I sindaci dell’Unione comunale: “alcuni cittadini continuano a dimostrare assoluta mancanza di responsabilità e noi rafforziamo i controlli”
COMUNI DEL CHIANTI FIORENTINO, 19 marzo 2020. Sono complessivamente una quarantina le denunce effettuate nei territori del Chianti fiorentino sul mancato rispetto delle norme emanate dal governo per limitare il contagio e la diffusione del virus. Circa la metà delle violazioni è stata accertata dalla Polizia locale dell’Unione comunale del Chianti fiorentino che, da alcuni giorni, concentra quasi esclusivamente la propria attività, in un’estensione territoriale molto vasta pari a 400 Km quadrati, compresa tra i Comuni di Barberino Tavarnelle, Greve e San Casciano, nel controllo dell’osservanza delle norme ministeriali.
Il numero dei trasgressori che viola l’articolo 4 del Decreto ministeriale dell’8 marzo, che al Comma II rinvia all’articolo 650 del Codice penale, non si ferma, anzi cresce. Sono stati identificati e multati adulti e minori in varie zone del Chianti della Valdelsa, mentre giocavano a calcio, raggruppati, o passeggiavano a diversi Km di distanza dalla propria abitazione e nei pressi di aree pubbliche raggiunte non a piedi ma con l’auto. Altro caso verbalizzato è lo spostamento ingiustificato legato all’approvvigionamento effettuato ampiamente al fuori del proprio comune di residenza.
“Le misure stringenti del governo finalizzate al contenimento del virus impongono uno stile di vita blindato – dichiarano i sindaci dell’Unione comunale Paolo Sottani, Roberto Ciappi e David Baroncelli – che senso ha usare la macchina per raggiungere luoghi dove il rischio del contagio può seriamente mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri? Ce lo chiediamo perché, con nostro rammarico, nonostante gli ininterrotti tentativi di porre uno stop, alcuni cittadini continuano a dimostrare assoluta mancanza di responsabilità, dimostrano di non aver compreso la gravità del contesto che stiamo vivendo. Eppure il dato oggettivo che riconduce l’emergenza epidemiologica alla morte e le misure che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito per ridurre, prevenire e contenere questo rischio sembrano evidentemente chiari. Non si può uscire di casa.
Lo si può fare solo per stato di necessità, motivi di salute e comprovate esigenze lavorative. Per nessun’altra ragione. E se avete bisogno di andare a fare la spesa abbiate il buon senso di non andare tutti i giorni ma di recarvi nei negozi periodicamente. Insomma occorre limitare gli spostamenti allo stretto necessario. E chi non rispetta i divieti rischia molto. Le conseguenze legali in caso di trasgressione alle regole sono importanti, sono previste infatti pene fino a 3 mesi di arresto o l’ammenda fino a 206 euro”.
Dall’entrata in vigore del Dpcm dell’11 marzo gli agenti della Polizia locale effettuano circa ottanta controlli al giorno nell’identificazione della tipologia di esercizi commerciali ai quali è consentita l’apertura e sono impegnati nel monitoraggio delle aree pubbliche, come giardini, parchi e piste pedociclabili, dove, in base a specifiche ordinanze emesse dai sindaci, è interdetto l’accesso.