Parliamoci chiaro, tutti i 20-25 gatti presenti al Cocca Stadium di Antella per i circa 85 minuti del match hanno cercato risposta a una domanda esistenziale: ma è veramente valsa la pena patire quel “diaccio” cane per questo calcio amatoriale?
La domanda, incontrovertibile, è…no.
Ma, detto ciò, noi c’eravamo!
E ve lo raccontiamo questo lunedì di passione sbiadita che però è lì, un pò sommersa, soltanto da riportare alla memoria dei supporter antellesi: lunedì scorso in 5, ieri in 25, tra sette giorni chissà…
E intanto il video che vi mostriamo conta più espressioni blasfeme che azioni ma il folclore sportivo-religioso è compreso nel pacchetto di questo calcio strano, un pò confù come quello praticato da Pio, un pò tiro al piattello come la specialità del Cate che spara in aria il pallone come se fosse alle olimpiadi. E mentre l’arbitro fischia un fuorigioco al minuto e sempre all’Antella, il San Quirico va in vantaggio proprio sul filo dell’offside: ma come! Una disparità di trattamento subito sottolineata dai giudici della tribuna che montano il noto “crocione” sulle spalle del direttore di gara.
0-1.
“Ma perdere da questi si può?”. La domanda inizia a circolare sugli spalti mentre la risposta è oltremodo scontata. Si può tutto. Come per esempio perdersi il gol di Fede Matteini su assist illuminante di Marco D’Aquino perchè il cameraman di Dai Colli Fiorentini (nonché giornalista, nonché direttore, nonché tifoso) è impegnato in un testa a testa con il limoncello più cattivo di Bagno a Ripoli (forse di Firenze), quello del Circolo. E allora 1-1.
Ma l’Antella è sprecona, sbaglia due occasioni nitide e poi…arriva Pio, che non è il titolo di un cartone animato ma una sentenza: entrata a piedi uniti, con la rincorsa, da dietro. Ah, da ultimo uomo. Che dite voi, rosso diretto? Macché, solo giallo ma siccome è il secondo il grande Leo lascia i suoi in 10 contro 11, salvando però un gol semi-fatto.
Rete che, tuttavia, arriva un minuto dopo da corner: 1-2 per il San Quirico.
Ci siamo. Stiamo per perdere ma mister Marangio ha l’asso nella manica: Calipso Tancredi Marea. Entra e di esterno, cioè di unghia del pollice destro, pennella questo assist devastante per Alessandro D’Aquino che, con pallonetto fine, insacca per il 2-2. Ci s’avrebbe anche il tempo per vincerla ma il fratello piccolo non serve il fratello grande, Alessandro a Marco e il tiro del primo finisce a lato.
Menzione per il Dukwa che, con estrema umiltà, si è definito il Quaresma degli amatori per un secondo tempo da funambolo. Dispiace per Casa Base Jack, strappato al tifo da mister Marangio: rendicelo!