Al fianco del parrucchiere Paolo Parenti, Alseny Diallo ha imparato un mestiere che ama profondamente, come la comunità che lo ha accolto
La voglia di farcela, di camminare con le sue giovanissime gambe alla ricerca di una vita migliore, lo ha portato ad attraversare i pericoli del Mediterraneo, a lasciare la Guinea per raggiungere San Casciano in Val di Pesa, dove oggi lavora e vive con la famiglia. Il ricordo, ancora doloroso, della tragica odissea a bordo di un barcone che ha messo a rischio la sua stessa vita, l’idea di un futuro più giusto e il desiderio di sentirsi cittadino del mondo, di eguali diritti agli altri, sono la ragione e il sentimento che hanno spinto Alseny Diallo a non perdere mai la speranza. Nemmeno nei periodi più bui.
Ed è quella luce, fatta di coraggio e determinazione, che oggi brilla ancora più forte nei suoi occhi, quella ferma volontà che affiora dai suoi gesti, mentre tiene in equilibrio forbici e pettine e fa scivolare le mani tra i capelli del cliente, divenute ormai gli esperti strumenti del mestiere di parrucchiere, ad accompagnare e realizzare il suo progetto di vita, professionale e umano. Nonostante i contesti di violenza, il terrore, la morte, affrontati a viso aperto, incontrati a terra, in mare, in fuga dal proprio paese di origine, sulle tracce di un mondo inclusivo dove mettere radici, Alseny Diallo, 26 anni da compiere ad agosto, è riuscito a dare forma ai suoi sogni. Da sette anni lavora come parrucchiere, appassionato, nel negozio di Paolo Parenti, uno dei coiffeur per uomo e donna più conosciuti di San Casciano. Si sente come nato due volte, la prima in Guinea, la seconda nel Chianti, figlio di un’intera comunità, quella sancascianese, che lo ha accolto, lo ha aiutato, ne ha seguito il percorso di crescita e di integrazione sociale, culturale, lavorativa.
Giunto all’età di 16 anni a San Casciano, è stato supportato dal sistema di accoglienza che l’amministrazione comunale allora aveva messo in piedi con le associazioni e i soggetti preposti. Ha frequentato la scuola di italiano e imparato la lingua al fianco delle volontarie e dei volontari del paese e successivamente è stato inserito in un progetto lavorativo grazie alla disponibilità del parrucchiere sancascianese Paolo Parenti. “Imparare e lavorare al fianco di Paolo è una delle cose migliori che mi siano capitate nella vita – dichiara Alseny Diallo – non avevo mai pensato di fare il parrucchiere, nelle mie prime esperienze mi sono sperimentato come imbianchino, mi piaceva anche, ma poi ho scoperto una passione per questo mestiere e mi sono buttato, con la generosità di Paolo non solo ho appreso tutto ciò che c’è da sapere in questo campo ma ho continuato a sognare, ad investire sulle mie capacità, Paolo mi ha dato fiducia ed io gliene sarò sempre grato”. Alseny Diallo ha acquisito piena autonomia economica, ha permesso alla moglie di raggiungerlo a San Casciano, sostiene le spese dell’affitto della casa e della famiglia che nel frattempo si è allargata, ora che da due anni è diventato anche padre.
“Il percorso di Alseny, titolare di protezione internazionale, – tiene a sottolineare il sindaco Roberto Ciappi in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra oggi a San Casciano con una serie di iniziative – è un modello di integrazione che ha coinvolto attivamente e reso protagonista tutta la comunità che ancora una volta si è mostrata aperta, sensibile e solidale”. Il progetto diffuso, attivo a San Casciano, è quello del SAI finalizzato ad offrire accoglienza, orientamento, educazione, formazione e riqualificazione professionale ai titolari di protezione internazionale, finanziato dal Ministero degli Interni.
Attivo dal 2017, con 35 posti di accoglienza sui due territori di San Casciano e Barberino Tavarnelle, il SAI ha accolto 121 persone, di cui 87 inseriti in progetti di inclusione lavorativa e alloggiativa. In questi anni sono stati attivati oltre 240 corsi di formazione, 30 tirocini formativi e 135 inserimenti lavorativi nelle aziende locali e molti ex ospiti oggi vivono e lavorano sul territorio e sono cittadini integrati.
“Il progetto funziona, abbiamo raggiunto importanti obiettivi di integrazione e inserimento nel tessuto sociale ed economico del Chianti – spiega Marco Bruni, coordinatore SAI, – attraverso il lavoro di un’équipe multidisciplinare ci occupiamo di fornire accoglienza materiale, mediazione linguistica e culturale, orientamento ai servizi, formazione e riqualificazione professionale”.
La Giornata mondiale del rifugiato ha offerto l’occasione di organizzare un’iniziativa trasversale e itinerante nel Chianti, ricca di appuntamenti tra letture, biblioteche viventi, partite di calcio nei territori di San Casciano, Barberino Tavarnelle e Greve in Chianti. L’iniziativa, promossa da Coop21, Misericordia di Barberino Tavarnelle e Oxfam Italia, in collaborazione con i Comuni di San Casciano in Val di Pesa (ente capofila progetto SAI), Barberino Tavarnelle e Greve in Chianti, ha proposto questa mattina una visita guidata al Museo Ghelli con facilitazione linguistica, guidata dalla direttrice del museo Nicoletta Matteuzzi, nonché coordinatrice del Sistema museale Chianti Valdarno.