“Emerge un individualismo sfrenato dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Questo “soggettivismo” ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile: una situazione in cui , mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. […] e le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti i costi, l’apparire come valore […] e il consumismo. Però si tratta di un consumismo che non mira al possesso di oggetti di desiderio in cui appagarsi, ma che li rende subito obsoleti, e il singolo passa da un consumo all’altro in una sorta di bulimia senza scopo”.
Le parole di Umberto Eco, riportate su L’Espresso nel 2015 sono il preambolo ideale per parlarvi di una nuova interessante pubblicazione: “Malati di bellezza. Storia di un amore mancato. Da Dorian Gray all’anoressia-bulimia”, di Vittoria Lottini.
Edito dal Gruppo Albatros Il Filo s.r.l, casa editrice di Roma, l’opera è già rintracciabile nelle edicole dei Comuni di Bagno a Ripoli e Impruneta, lo si può ordinare online (clicca qui) e sarà presto acquistabile in tutte le librerie di Italia. A testimonianza dello spessore del prodotto creato da Vittoria.
L’autrice
Vittoria Lottini è un nome già noto alle cronache di Dai Colli Fiorentini: la giovane ripolese residente ad Antella, infatti, malgrado i soli 22 anni, è già alla seconda pubblicazione. La prima risale al 2015, dedicata a “Sissi. Racconto di un’imperatrice moderna” (leggi qui).
Scrittrice, cantante, universitaria alla Facoltà Scienze della Formazione di Firenze, Vittoria è un animo anacronistico e determinato: osserva la società che la circonda con occhio interessato e ne indaga criticità giovanili e trappole, spesso celate dietro schermi dieci pollici.
Parla ai suoi coetanei, forte di esperienze vissute sulla propria pelle, analizzando l’attualità nella sua forma più complessa, cercando risposte ed analogie nelle forme artistiche e letterarie del passato, per eccellenza strumenti di esplorazione interiore ed esteriore della realtà.
Malati di bellezza. Storia di un amore mancato. Da Dorian Gray all’anoressia-bulimia”
“Malati di bellezza” è un saggio sociale che include, al proprio interno, una premessa letteraria” – spiega sulle nostre pagine Vittoria -. La nostra generazione si identifica totalmente con le immagini e, anzitutto, con l’immagine di sé che traspare dalle piattaforme social: Instagram, su tutti, è diventata la nostra finestra d’apparenza sul mondo reale. C’è da chiedersi: quanto è mezzo di comunicazione e quanto, al contrario, sia mezzo di identificazione?”
Il confine è labile, come tra realtà e apparenza in un mondo privo di “soggettività”: non riconoscendo i limiti dell’una e dell’altra si finisce per cadere in una non corrispondenza, in un amore mancato…con le conseguenze deleterie che possiamo immaginare.
Quando lo specchio dei nostri schermi riflette un’immagine ormai artefatta, nel quale il “like” su Instagram o Facebook non corrisponde ad alcun tipo di riferimento concreto, ne nasce un isolamento che può procurare distorsione e distaccamento dalla vita reale.
La costruzione di un’identità virtuale può corrispondere all’assenza di un collegamento affettivo e tangibile con chi ci circonda. Che, talvolta, si manifesta nella nascita di disturbi neurologici legati all’immagine esteriore e all’alimentazione: anoressia-bulimia, dismorfofobia, vigoressia, ortoressia tra le più note.
Vittoria, attraverso una precisa attività di ricerca e stesura durata circa sei mesi, cerca appigli nella Storia culturale e pone domande attuali: ad esempio, “Quando il cibo ha iniziato ad assumere un valore simbolico al di là della sua funzione di nutrimento del corpo?”.
A chi si rivolge Vittoria?
“Questo libro nasce, almeno idealmente, quando frequentavo la 5° Liceo, a 18 anni. Nello specchio nel quale si perde Dorian Gray ho ritrovato molte analogie della nostra generazione, ho sviluppato la tesina di maturità e, adesso, ho scritto questo saggio.
A chi mi rivolgo? A noi giovani e alla nostra vitalità da alimentare al di là di cellulari, app e social. “Mancanza” è la parola chiave del saggio e dell’oggi, motore del consumismo e di una nostra costante insoddisfazione che si riflette, in ultimo, nel nostro aspetto fisico.
Se c’è una soluzione rosea a conclusione della mia riflessione? Certo. Di bellezza (esteriore) non ci si può ammalare. Sta ad ognuno di noi trovare un significato, dunque una bellezza propositiva, in quel che si fa: anche nel nostro uso dei social e dell’immagine, affinché ci sia sempre un contatto trasparente e concreto con la realtà.”
I prossimi appuntamenti
Vittoria ha tenuto un primo incontro a dicembre al Caffè Letterario “li Conventino” di Firenze mentre vi invita al prossimo appuntamento: a fine gennaio (la data è ancora da definirsi, ve ne daremo nota) sarà alla Libreria Universitaria di Novoli, scelta non casuale, dove potrà presentare “Malati di Bellezza” a ragazzi con i quali condivide il dato anagrafico e confrontarsi, pertanto, con loro.
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Malati di Bellezza Vittoria Lottini