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Elezioni comunali

Un eterno influencer: l’amore di Carlo Acutis, primo millennial beatificato






” Tutti nascono come originali, ma molti muiono come fotocopie, tu ragazzo punta in alto”.

Questa citazione, che come tante altre spronano a non omologarsi mai, l’ ha scritta Carlo Acutis, un ragazzone di 1.82 di nemmeno 15 anni, con tanti riccioli neri in testa e un sorriso sempre stampato in volto. Un ragazzo non solitario, con tanti amici e amante della natura e degli animali. Qualcuno che mi ha rubato gli occhi, solo a guardare il suo volto sui Social o a leggere i racconti della sua cara mamma e i blog da lui creati.  Qualcuno che fa muovere la mia penna verso la parte fragile di un momento storico in cui abbiamo bisogno, come l’ acqua per dissetarci, di un amore così. L’ amore di Carlo Acutis.Mi colpisce per la sua spontaneità.  Si vestiva sportivo, amava il gioco del pallone, era un volontario della Mensa dei poveri, adorava fare il catechista, studiava con passione e frequentava a Milano il Liceo Classico Gesuita. Amava scrivere e a modo suo lo ha fatto. Carlo era profondamente credente e fin da bambino dotato di uno spirito acuto e propenso alla cura del prossimo. I deboli erano la sua missione e fin dalle Elementari impegnava tante ore verso la Ricerca sui Miracoli Eucaristici. Tempo passato Imperfetto: era, faceva, scriveva, andava, sorrideva, amava, esisteva. La ferita. Il dolore acuto, ma non la pena, solo l’ amore che germoglia fra noi. Questo Carlo.Nel presente fisico Carlo non esiste più per chi non sa cercarlo nel suo ricordo, nelle sue azioni, nel suo sentire. Esiste per chi lo sa narrare. Era il 12 Ottobre del 2006, quando a 15 anni Carlo ci ha lasciati da soli in questa terra, a causa di una Leucemia fulminante, mentre si trovava ricoverato presso l’ ospedale di Monza.






Carlo: ragazzo Social, nato a Londra nel 1991 da genitori italiani, trasferitesi all’estero per lavoro. La sua piccola vita riempie ogni giorno quella della sua mamma e del suo papà. Cresce e diventa un precoce talento, capace di utilizzare le nuove tecnologie informatiche per propagare il bene, i valori, lo studio, le Ricerche. I Blog sono i suoi scrigni linguistici e comunicativi. La scienza della informatica si unisce alla scienza del cuore e alla fede.  In un momento di tanta angoscia , paura, ansia e solitudine mondiale , traccia di una pandemia che ha rivoluzionato le nostre vite, occorre sentire vicini esempi luminosi e positivi al di là del fatto di credere o no. Ritengo che ciascuna vita di passaggio possa con la nostra volontà restare eterna e magari aiutarci nei nostri limiti e nelle nostre paure. Ieri, domenica 11 ottobre, nella cittadella umbra che tutti conosciamo e amiamo, di cui siamo stati per una volta turisti appassionati o pellegrini intimi , presso la Basilica di San Francesco di Assisi , e’ stata celebrata dal cardinale Vallini, la cerimonia di beatificazione di questo ragazzo, modello di santità. Capace di trasmettere il Vangelo, la bellezza intrinseca della vita dell’ uomo tramite i Social e il Web, coinvolgendo i giovani.  Ovviamente la Chiesa per riconoscerlo Santo ha seguito come da regolamento una serie di tappe , in grado di connotarlo come tale, come i miracoli ad esso attribuiti e confutabili, le apparizioni, comprovate da testimonianze forti, che relazionano la sua presenza, oltre ai 5641 giorni della sua giovane esistenza dedicati a un amore forte e incrollabile per i bisognosi. La mamma racconta dei suoi aiuti costanti ai senzatetto. Sempre sua madre racconta nelle interviste rilasciate con tatto , di non avere responsabilità in questa natura elevata del figlio.  Ammette di essere stati dei genitori che non hanno mai frequentato con assiduità la Chiesa, di non avere mai pregato con la stessa intimità di Carlo e di aver notato subito nel loro bambino una predisposizione umana fortissima con la vocazione per il cielo e Gesù. Poco prima di morire Carlo chiede infatti di essere sepolto ad Assisi e cosìdopo l’ impossibilità di donare i suoi organi ormai compromessi, di donare il suo corpo alla Chiesa Universale.  Viene così portato nel Santuario della Spogliazione di Assisi, dove 800 anni prima della sua scomparsa , il giovane S. Francesco di Assisi, si era tolto di dosso averi e vestiti per restare nudo davanti a tutti. Il 2019 la salma di Carlo viene traslata e trovata perfettamente intatta. Il padre non riesce a guardare e a capacitarsi, la madre resta ferma davanti a quel suo meraviglioso figlio che indossa abiti casual e ancora con tutti i capelli in testa e il volto sorridente. Poi la decisione : La Basilica di San Francesco sarà la sua casa. Carlo sarà il primo millennial ad essere beatificato. Proprio lui , un ragazzo qualunque che aveva un profilo Social Facebook su cui parlava, raccontava , affiancava i deboli e gli infelici , colui che a soli sette anni era già un genio della Informatica.





Qualcuno parla di lui come del Santo di Internet, esempio vivo fra tutti , in contraddizione a coloro che invece usano i Social per istigare odio e a fianco di chi li utilizza per propagare la Pace e l’ umanità. Oppure in molti lo vedranno come un esempio per tanti giovani demotivati e soli incapaci di reagire: l’ influencer dei giovani. Magari in lui ci sarà un punto di forza e di luce.

Ci sarà invece chi non accetterà ciò, rifuggendo dalla sua storia, dal suo riconoscimento. A ciascuno il suo pensiero libero, ma per carità niente cattiveria o indignazione, caso mai silenzio e rispetto. Questa giovane vita in chiunque l’ abbia vissuta e’ stata comunque un incontro meraviglioso e forse il suo ricordo , il suo progetto di lasciare ai giovani il messaggio forte di non omologarsi, vivere per la propria creatività , può avere una utilità continuativa e senza tempo.

Carlo può come un diario fra i giovani parlare di non sprecare la propria vita, ubbidendo a meccanismi ripetuti, ma di trovare il modo di reagire sempre. Un messaggio oggi tanto forte e quanto mai necessario. Oggi centinaia di siti Web parlano di lui in tutte le Lingue del mondo e la sua faccia pulita e sorridente resta il sigillo di una forza che qualunque ragazzo può trovare in lui. Qui si ferma la mia penna, ma non lui.

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