Pubblichiamo questa lettera, sfogo di un volontario della misericordia di Firenze – Luis Gustavo – che domenica scorsa, attorno alle 18:20, è dovuto intervenire con massima prontezza per soccorrere Edoardo Bove e si è trovato improvvisamente catapultato in una centrifuga di insulti. Non sui social, bensì in presenza, davanti a 30.000 persone. Quei 4 minuti divenuti famosi come arco temporale tra il malore di Bove ed il trasporto in ambulanza a bordo campo sono stati, per il soccorritore che parla, attimi di puro scompiglio tra la necessità di mantenere la lucidità che il soccorso richiedeva e la capacità di isolarsi dal contesto.
Pubblichiamo per dovere di cronaca e portiamo a conoscenza anche questa parte della vicenda che coinvolge un soccorritore del 118, persone che spesso si trovano sotto il fuoco intrecciato di offese e di nervosismo dettato dall’emergenza. Dobbiamo specificare, come già riportato, che l’ambulanza non è entrata in campo per non rischiare di rimanere impantanata sul terreno di gioco (come da procedura) e la velocità di intervento è stata decisiva:
C’è voluto una pandemia globale per rendervi conto del nostro operato, per dirci che eravamo Eroi, vi sono bastati 4 minuti per darci delle merde.
Andrà tutto bene….Dicevano…
Saremo più uniti…. Dicevano…
E invece ieri è stata la riconferma di quanto siate ignoranti ed arroganti. Ci avete infamato per non esser entrati con l’ambulanza in campo, ma i protocolli li sapete?Ci avete infamato perché non sapevamo cosa stava succedendo, “eh cazzo hai quella divisa devi per forza sapere! Altrimenti sei inutile!”Questo è stato lo scempio a cui ho assistito domenica allo stadio.Eh no cazzo io non ci sto a prendere insulti da gente che non sa una beata mazza di quello che è il soccorso sanitario!
Chi mi conosce sa quanto ci tenga, non ci ho dormito tutta la notte ripensando a cosa poteva esser fatto meglio e non son riuscito ancora a darmi una risposta, ma non perché non ne sia capace ma semplicemente perché è stato fatto anche ciò che era impensabile ed impossibile in una situazione dove calciatori spintonavano i volontari, staff tecnico sottraeva materiale dalle mani dei soccorritori ed in più 30mila persone ti offendevano; sinceramente non so se al posto loro avrei avuto lo stesso sangue freddo di portare via un ragazzo di 22 anni, in soli 4 cazzo di minuti.In 20 anni di servizi di merda ne ho fatti, con tensioni e pericoli ma ieri, bo ieri mi è sembrato di esser in guerra!
Vorrei inoltre ricordare ai leoni da tastiera, che in un contesto urbano, il protocollo è assai differente: ciò non vuol dire che si faccia meno per un essere umano semplice rispetto al “vip” di turno, perché noi quando soccorriamo non facciamo distinzione ne di colore, razza o ceto sociale! Si soccorre tutti al meglio delle nostre conoscenze e delle nostre possibilità!