Terrorismo islamico: nella giornata di ieri si è concretizzata una maxi operazione anti-terroristica coordinata dalla Polizia di Stato che ha portato ad arresti in Italia e all’estero, sgominando una cellula di cittadini pakistani inseriti nel circuito relazionale diretto di Hassan Zaher Mahmood, il 27enne pakistano autore, nel 2020, dell’attacco a ‘Charlie Hebdo’.
Quattordici ordinanze di custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale. L’indagine è stata coordinata dalla Dda della procura di Genova ed ha portato ad un arresto anche a Firenze.
Qui la Digos ha arrestato un operaio metalmeccanico di circa 30 anni, pachistano, rintracciando l’uomo in un appartamento di via San Zanobi, in centro, la notte scorsa verso le 3, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Genova.
Come riportato dall’ANSA, l’arrestato vive a Firenze da circa sei mesi, ha regolare permesso di soggiorno e lavora come operaio in un’azienda metalmeccanica del Valdarno.
L’appartamento in cui abita è stato perquisito e secondo quanto appreso non c’erano armi nella casa. Inoltre, dai primi accertamenti della Digos risultano estranei alla vicenda i coinquilini con cui condivide l’abitazione.
L’indagine della Digos ha preso piede quando, nell’aprile dello scorso anno, ha fatto rientro in Italia uno dei principali indagati che due mesi prima era stato arrestato nel Paese transalpino per porto in luogo pubblico di un grosso coltello.
Gli investigatori hanno documentato come l’uomo, sugli account Facebook, Tik Tok e su un canale YouTube, postava, con cadenza giornaliera, numerosi video mentre recitava testi inneggianti alla violenza o, mentre in compagnia di connazionali, in strada o all’interno di abitazioni, brandiva machete o coltelli di grandi dimensioni mimando insieme agli altri il taglio della gola.
Gli approfondimenti effettuati sui suoi profili social ha portato i poliziotti a svelare l’esistenza e l’operatività, in diverse province italiane e in alcuni Paesi europei, di una cellula terroristica riconducibile ad un più ampio gruppo di giovani pakistani, auto-denominatosi “Gruppo Gabar”, tutti appartenenti ai contatti diretti dell’attentatore di Parigi.