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Primo consiglio comunale per Bagno a Ripoli, Pignotti giura sulla Costituzione. Eletti Presidente e Vicepresidente…ma è già bagarre!

Alla vigilia della partenza del Tour De France da Bagno a Ripoli posso dire di avere un’ammiraglia di donne e uomini che non ha paura di scalare le salite e saprà alzarsi sui pedali se necessario. Sono emozionato per ciò che possiamo realizzare insieme e orgoglioso per come faremo crescere Bagno a Ripoli negli anni a venire. Ringrazio cittadini, consiglieri comunali, neo assessori; ringrazio Filarmonica Cherubini e Coro Sociale di Grassina per aver suonato gli inni italiano ed europeo. Essere sindaco è un’emozione difficile da raccontare a parole, posso dire di aver coronato un sogno: sarò il sindaco di tutte e tutti i cittadini di Bagno a Ripoli. Nel percorso intrapreso fin qui ho incontrato persone che sicuramente sono state d’ispirazione, più di altre: è il caso di Massimiliano Pescini, a cui dedico un pensiero, che sarebbe stato il primo a congratularsi, un esempio per come ha interpretato il ruolo di Primo Cittadino. Voglio anche ringraziare pubblicamente Francesca Cellini, unica dei candidati a sindaco ad inviarmi un messaggio post-voto, augurandomi buon lavoro. Farò io, invece, ciò che non hanno fatto gli altri due candidati Redini e Barbarossa: vi auguro buon lavoro. Governeremo con la stella polare rappresentata dal dialogo costante con cittadini e anche con le Opposizioni, prendendo ogni consiglio come spunto per migliorarci e promuovendo una dialettica sana anche con le altre forze politiche presenti in Consiglio Comunale”

Partiamo dal fondo, ovvero dalla conclusione (o quasi) del primo Consiglio Comunale del nuovo governo di Bagno a Ripoli, tenutosi in Piazza della Pace dalle 21:00 di ieri sera, giovedì 27 Giugno. Le parole del neo sindaco Francesco Pignotti, attorno alle 22:30, hanno solleticato le Opposizioni, espresso i punti programmatici di una legislatura ambiziosa (scuola, sport, cultura, ambiente, sociale), marcato concetti già annunciati in campagna elettorale. Per la prima volta la fascia tricolore indossata con orgoglio dall’ex assessore, il giuramento rituale con la mano destra poggiata sulla Costituzione Italiana, le pause sceniche e quasi teatrali con le quali Pignotti ha posto l’accento su determinati concetti a lui cari. Emozione ma, anche, consapevolezza di un Primo Cittadino giovanissimo (35enne) e già scafato. 

Partiamo da qui perchè di fatto, come ci insegnano i manuali scolastici, la Storia la scrivono i vincitori. Tuttavia, stavolta, la sensazione fin dalle prime luci del mattino è che anche i vinti abbiano da dire la loro e non esiteranno a farsi sentire. Solitamente il primo Consiglio Comunale di un nuovo mandato scorre via senza sussulti o polemiche, non a Bagno a Ripoli dove le Opposizioni si son dichiarate agguerrite ed hanno espresso da subito voto contrario alla nomina del Presidente del Consiglio Comunale. Pronti, via…ed è bagarre. Ci sarà da divertirsi, vien da pensare. 

Vi spieghiamo meglio, per i non addetti ai lavori: nel primo Consiglio Comunale i consiglieri più il sindaco votano, in tre tempi, il Presidente che coordina le sedute; le prime due votazioni devono raggiungere la maggioranza di 2/3 mentre al terzo tentativo è sufficiente un voto in più. I gruppi di Maggioranza avevano proposto, evidentemente senza troppi preamboli e comunicazioni trasmesse alla Minoranza, il nome di Leonardo Bongi, ex consigliere e candidato PD con più preferenze. Le Opposizioni, dalla loro, avrebbero voluto essere informate, suggerendo che una minoranza comunque al 45% (se sommiamo i voti) si sarebbe meritata una posizione di spicco dentro il Consiglio Comunale, come quella del Presidente, anche in ottica di costruire un dialogo proficuo. 

Ed è su questo punto che si son scaldati già gli animi: Sonia Redini, di Per Una Cittadinanza Attiva, ha ricordato che ben 1600 ripolesi in meno si son recati alle urne rispetto al 2019 e che questa tornata elettorale ha cambiato i rapporti di forza dentro il Consiglio Comunale, consolidando l’Opposizione adesso forte di sei seggi (contro i tre del 2019-2024): “Fossimo stati noi al governo avremmo concesso la presidenza del Consiglio alla Minoranza. Speriamo che il Presidente del Consiglio, garante del giusto funzionamento dei processi democratici, sia collaborativo e non interpreti le nostre richieste come un fastidio”. 

Botta e risposta col capogruppo di “Bagno a Ripoli al Centro” Riccardo Forconi che ha sottolineato come Bongi fosse una scelta naturale: “Se c’è qualche forza dentro il Consiglio che è partita male e cerca lo scontro non siamo certo noi”. Replica di Michele Barbarossa di FDI per il quale, già dal primo Consiglio Comunale, data la scelta imposta di Bongi, “noi giochiamo un ruolo da comparse”. Infine David Stinghi, capogruppo dei Dem, che ha ribadito come la politica non sia un gioco di scambi, riferendosi alle richieste dell’Opposizione. Francesca Cellini, infine, ha dichiarato l’astensione al voto poiché conosce Bongi ma vuol prima vederlo all’opera. In sostanza? Dopo un’eccezionale interruzione del Consiglio e un piccolo “conciliabolo” richiesto da Barbarossa tra i capigruppi, alla terza votazione si è proposto da una parte Bongi e dall’altra Beniamino Deidda, capogruppo di Per Una Cittadinanza Attiva e tentativo straordinario delle Opposizioni di ribaltare l’ordine costituito. 

Niente da fare: Bongi, con 10 voti su 6, è stato eletto Leonardo Bongi presidente del consiglio mentre al punto 6 dell’ordine del giorno Beniamino Deidda è stato votato come Vicepresidente del Consiglio Comunale, contentino” che scommettiamo non sederà le forze di minoranza. Eletta, nell’arco della serata, anche la Commissione Elettorale che sarà composta da Franchini, Orsini e Venturi con supplenti Forconi, Redini, Landini. 

Presente, tra il pubblico, anche l’ex sindaco Francesco Casini. Di fatto l’oggettività dei numeri parla chiaro: i rapporti di forza dentro il Consiglio Comunale, dato il voto espresso, sono cambiati e sicuramente l’Opposizione, se non si sfalderà come accaduto nello scorso mandato, potrà giocare un ruolo più significativo nei processi politici.

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