L’Italia, la nostra di questi tempi distratti, è un paese senza memoria. Le cose transitano e, senza sostare, svaniscono. Un’aridità di consapevolezza alla quale contribuisce con forza un eccessivo bombardamento di notizie: online, carta, facebook, instagram.
Si fa fatica a cogliere le informazioni importanti, a giudicare le fonti, a riconoscere verità da invenzione. Si fa assoluta fatica a incamerare ciò che leggiamo o ci passa davanti agli occhi mentre “scrolliamo” (che termine orribile) il cellulare. Per questo non ricordiamo.
Talvolta, tuttavia, sopratutto quando ciò accade in una piccola frazione di provincia, le utopie spiattellate in campagna elettorale hanno un peso diverso. Ed un posto diverso: sicuramente in primissima fila negli scaffali della memoria degli avversari politici e, inoltre, nel mondo dei Social, un posto privilegiato nelle ricerche degli interessati. “PROGETTO SCUOLA IMPRUNETA”: a voler cercare le cose (è questa la discriminante), oggi giorno, con Facebook, si ritrova di tutto!
Il Plesso Scolastico di Impruneta in Piazza Attilio Bandinelli doveva essere inaugurato nel settembre 2015: oltre 6 anni e praticamente una legislatura fa, i bambini imprunetini in età da materna sarebbero dovuti entrare nelle classi della nuova struttura scolastica. Eppure quello che, con tripla sottolineatura, era stato definito il “progetto del mandato” è, ad un anno dalla fine dell’era Calamandrei, un clamoroso niente di fatto.
Senza commentare la notizia della mancata proroga del finanziamento CIPE di 4,43 milioni di euro che sancisce il definitivo crollo dell’idea di costruire un plesso scolastico ai Sassi Neri (materna + elementare), lasciamo parlare documenti e vecchie dichiarazioni riportate in articoli di giornale. Carta canta.
- In un post di Facebook datato 19 gennaio 2014, Calamandrei scriveva:
“Inutile dire che il “Progetto Scuola” di Impruneta, portato avanti anche in campagna elettorale, sta muovendosi con passi concreti. […]. Il “Progetto Scuola” dovrà essere condiviso, è e rimarrà il progetto di questa legislatura. In campagna elettorale la “promessa” fatta era quella di “entro un anno localizzazione definitiva della scuola di Impruneta”. Qui si sta andando ben oltre, individuando già il percorso di realizzazione con tempi certi portando ad una soluzione definitiva e non tampone come si è fatto negli ultimi venti anni.” - In un articolo uscito il 21 Marzo 2014 sull’allora giornale settimanale “Metropoli” intitolato “Calamandrei replica alle critiche dell’opposizione sulle scuole”, il sindaco ribadiva: “Il “Progetto Scuola” sarà il progetto del mandato di legislatura. Molte sono le problematiche legate al settore della scuola, quello che al momento è più deficitario sono le strutture. Come riportato ultimamente in una mia intervista: “La priorità per me è e rimane la scuola. […] Sarebbe stato facile per me, volendo guardare solamente al mio mandato, andare avanti con la ristrutturazione degli immobili esistenti, usando anche finanziamenti esterni già pronti per essere utilizzati. Poco dopo un anno del mio mandato mi sarei ritrovato ad aver effettuato un investimento complessivo di poco meno di un milione di euro sulle scuole. Ma i problemi sarebbero rimasti tutti. Attenuati, ma tutti vista la vetustà degli edifici. Va trovata una soluzione radicale ma al contempo realista, che troppo spesso è stata rimandata. Soluzione che pur nella contingenza economica generale sempre più difficile è la vera sfida di questa amministrazione. La “scuola nuova” del territorio imprunetino è la scuola media di Tavarnuzze. Possiamo ancora chiamare scuola nuova una struttura che ha ormai trent’anni?”. […] Le scelte che questa giunta ha fatto ad oggi sulle scuole sono quelle di non continuare a rincorrere le emergenze come fatto fino ad oggi, quindi non andando a ristrutturare parzialmente la scuola materna di via Roma. Scuola all’interno di una villa dove con 300.000 euro di finanziamento regionale si andava a coprire solo in parte l’intervento del tetto stimato in circa 500.000 euro e non tenendo conto di altri problemi già presenti all’interno della struttura quali le forti risalite di umidità dal terreno sanabili con ulteriori interventi molto onerosi da parte dell’amministrazione (circa 400.000 euro), ed un giardino completamente da abbattere e rifare con altri costi. Inoltre tutta la parte di sondaggi e analisi strutturale e sismica di adeguamento da fare sulla struttura (che ricordo è una villa dell’800) porterebbe i costi di adeguamento ad importi certamente non secondari.”
Nel verbale della seduta del Consiglio di Istituto dell’I.C. Primo Levi di Impruneta. Il giorno 4 dicembre 2014, il Sindaco “ribadisce che la nuova materna sarà fatta per settembre 2015 e che alla Paolieri ritorneranno le elementari”. E ancora: “…la scuola dell’infanzia sarà pronta per settembre 2015 ai Sassi Neri e che se non dovesse essere settembre, ma per malaugurata sorte, dovesse essere Natale, per tre mesi non ne farebbe un dramma”.
- In un articolo su Metropoli datato 9 maggio 2014, in seguito al consiglio comunale straordinario e aperto sulla scuola, l’articolo intitolato “Scuola: comune e cittadini su fronti opposti” riportava: “Gli interventi non strutturali apportati dal Provveditorato alle OP alla Paolieri (inizio 1° luglio 2014) comportano una reazione a catena da gestire in tal modo, secondo l’amministrazione: le classi materne rimarranno alla Paolieri, le elementari verranno trasferite alla scuola P.Levi di Impruneta, le classi medie a sua volta trasferite nella scuola di via 1° Maggio a Tavarnuzze. “Una soluzione temporanea – sottolinea il Sindaco Alessio Calamandrei – in attesa del Campus Scolastico unico, si pensa, alla Terza Piazza. […] Sarebbe stato facile per me spendere un milione di euro e risolvere la situazione per quanto riguarda il mio mandato ma i problemi sarebbero rimasti tutti”. Un disegno che a detta di genitori, insegnanti, commercianti fa acqua da tutte le parti, logisticamente e socialmente. “Chi ci dà la garanzia che il trasferimento delle medie (a Tavarnuzze) sarà temporaneo e non permanente, visti i 250.000 euro investiti su Tavarnuzze?”, tra le domande più gettonate.
“La dislocazione – repica il Sindaco – sarà provvisoria, ve lo garantisco […].”
“Quanto i nostri figli rimarranno a Tavarnuzze?”, chiede Alessandra Bonechi; “Fissiamo una data precisa di ritorno a Impruneta, se non mantenuta che il sindaco se ne vada a casa!”, le fa eco Laura Cioni. Anche qui arriva la risposta del Sindaco: “Il trasferimento persisterà per un anno, sperando che il tutto si possa risolvere anche prima, magari per Natale. Sarei la persona più felice del mondo”.
- In un articolo pubblicato dal Gazzettino del Chianti in data 14 Aprile 2018, dal titolo “Progetto scuole: il sindaco Calamandrei risponde per le rime ad Aramini e Ida Beneforti”, si riportava un botta e risposta tra gli attuali Vicesindaco e Sindaco, allora sfidanti per l’incarico di Primo Cittadino.
DICE MATTEO ARAMINI: “Che fine ha fatto il progetto scuole? Come tutti sanno, siamo ancora in alto mare. La questione va affrontata con estrema velocità e razionalità. E’ necessario individuare una strada alternativa al progetto faraonico di Calamandrei attualmente non realizzabile e trovare una veloce soluzione alla precaria condizione in cui sono costretti i bambini della materna. La mia proposta è quella di affrontare seriamente con avvaloramenti tecnici la riapertura del plesso di via Roma.
DICE ALESSIO CALAMANDREI: I finanziamenti extra bilancio comunale dedicati alle scuole nuove, che l’amministrazione è riuscita a portare a casa ammontano complessivamente a 6.500.000 euro circa (poco meno di 14 miliardi di vecchie lire)”. E ancora: “L’iter di “caratterizzazione delle terre”, e la “valutazione amianto” (contenuto nelle pietre ofioliti serpentiniti con amianto non friabile) con Arpat, Asl, Regione Toscana, va avanti anche se con qualche difficoltà interpretativa da parte degli enti superiori”.
“Ho sempre dato la disponibilità – rivendica in conclusione – ad una “soluzione tampone” nel caso ce ne fosse bisogno, e capisco bene che purtroppo i tempi si sono dilatati. Sicuramente rimane mia ferma intenzione (se i cittadini dovessero continuare a darmi fiducia) non mollare di un centimetro sulla realizzazione dei nuovi plessi scolastici entro il prossimo mandato”.
Dal 2014 fino ad oggi, quasi un decennio di energie sprecate e tempo perso. Non giudichiamo le scelte del Comune di Impruneta, il quale ha battuto altre strade ed investito sulle scuole in altre maniere, bensì una modalità comunicativa scaduta nella disinformazione. E fa strano (ma è utile) ripercorrere l’archivio di quanto è stato detto, di dichiarazioni categoriche smentite dai fatti, di personalità locali che sono scese al compromesso, mutando da contestatori a membri della Giunta comunale.
Mentre il plesso scolastico da progetto ambizioso si trasformava, di giorno in giorno, in distopia.



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