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Antellese di nascita, sampolese d’adozione, Leo Cozzini: “Il mio San Polo in Terza Categoria”

Sognare si può, sull’onda della leggerezza e senza la minima pressione. Il San Polo comanda il girone fiorentino di Terza Categoria assieme al Capraia, col desiderio enorme di prendersi un salto al piano di sopra. E può godersi il primato forse più di tutti Leonardo Cozzini, antellese di nascita ma ormai sampolese di adozione: il capitano biancorosso è l’unico reduce dal 2023, l’anno che ha segnato l’avvento di un nuovo ciclo in casa chiantigiana: “Sono diventato capitano quattro anni fa. Poi, dopo il 2022-23, in due erano rimasti con me. Ma ora sono l’ultimo reduce da quel periodo”.

Nel 2021-22 il San Polo era a un passo dall’approdo in Prima. Una vita fa.

“Mi ricordo che c’era tanta voglia di arrivare. Nessuno aveva mai vinto un campionato, fra i ragazzi che componevano lo spogliatoio: c’era il desiderio di scrivere la storia del paese e della società, il San Polo del resto non era mai arrivato in Prima Categoria nella sua storia. Sarebbe stato qualcosa di straordinario”.

Ma anche la vittoria del campionato di Terza manca da anni.

“Dal 2013-14, se non sbaglio. Ecco perché quest’anno vogliamo davvero toglierci questa soddisfazione e farlo sul campo, senza ripescaggi o playoff”. 

Vi aspettavate di trovarvi a gennaio in vetta, dunque.

“Le premesse c’erano tutte, abbiamo fatto acquisti importanti: in tanti sono scesi dalla Seconda Categoria con la voglia di darci una mano. Aspettavamo un ripescaggio, poi non si è verificato e quindi siamo ripartiti dalla Terza ma con grandi aspettative. La squadra era costruita per il podio”.

Anche se totalmente rivoluzionata.

“I confermati rispetto alla scorsa annata erano soltanto otto, poi in due ci hanno lasciato. L’ossatura quindi è rimasta formata da solo sei di noi. Francesco Pucci, il nostro mister, ha poi pensato al resto. Siamo una famiglia allargata, ci vogliamo bene e siamo pronti a raggiungere sul campo ciò che il ripescaggio non ci ha dato in estate”.

La concorrenza però è folta.

“Capraia e San Vincenzo sono fortissime. Squadre quadrate, compatte: il San Vincenzo ha incassato solo 7 gol in tutto il campionato, le partite secche le gestisce forse meglio di tutti”.

Come definiresti il tuo San Polo, invece?

“Siamo una squadra abituata a lottare, abbiamo ribaltato tante situazioni delicate. Siamo aggressivi, tendiamo a giocare sempre palla a terra, e siamo pochi a farlo in categoria. Quando vai fuori casa ti fanno la guerra”.

La vittoria che per ora conservate più volentieri nel cuore?

“Direi quella contro il Capraia. Una gara pressoché perfetta: è la loro unica sconfitta in stagione, considerando che sono arrivati pure in semifinale di Coppa”.

Sei al San Polo dal 2015-16. Ne hai viste di ogni tipo.

“Ogni anno c’è sempre stato da ricostruire, sono passati allenatori e presidenti. Ma ora abbiamo raggiunto stabilità grazie ad alcune fondamentali figure: penso a Giacomo Bartoli, figura dirigenziale che come nessun altro ha saputo gestire la società in questi anni. Per me un punto di riferimento. Di recente ci stanno dando una mano altre figure dirigenziali, tutti sempre molto fiduciosi in me. Siamo un gruppo estremamente strutturato, dal presidente Viviani Della Robbia fino a chi ci ospita in paese e non ci fa mai mancare nulla, dalle maglie alle attrezzature in campo: una grande famiglia, davvero”.

E che rapporto hai col paese?

“Splendido. Ci seguono in casa e in trasferta, sento che mi vogliono bene. Vengo dall’Antella, mi sento quasi adottato”.

Secondo te l’idea di andare in Prima potrebbe essere ancora fattibile, nel lungo periodo?

“Assolutamente sì. Questa squadra potrebbe già dire la sua nel prossimo campionato di Seconda Categoria. Costruendo poi magari le basi per una vittoria del campionato. E una prima volta storica in Prima”.

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