Notizie in Tempo Reale dal Territorio

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Antella, il racconto di Alberto: “E’ tutto da buttare, l’acqua ha buttato giù il muro e spezzato i vetri”

Leggi anche: Antella, devastati dal nubifragio






Il racconto di Alberto è la testimonianza avvilente di un disastro inatteso, come lui stesso conclude, “un’esperienza che auguro di non provare”.

Tra le macerie del giorno dopo la voce è sfinita, sfiancata da una notte insonne e da danni che si contano con gli occhi. Ancor prima che con i numeri.

Per la famiglia antellese Del Grazia la devastazione causata dal nubifragio è doppia (leggi qui): sia la residenza di Alberto che la casa del padre Renzo, adiacenti e situate in Via Labriola, si ritrovano allagate, infangate, sconvolte da litri di acqua riversati nel giardino prima e nei locali interni poi.

Rompendo i vetri ed abbattendo muri come la “Dolcenera” di De Andrè: “Nera che picchia forte che butta giù le porte”.

Alberto ricorda gli attimi concitati di poche ore fa: “Era circa la mezzanotte, dalla fogna ha iniziato a sgorgare acqua in eccesso mentre il resede del magazzino che confina con la nostra abitazione ha iniziato a riempiersi di pioggia, fungendo da contenitore. Tanta, troppa.”

Ad un certo il muro delimitante le due aree – il magazzino e l’abitazione di Alberto – non ha retto la forza del bacino di acqua creatosi che, con portata e forza innaturale, è scrosciato sul giardino rivolgendosi minaccioso verso gli accessi alla casa.

“L’acqua ha rotto i vetri ed è entrata in casa portando con sè pezzi del muro distrutto, travolgendo tutto e raggiungendo il metro e ottanta di altezza. Stiamo trovando calcinacci e parti di muro ovunque. Un disastro”.

Alberto e la sua famiglia, malgrado l’ora, erano svegli: “Fortunatamente non eravamo già a letto, allertati dal forte temporale che già stava creando disagi. Ancor prima che venissimo travolti, l’acqua stava iniziando ad entrare dalla porta di casa a causa delle fognature non libere. Abbiamo anche chiamato la Polizia Municipale per segnalare la criticità ma, purtroppo, la linea era intasata da chiamate legate al maltempo e, una volta raggiunti, ci hanno spiegati che operazioni sulle fogne non sono di loro competenza.”

Stamani, dopo una nottata da incubo e l’intervento della Protezione Civile (e del Sindaco Francesco Casini), è il giardino ad essersi riempito di suppellettili, oggetti della casa, roba in legno, poltrone. Tutto da buttare. Alberto, Renzo ed alcuni amici aiutanti della famiglia si sono adoperati per togliere acqua e fango dalla casa, facendo la conta di cosa non è più utilizzabile.

Le nostre due case al pian terreno si sono riempite d’acqua, una sciagura a tutti gli effetti: le caldaie sono da gettare, così come lavatrici, lavastoviglie ed elettrodomestici, persino i vestiti sono pieni di fango. Non auguro a nessuno di vivere un’esperienza del genere”.











Torna in alto