Siamo stati alla manifestazione indetta dagli studenti liceali dell’Agnoletti, succursale di Campi Bisenzio, per raccogliere nuovamente le loro istanze ed ascoltare le criticità giornaliere
Un nugolo di giovani occupa i due lati della piazza, alcuni sono sotto il palazzo comunale, altri costeggiano il teatro intitolato alla memoria di Carlo Monni. La sua statua è lì, a pochi metri dalla protesta. Siamo a Campi Bisenzio dove ieri mattina, mercoledì 29 Gennaio, circa una ottantina di studenti della succursale campigiana del Liceo Agnoletti hanno indetto una manifestazione autorizzata per portare in piazza le problematiche vissute a scuola. Della serie: se le Istituzioni e la scuola non vanno verso gli studenti, sono gli studenti ad andare incontro alle autorità.
Sono le 7:30 ed il primo ritrovo è davanti ai cancelli della scuola, in via Garcia Lorca, poeta spagnolo fucilato dalle forze franchiste. Nessuno (o quasi) entra, oggi c’è manifestazione e non per pretesti lontani e futili bensì per una battaglia di civiltà che coinvolge direttamente gli stessi protestanti. Le criticità sofferte dai liceali ve le avevamo già raccontate in un precedente articolo (leggi qui) e qui le riassumiamo: incapacità di portare le istanze studentesche all’attenzione della Dirigenza Scolastica; la ristrettezza degli spazi causata dall’incremento degli alunni con classi stipate in ex sgabuzzini, come ci raccontano gli stessi ragazzi usando proprio questo termine; la conversione, per lo stesso motivo, di biblioteca e aula magna in classi con la diminuzione di luoghi di studio condivisi; l’assenza di un’area esterna di ricreazione, occupata adesso da container adibiti ad aule per alunni della scuola media; l’assenza di tapparelle o tendine per mitigare l’impatto del sole che crea un effetto serra insostenibile nei mesi più caldi, tanto da obbligare i liceali ad arrangiarsi con soluzioni di fortuna…come del cartone applicato al vetro.
La lista è sorprendentemente lunga, prendiamo appunti a fatica per restare al passo con le istanze dei giovani. Intanto sono le 9:00 e la protesta si è spostata camminando sotto il Comune, dove li troviamo con megafono, microfono, cassa per farsi sentire meglio. Affiancati, con il volto diretto al terrazzino del Comune di Campi Bisenzio sostengono quattro striscioni, uno dice:
“A SCIENZE APPLICATE L’UNICA COSA APPLICATA E’ IL VOSTRO MENEFREGHISMO”.
Alternano momenti di silenzio ad altri di frastuono collettivo con cori da stadio, non incitano beniamini sportivi ma le Istituzioni (comunali e scolastiche) affinchè si crei un colloquio costruttivo. Che adesso manca, come ribadiscono i ragazzi mentre raccogliamo le loro voci arrabbiate: “Se non ci considera neanche il Preside, come possiamo pretendere che ci diano ascolto Comune e Città Metropolitana?”. E’ il riassunto perfetto di una storia all’italiana: rimbalzati come palline del flipper da un ente ad un altro, senza arrivare a niente.
Dopo cinque minuti dal nostro arrivo veniamo circondati dagli studenti dell’Agnoletti presenti in piazza Dante. Per prima incontriamo Viola, la rappresentante d’Istituto, classe quarta, che ci spiega il pre-manifestazione: i ragazzi hanno tentato più volte la via diplomatica, chiedendo dapprima un confronto con la dirigenza scolastica; hanno poi inviato una mail al Preside elencando tutte le problematiche predette, riuscendo finalmente a dialogarci ma senza ottenere un riscontro esauriente rispetto alle soluzioni.
Usciti dall’incontro senza certezze, si è optato per scendere in piazza, organizzando la giornata odierna. Dopo Viola è il turno di tanti altri ragazzi dell’Agnoletti di Campi Bisenzio, sono tanti e di diverse classi, dalla prima alla quinta, accomunati da disagi che non risparmiano nessuno: ai già citati si aggiungono l’immobilismo totale sul fronte gite che rischia di far naufragare uno dei più bei ricordi di un adolescente, i furti avvenuti nel periodo natalizio che hanno lasciato la struttura senza computer e l’assenza di un sistema di sicurezza che impedisce il rifornimento attuale di pc. Come ci spiega una ragazza che frequenta la quinta:
“Dopo i furti avvenuti stiamo facendo informatica su carta, non abbiamo pc e chissà quando li riavremo. Per noi è impossibile prepararci…e pensare che informatica, a Scienze Applicate, è anche materia d’esame.”
Si percepisce l’urgenza di ascolto espressa da questi ragazzi, che fremono davanti alla possibilità di esprimersi. Parliamo con alcuni alunni della 3 H, abitano a Sesto Fiorentino ma non sono tra i fortunati che frequentano oggi il nuovo plesso sestese dell’Agnoletti inaugurato nel 2022. Il disservizio che vivono ogni giorno e come hanno dovuto organizzarsi in forma indipendente ha dell’incredibile: in circa 10 studenti di Sesto, per raggiungere la scuola di Campi, dovrebbero cambiare due bus con varie difficoltà; tuttavia, malgrado le richieste, in questi anni non si è provveduto ad integrare una linea dei mezzi pubblici o individuare fermate ad hoc per collegare meglio Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio in ottica scolastica. Come hanno risolto questi ragazzi? Le famiglie si sono affidate ad associazioni di volontariato per un trasporto extra e totalmente privato, pagando di tasca propria una cifra non prevista di circa 800 euro l’anno. Questa storia va avanti da tre anni, senza che scuola, istituzioni comunali e Città Metropolitana trovassero un’alternativa valida per mediare verso una soluzione.
Sono circa le 11:00 e nessuno, tra referenti scolastici e comunali, si è fatto vivo. Anche davanti al Comune, pur nella piazza centrale del paese, la considerazione ricevuta è insufficiente…da penna rossa e voto bassino. Intanto iniziano a scendere due gocce di pioggia, gli studenti prendono di nuovo iniziativa tramite la loro rappresentante d’istituto: è lei ad entrare dentro il palazzo comunale e parlare con un dipendente per avere notizie a riguardo e chiedere la possibilità di parlare con qualcuno. La risposta ricevuta? Un bigliettino con su scritto la mail del sindaco per richiedere un appuntamento.
Dopo mesi di impegno e storture, dopo una mattinata di manifestazione autorizzata davanti al Comune, gli studenti se ne escono così: con un indirizzo mail che si poteva trovare in trenta secondi sul web. Ci viene da dire solo una cosa: rimandati a settembre!