riunione delle trentasei società che compongono l’Eccellenza Toscana, alla quale ha partecipato anche l’USD Antella 99 del presidente Marco Ronchi: una riunione online fra i rappresentanti delle realtà regionali ed il presidente del CRT Paolo Mangini.

Di fronte a preferenze variegate e pareri discordanti, sono emerse due condizioni fondamentali per una possibile ripartenza. La prima è la sicurezza: si ripartirà col protocollo attualmente vigente in Serie D, ovvero quello che prevede un giro di tamponi per tutti i gruppi squadra nelle 48 ore precedenti la partita. La spesa economica per sostenere i tamponi si “appoggerebbe” al Governo: Mangini ha infatti annunciato alle società che la Federazione farà richiesta al Governo per ricevere i fondi economici destinati alle spese sanitarie, che permetterebbero il totale risparmio alle società. La seconda condizione riguarda il pubblico: niente porte chiuse, come hanno sentenziato le società nella riunione. Si giocherà a capienza ridotta, e di conseguenza potrebbe arrivare una parziale riapertura anche per gli stadi di Serie D.
Detto delle condizioni per ripartire, entriamo nel campo delle ipotesi.
Quando si tornerebbe a giocare? Sicuramente non prima del 15 marzo, ma neanche dopo Pasqua: si pensa allora alla fine di marzo come data della ripresa delle partite.
Chi può ripartire? Soltanto l’Eccellenza, mentre dalla Promozione in giù sicuramente rimarrà tutto fermo.
Come si ripartirebbe? Giocando solo il girone d’andata, lasciando spazio a zero o una sola retrocessione. La maggior parte delle società propende per ripartire dalla terza giornata, dando valenza alle prime due gare disputate a Settembre, opzione che sfavorirebbe clamorosamente le squadre resesi protagoniste di una falsa partenza, proprio come l’Antella. I bianco-celesti, non soli nell’ipotesi, hanno avanzato la proposta di ripartire ex novo e disputare l’andata oppure, se dalla terza giornata, per un campionato “normale” con andata e ritorno. Se fosse, come è possibile, un torneo senza retrocessioni si tratterebbe di un mini-campionato di due mesi che non avrebbe finalità agonistiche (né senso) per la parte bassa della classifica (la quale ne gioverebbe soltanto in termini di preparazione atletica in vista del nuovo campionato di settembre/ottobre), mentre nelle zone alte rimarrebbero i playoff con la garanzia dell’accesso alla Serie D per le vincitrici dei gironi.
Chi vuole ripartire? La maggior parte delle società, anche se sono numerosi coloro che non sono d’accordo: rimangono le perplessità dell’Antella per un campionato che, se mettesse in palio la retrocessione per l’ultima piazza, condannerebbe gli uomini di Alari alla ripartenza direttamente dalla terza giornata con zero punti e poche partite per evitare l’amaro verdetto. L’alternativa allora sarebbe di “annullare” le due giornate disputate a ottobre e ripartire con tutte le formazioni a zero punti, dando così l’ultimo tentativo di credibilità ad un campionato decisamente anomalo.
A chi conviene ripartire? Alla Lega Nazionale Dilettanti, più di tutti: in questo modo infatti il campionato di Serie D si concluderebbe in maniera credibile, con le retrocessioni confermate, poichè se non ripartisse l’Eccellenza le formazioni della quarta serie, indipendentemente dal risultato sul campo, si salverebbero tutte.
Quando ne sapremo di più? Il 5 febbraio, quando la Lega avrà in mano le risposte del governo riguardo alle spese per i tamponi e potrà discuterne nuovamente con le società di Eccellenza, che avrebbero poco meno di un mese per preparare le squadre al rientro in campo. Con una deroga speciale: il mercato potrebbe restare aperto per tutto il periodo in cui si disputerà il campionato, per cui si potrebbe pescare anche in Promozione in caso di defezioni numeriche.
Uno scenario tutto da scoprire, con l’impressione (neanche troppo vaga) che il tavolo società-Federazione-Governo porterà ancora a numerose sorprese.