Notizie in Tempo Reale dal Territorio

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

San Casciano, giovani disabili e non protagonisti di una mostra al Museo Ghelli


Nei giardini segreti e invisibili della cultura e dell’intuizione artistica si possono liberare importanti momenti e occasioni di autonomia e bellezza in cui esprimere se stessi e affrontare tematiche attuali, come la salvaguardia dell’ambiente, l’inclusione sociale, la partecipazione alla vita di comunità, con le quali sensibilizzare il presente e migliorare visioni e prospettive del futuro.

È l’obiettivo che si ‘respira’ in ogni opera fotografica e artigianale che compone l’esposizione collettiva realizzata da un gruppo di giovani disabili e non dell’associazione di promozione sociale “Le Tre e un Quarto APS”, protagonisti di un evento unico nel suo genere che vuole far comprendere e trasmettere il messaggio della disabilità come risorsa artistica.

Dopo il successo riscontrato tra le sale di Palazzo Malaspina, a San Donato in Poggio, nel comune di Barberino Tavarnelle, il progetto d’arte “In attesa di Gaia” continua il suo viaggio tra una collina e l’altra per approdare al centro espositivo di San Casciano in Val di Pesa, il museo Giuliano Ghelli, dove si apre una nuova edizione del percorso culturale aperto fino al 3 febbraio.

 

Trentanove fotografie, una video installazione, trenta manufatti in ceramica e alcuni componimenti poetici realizzati dai ragazzi e dalle ragazze dell’associazione danno forma e vita ad un’interazione di linguaggi e forme espressive che mirano ad accrescere la funzione inclusiva e solidale dell’arte e porre al centro le potenzialità delle persone fragili, in quanto soggetti attivi nella costruzione di una società più giusta e attenta al patrimonio dei valori delle diversità.

Sono questi i contenuti dell’esposizione che l’associazione Le Tre e un Quarto ha realizzato per l’allestimento ospitato nella sezione d’arte contemporanea del Museo Giuliano Ghelli in collaborazione e con il patrocinio del Comune di San Casciano in Val di Pesa. Il progetto, curato da Lorenzo Bojola con gli scatti fotografici e le riprese video firmati rispettivamente da Candida Vettori e Federica Bargagni e sostenuto da Ente Cambiano Scpa, nasce dalla collaborazione con l’Orto Botanico e il Giardino dei Semplici di Firenze Il Giardino SottoVico di Vico d’Elsa.

In mostra non ci sono soltanto i gesti, le espressioni, i volti, i nudi perfetti delle ragazze dei ragazzi avvolti dall’armonia del mondo vegetale in un abbraccio che invita il visitatore ad una riscoperta del proprio rapporto con la natura e gli altri ma un percorso interiore e collettivo, intenso, profondo, che denuncia la volontà di un cambiamento radicale e proietta all’esterno la luce e la bellezza della diversità.






 “I ragazzi e le ragazze che interpretano l’atteggiamento consapevole di attesa nei confronti di un nuovo inizio, una rinascita – dichiarano Candida Vettori e Federica Bargagni, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Le Tre e un quarto – vogliono offrire una propria chiave di lettura e sottolineare che esiste un mondo diverso, un’alternativa al caos e alla comunicazione artefatta che prevale sull’autenticità delle relazioni interpersonali, alla marginalità e alla solitudine che schiacciano l’inclusione”.

La ricetta è la consapevolezza e il coraggio di voler cambiare le cose riprogettando il nostro rapporto con la natura e aprendo realmente gli occhi dell’anima.

“Siamo felici di accogliere questo bellissimo evento – dichiarano le assessore Elisabetta Masti e Maura Masiniche è molto più di una mostra, è un progetto culturale di valenza  sociale che attesta la necessità impellente dei giovani di stabilire un contatto armonioso con l’ambiente e costruire relazioni sincere e non scontate con l’altro, rapporti che chiedono e ottengono libertà di pensiero, di azione, priva di pregiudizi e forme discriminatorie, considerando ancora una volta la vita come dono da valorizzare,  promuovere, condividere per ciò che naturalmente siamo e che intendiamo essere”.

 

Torna in alto