E’ un pomeriggio plumbeo quello del Franchi, e non solo per un meteo che ricorda le migliori giornate di un novembre londinese. Come spesso (per non dire sempre) è accaduto durante la stagione, quando la Fiorentina è chiamata ad un unico risultato puntualmente arriva un esito che rigetta la squadra nelle incertezze di una classifica che corre – seppur sia quanto di più lontano da un centometrista – ad un ritmo diverso rispetto al passo compassato che mostra la squadra di Palladino. Secondo pareggio consecutivo contro un Parma che approccia la gara come un match di lotta libera, ma alla fine è Chivu ad uscire dal campo col sorriso, raccogliendo il quinto pareggio consecutivo. Giocare dopo la coppa è ormai accertato che non è mai semplice, nemmeno per squadre ben più attrezzate di quella viola, ma i dubbi maggiori riguardano una prestazione che contro le proverbiali ‘piccole’ non riesce mai a decollare. E se la Fiorentina ha raccolto 5 punti in 5 partite con 4 delle ultime 5 in classifica non si può non parlare di problema di approccio.
PAGELLE
De Gea 7: riparte dalla versione ‘muraglia’ con cui aveva concluso la sfida di giovedì sera contro il Celje. Subito decisivo dopo circa due minuti sul colpo di testa ravvicinato del connazionale Bernabè. Si ripete nella ripresa con un intervento ancor più complicato su Bonny (in fuorigioco).
Pongracic 6: soffre un po’ Valeri sul centro destra e nel complesso non offre la solita spinta a livello offensivo, ma nel complesso offre una prestazione sufficiente.
dall’80’ Comuzzo S.V.
Pablo Marì 6: ha il compito di marcare a uomo Pellegrino e vince il duello a fasi alterne. In ritardo dopo due minuti nell’azione che porta il Parma vicino al gol, cresce col passare dei minuti.
Ranieri 6: anche lui non benissimo in occasione del colpo di testa di Bernabè, per il resto partita di ordinaria amministrazione.
Dodo 6,5: nel primo tempo è tra i migliori in campo, l’unico a tentare una giocata per trovare a stralciare le fitte maglie della retroguardia ducale. Cala comprensibilmente nella ripresa, dove non riesce sempre a mettere una pezza nelle due fasi. Prova comunque più che sufficiente.
Mandragora 5,5: ha un paio di buone occasioni per tempo che spedisce in curva. Ha il merito di vedere il corridoio che manda in porta Kean nell’unica azione pericolosa di marca gigliata, ma è troppo poco nell’arco dei 90 minuti.
dal 69′ Richardson 6: buon ingresso in campo dove trova anche la rete, annullata però per netto fuorigioco.
Cataldi 6: prezioso nel prendere una quantità immane di falli sui centrocampisti avversari che oggi si erano allacciati stivaletti ed elmetto e hanno deciso di compiere un’autentica caccia all’uomo.
Fagioli 5,5: non tra le migliori prove dal suo approdo a Firenze, comprensibile anche per le tante – troppe – voci che ne hanno condizionato la vigilia al match.
dal 69′ Adli 6: un po’ di palleggio, qualche tentativo di imbucata e poco altro…
Parisi 5,5: molto meno ispirato del dirimpettaio di destra, Delprato lo contiene al meglio in fase offensiva dove si fa vedere per qualche protesta nei confronti dell’arbitro e poco altro.
dal 75′ Folorunsho S.V.
Gudmundsson 5: a Milano non mancarono le critiche per la scelta di tenerlo in campo soltanto un’ora di gioco, oggi il cambio arriva dopo 75′ ma la sostanza cambia poco. Partita impalpabile per l’islandese, mai pericoloso mai ficcante. Il passaggio che sbaglia dopo 10 secondi dal fischio di inizio ne è lo specchio più eclatante.
dal 75′ Beltran S.V.
Kean 5: stranamente fuori dalla partita quest’oggi, tocca pochissimi palloni e spreca malamente l’occasione più importante della partita, non trovando lo specchio della porta a tu per tu con Suzuki
All. Citterio (Palladino squalificato) 5,5: togliamoci subito l’alibi: se Kean avesse segnato staremmo parlando di un’altra partita. Bene, ora possiamo analizzare i 90 minuti. La Fiorentina parte in modo molto timido nel primo tempo, dove va già vicina allo svantaggio, ma cresce col passare dei minuti, lamentando anche un mancato rosso al già ammonito Valeri. Le fatiche di coppa e un Parma tignoso rendono complicata una partita facile solo sulla carta, contro una squadra che non perde da oltre un mese. La cosa che più lascia perplessi, però, è come sempre la gestione poco coraggiosa e molto conservativa dei cambi: Folorunsho ancora un pesce fuor d’acqua sulla sinistra, Comuzzo e non Zaniolo negli ultimi 10 minuti, Gudmundsson sempre tolto. Saranno tanti i temi che riempiranno le pagine dei giornali e i dibattiti televisivi nei prossimi giorni, ma la domanda principale resta sempre la stessa: perché la Fiorentina non riesce mai a mostrare la sua miglior versione contro le squadre del lato destro della classifica?