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Elezioni comunali

Un mondo da scoprire

 

Il mondo è un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina.

La famosa frase di Sant’Agostino, inflazionata, riprodotta ovunque, utilizzata in pubblicità di ogni tipo, conserva pur sempre la sua inscalfibile verità. Le cose che non sappiamo sulla vita e su questo pianeta sono molte di più di quelle che sappiamo, ma attraverso i sensi e la mente possiamo fare esperienza dei tanti luoghi che riempiono ogni centimetro del globo. Nessuna parte della Terra è uguale ad un’altra, ci sono diversità infinite anche solo a brevi distanze; occupare il tempo che ci è stato dato per esplorare ciò che ci circonda è un regalo che facciamo a noi stessi, una maniera di sdebitarci con il destino che ha voluto fossimo qua, che attraversassimo anche solo un minuscolo attimo della Storia.

Sin dalla sua origine prima latina poi provenzale, il lemma viaggio contiene in sé il concetto di cammino, di percorso attraverso e verso qualcosa: si parte da un luogo per raggiungerne un altro, e quando si torna non si è mai gli stessi di prima. Viaggiare permette di uscire dai nostri gusci di piccolezza e pregiudizio, apre il sipario delle nostre coscienze e le espone alla bellezza, ma anche alle contraddizioni e ai problemi, che affollano il grande mondo. Un’esistenza che non senta il desiderio di conoscere, di andare oltre le colonne d’Ercole dei luoghi in cui viviamo e della forma mentis con cui siamo nati, è un’esistenza compressa, sbiadita, mutilata.

 

Come diceva Orazio cambiano cielo ma non animo coloro che vanno per mare, e dunque sarebbe illusorio pensare che i viaggi possano modificare i nostri stati d’animo e trasformarci in toto; tuttavia se si affrontano tali esperienze con un occhio e uno spirito che vanno oltre il mero percorso da turista in cerca di foto e souvenir, si osserva che il nostro io non rimane immobile e indifferente. Si apre, amplia se stesso, nutre l’anima di sensazioni che non ci abbonderanno mai.

Per chi scrive, lo spettacolo frequente di un tramonto su un’oliveta, di un’alba vista da Luiano o di una vigna lungo la Chiantigiana che sprigiona il verde acceso dell’estate non potrebbe mai essere cambiato con nient’altro, perché le radici della vita sono emozioni ogni volta diverse e impossibili da abbandonare. Ci sono ovunque però spettacoli che almeno una volta andrebbero visti. Se vogliamo dare un centro a un mondo che non ce l’ha, possiamo scegliere Parigi.

La città per antonomasia, tempio di storia e monumenti, ha un fascino unico che si può respirare tanto osservando le vetrate della Sainte Chapelle quanto restando qualche ora in un elegante café nel quartiere latino, o al Marais, o a Montmartre. La Francia è scrigno di tesori di ogni tipo: assaggiare il miglior fois gras del paese a Strasburgo, fermare il tempo tra i paesini di mare della Bretagna, respirare l’odore di lavanda a giugno in Provenza sono solo alcuni esempi di bellezza.

La natura è verde e i cieli sono imprevedibili in Irlanda, paese di gente accogliente che nei pub intona “Fields of Athenry” per ricordare l’odiosa dominazione inglese.

Lo spettacolo naturalistico è ancor più maestoso in Canada, terra di laghi che si confondono col cielo e boschi senza fine dove gli animali predominano sugli uomini. Gli Stati Uniti uniscono i grandi spazi alle grandi folle, condensando tutto in un vortice di contrasti e inspiegabili fenomeni sociali. È nella rivale e piccola Cuba che però esplode la gioia di vivere, pur nelle difficoltà e nelle ristrettezze: la musica anima le strade di ogni città, mentre il sorriso non abbandona mai anche l’ultimo dei contadini.






In Perù, tra le alte vette delle Ande dove l’aria è rarefatta, non ci sono parole adeguate per esprimere l’incanto di Machu Picchu, mistero che rimane nascosto fino a che non ci si arriva davanti, nel cuore della foresta, chiedendosi se davvero quelle rovine esistano o siano finzione. Antichità e tecnologia, tradizioni e inquinamento convivono in Cina, terra magnifica da attraversare come se fossimo tutti dei Marco Polo alla scoperta dell’Oriente. Ci si perde in Russia nella sconfinata piazza Rossa, o nella sola immaginazione di un paese enorme come i romanzi dei suoi geni letterari, ma ci si ritrova presto visitando le umili case degli abitanti dei villaggi tra Mosca e San Pietroburgo, con gli abitanti che aprono le porte delle proprie dimore sperando che qualche turista compri gli oggetti realizzati nei freddi e cupi mesi invernali.

Ben più caldo e vitale è il Marocco, paese dalle mille bellezze dove, se si riesce ad uscire dal conturbante dedalo di vicoli dell’antica capitale Fez, si può passare dalle montagne dell’Atlante alle dune del deserto, dalle ventose spiagge dell’Atlantico ai campi coltivati del nord ovest. Non ci sentiremo mai parte di un tutto più grande di noi se non visitiamo Gerusalemme, intreccio di mondi, religioni e suggestioni dove ogni certezza razionale e materialistica lascia il posto ad una mistica commozione. Parimenti, non potremo dire di aver mischiato meraviglia e malinconia se non ci fermiamo a guardare il sole che cala ad Istanbul sul Corno d’oro, mentre i gabbiani volano sullo sfondo di un susseguirsi di moschee, alcune ottomane e altre riconversioni di vecchie e sublimi chiese della Bisanzio che fu.

L’Islam è resistito anche in Europa, in una piccola nicchia nel cuore dei Balcani: è la Bosnia, Stato non Stato che riunisce nella capitale Sarajevo tutti gli odi etnici coltivati nei secoli, deflagrati in guerra pochi decenni fa e vivi sotto la cenere ancora oggi. Eppure, tutto si placa quando i muezzin richiamano alla preghiera alle ultime luci del giorno, e quel gioiello antico, incrocio di popoli e Storia, se visto dall’alto, dalle ripide stradine che si arrampicano sopra Bascarsija, sembra il volto di Dio. Dalla lacerata terra bosniaca si può partire a corsa e tuffarsi a capofitto nell’Adriatico, lungo la bellissima costa dalmata, legame della fiera Croazia con quel Mar Mediterraneo che da sempre unisce le civiltà e fa la felicità di chi ne esplora i tesori, dal Peloponneso alle isole greche, dallo stretto dei Dardanelli ai vivi lidi spagnoli, dalla affascinante Sicilia alla Sardegna dalle acque paradisiache.

L’augurio, cari lettori, è che da questo piccolo assaggio di mondo possa sprigionare un’incontenibile voglia di visitarlo: non fermiamoci alla prima pagina del libro che abbiamo di fronte. Buona estate, buon viaggio, buona vita.

 

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