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Una tradizione fatta, seppur ridotta, e una da fare!

Noi imprunetini siamo creature particolari e tutto si può dire di noi: che siam polemici, che non ci va mai bene nulla e che siamo uggiosi ma quando si tratta delle tradizioni locali, ecco che ci sorride il cuore.
La Festa dell’Uva e la Fiera sono le nostre due ciliegine; una di seguito all’altra donano energia e linfa vitale al nostro paesello. Partiamo dalla prima dunque, quella “belle fatta”.






Com’è stata la Domenica della Festa dell’Uva?
Direi dolceamara, anche se l’ago della bilancia pendeva più dalla parte dolciastra. Perché? Oh ma perché io li ho visti bene i nostri sguardi, le anime si sono specchiate in piazza Buondelmonti e quell’energia, quella voglia di tornare al massimo a vivere la nostra bella festa, s’è sentita tutta. Eravamo tutti lì, ad osservare i nostri quattro carri. Felici di poter vivere questo momento, seppur piccolo. Sui sampietrini c’erano quei quattro cuori colorati che pulsavano, eccome se pulsavano e come sempre, proprio come se si fosse dietro al monte, con pochi sguardi ci siamo detti tutto. (Per vedere le foto clicca qui.)






E sapete che vi dico? Che dopo l’anno scorso di stop totale dai nostri cantieri e dalle nostre maglie, io Domenica in piazza mi sono emozionata. Mi sono emozionata ed è stato bellissimo.
La mattina, quando sono andata a prendere il caffeino dal Piro, ho visto tutte quelle belle maglie colorate a giro ed il paese era contento, noi eravamo felici, ci sorridevano gli occhi. Le vetrine dei nostri commericanti erano tutte pronte per la loro gara e noi rionali eravamo tutti lì, con i cuori che, nonostante tutto, erano felici e battevano all’unisono. Quanto amore per la nostra Signora Festa. Ce lo siamo detto, ce lo siamo promesso.
E poi sono arrivati loro, i quattro protagonisti grandi e grossi fatti di legno, ferro, polistirolo, vernice e uva; quei carri che hanno trasformato le nostre vite fin da piccini visto che quando il mondo a Settembre era triste perché doveva tornare a scuola, noi eravamo felici perché in quel mese iniziava la Festa dell’Uva.
Vedere i nostri quattri cuori in piazza è stato emozionante. E’ stato come un urlo “La Festa dell’Uva c’è!” nonostante tutto, anche con le regole, anche se statica, ma c’è. Poter fare questa piccola manifestazione è stata aria pura per i nostri polmoni perché sa di ripartenza, di “normalità“. (La metto tra le virgolette perché è una parolina così banale che ad oggi spaventa sempre un po’.)
Grazie a chi si è fatto in quattro per poter far vivere all’Impruneta questo piccolo scorcio di Festa perché nella vita, cari miei, bisogna imparare ad accontentarsi e come si suol dire; “meglio di nulla, marito vecchio” e noi quest’anno questo marito vecchio s’è preso proprio a braccia aperte!






Tra meno di due settimane invece arriverà la cara vecchia Fiera, col suo profumo di croccante e brigidini appena fatti. Sarà ridimensionata, (clicca qui per leggere l’articolo dedicato) certamente, ma come tutto oggi giorno. Ci va bene uguale? Con un sorrisone, diciamo di sì! Perché il nulla c’ammazza, lo sappiamo e purtroppo l’abbiamo vissuto l’anno scorso. Non ci saranno i fochi e gli animali… PAZIENZA, torneranno nel 2022. Facciamo un passo alla volta e godiamoci tutto quello che ci è stato dato la possibilità di poter fare.
Evviva le nostre tradizioni che pian piano stanno tornando!

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