Stangata del tribunale di Firenze per il Comune di Bagno a Ripoli e non solo: condanna pari a oltre un milione di euro di opere
La Giustizia, Tribunale Ordinario di Firenze, ha condannato il Comune di Bagno a Ripoli, Soc. Autostrade per l’Italia e Publiacqua SPA ad effettuare lavori per la messa in sicurezza dei civici 12, 14, 16 di Via Labriola, ad Antella, gravemente danneggiata dal nubifragio del 2020, per un ammontare di euro 1.200.000.
Nella giornata di ieri, lunedì 10 giugno, mentre si scrutinavano le schede elettorali e si celebrava la nomina del nuovo sindaco ripolese, veniva comunicato al legale del Comune di Bagno a Ripoli, ed ai legali delle altre parti in causa, da parte del Tribunale di Firenze, un’ordinanza ex articolo 700 – ovvero un ordine d’urgenza – con tale provvedimento: stangata economica da spartire con gli enti predetti più la figuraccia mediatica, ereditata dal governo precedente.
Il procedimento, definito del giudice Dott. Susanna Zanda, impone 30 giorni da ieri per avviare i lavori necessari previsti con un’altissima penale a carico dei “resistenti” (Comune, Autostrade, Publiacqua) per ogni giorno ulteriore. Mentre i tre enti avranno 15 giorni per presentare reclamo.
Premessa – il fatto
Ricostruiamo in sintesi la vicenda per comprendere il contesto: il 21 Settembre 2020 si verificò un temporale che creò disagi all’abitato di Antella; tre giorni dopo, il 25 settembre 2020 una seconda burrasca generò allagamenti nell’abitato dell’Antella ed in particolare alluvionò in maniera grave i civici 12, 14 e 16 di Via Labriola ovvero due magazzini adibiti a sedi lavorative e un’abitazione dove viveva la famiglia Del Grazia. La portata dell’acqua che si raccolse fu tale da far crollare il muro confinante tra le proprietà, comportando un’esplosione di fango, acqua e detriti direttamente in casa dei Del Grazia: la mamma, signora Cianferoni e i due figli, Alessia e Cosimo Del Grazia, finirono addirittura in ospedale, rischiando grosso. Da allora, notte del 25 settembre del 2020, la famiglia Del Grazia non può vivere nella sua casa dichiarata inagibile (per la quale tuttavia la famiglia sostiene i costi del mutuo contratto con l’acquisto della stessa) e i locali adibiti a magazzino sono inutilizzabili.
Da sottolineare come la “bomba d’acqua” fosse stata tale e avesse creato tali disagi soltanto in Via Labriola, a causa dei deflussi afferenti il tombino TB16 conseguenti alla cantierizzazione a monte per i lavori della terza corsia, individuando pertanto un legame tra danni creati e cantiere autostradale.
Il procedimento civile
I tre civici di cui sopra interessano dieci “ricorrenti” difesi dallo studio legale Falatti-Bianchi e dall’Avv. Cristina Ventre: chiaramente i più penalizzati da questa triste storia sono coloro che, in una sera, si son visti sfrattati da casa propria e da quasi quattro anni vivono in affitto. Per di più, dopo un aiuto iniziale, la famiglia Del Grazia non ha ricevuto più assistenza dagli Enti Pubblici ed è costretta a pagare – oltre al mutuo della propria abitazione inagibile – persino un affitto. Pensate alla difficoltà di un nucleo familiare costituito da 4 persone, di cui due figli, che si trova a dover sostenere una spesa imprevista del genere ed una doppia uscita di tale impatto finanziario. Come possono sentirsi i Del Grazia se non abbandonati e osteggiati dal loro Comune di residenza?
A seguito degli accadimenti di due anni prima e della mancata collaborazione fattiva da parte parte del Comune, di Publiacqua e di Soc. Autostrade, i residenti antellesi si son visti costretti ad incardinare un procedimento di ATP (Accertamento Tecnico Preventivo) ovvero una perizia tecnica a spese proprie, terminata nel 2022 ed effettuata dall’ing. Romano Langè (nominato dal Tribunale) che determinava responsabilità, mancanze in termini di prevenzione ed una serie di interventi urgenti per consentire quantomeno ai residenti di rientrare in casa. Tale perizia, bypassata, è la stessa su cui il Giudice Zanda ha fondato la propria decisione: in sostanza, ciò che i tre Enti più volte citati potevano eseguire nel 2022, secondo l’ordinanza odierna del tribunale, dovrà essere svolto adesso con un aggravio dei costi che si aggira attorno ai 50.000 euro tra spese legali, consulenze tecniche e CTU che dovranno essere rimborsate ai ricorrenti, oltre all’accresciuto costo delle materie prime.
L’Ordinanza
La seconda sezione civile del Tribunale di Firenze, nel provvedimento in questione, cita anche il “diritto soggettivo perfetto a vedere tutelata l’incolumità e la casa”. In sostanza ecco cosa prevede il dispositivo:
1. “condanna i convenuti – Autostrade per l’Italia, Publiacqua e Comune di Bagno a Ripoli – in solido (ciascuno poi per i lavori di competenza) ad eseguire le opere indicate dal perito Romano Langè nella sua perizia del 9 giugno 2022:
- Infissi a tenuta stagna e finiture portoni: 174.400 €
- serbatoi ritenuta acqua tetti e aree permeabili: 8.000 €
- lavori condotto interrato : 580.000 €
- opere di laminazione: 250.000 €
- imprevisti: 41.500 € (tutti i convenuti)
Il totale stimato approssimato a 1.200.000 € escluso iva (iva inclusa solo per la stima degli oggetti contenuti)
2. Per ogni giorno di ritardo trascorso il tempo limite di un mese, è stata determinata dal Tribunale una penale giornaliera di euro 5.000 euro per ogni giorno di ritardo.
3. i convenuti sono stati inoltre condannati in solido a rimborsare le spese di lite ai ricorrenti, liquidiate in euro 11.604,00 per onorari (difesa di più parti) oltre accessori di legge e spese vive e oltre rimborso delle spese del perito Langè (che era stato nominato dal Tribunale del procedimento di ATP e le cui risultanze, come detto, sono state totalmente disattese dai tre Enti)
4. Infine il Tribunale ha mandato gli atti alla Procura presso la Corte dei Conti di Firenze per quanto di eventuale competenza (al fine di avviare un procedimento per eventuale danno erariale).