La cerimonia in ricordo di Giulio Consigli, scomparso alla soglia dei 100 anni: l’omaggio dell’ANPI di Ponte a Ema, dell’ANPI sezione Gavinana-Firenze, del Sindaco di Bagno a Ripoli, del nipote e il saluto delle insegnanti della Vittorino da Feltre.
Bella ciao intonata a voce bassa, poi più convinta. Le bandiere dell’ANPI sorrette dai presenti, la rossa della sezione Ferruzzi ed un’altra, color amaranto, sistemata sopra il feretro: è quella della Brigata Sinigaglia, di cui “Topino” è stato l’ultimo superstite, l’ultima memoria viva di quel gruppo di ventenni combattenti per la libertà. Qualche pugno mancino chiuso ed alzato verso il cielo, il fazzoletto antifascista sistemato al collo dei partecipanti. Ci sono luoghi, ci sono momenti, dove l’ideologia sopravvive al tempo e al ricordo, dove la distanza cronologica si assottiglia e ci ricordiamo, fortunatamente, da dove provengono le nostre facili libertà.
“Ora e sempre, viva la Resistenza”, chiude il suo discorso il neo sindaco ripolese Francesco Pignotti, intervenuto per l’occasione.
Giulio Consigli è deceduto ieri, giovedì 11 luglio, alla soglia dei 100 anni. Partigiano allora, partigiano oggi e fino agli ultimi suoi giorni di vita: prima sul campo, poi nelle aule di scuola e attraverso i mezzi di informazione. Sempre mettendoci la faccia. Giovedì scorso “Topino” aveva accolto nella sua sia casa Luigi Remaschi ed un giornalista di Repubblica: aveva ancora voglia di raccontare. Nato nel 1924, arruolato neanche ventenne nella Brigata più intraprendente e internazionale tra quelle fiorentine e toscane: la Sinigaglia, quartier generale Monte Scalari, che annoverava tra le proprie fila soldati sovietici, americani e inglesi in fuga dopo l’armistizio e tanti ragazzi toscani nati a Firenze Sud, Bagno a Ripoli, Valdarno. Il loro coraggio unito ad una buona dose di follia portò la Sinigaglia a costruirsi un alone di leggenda, passando alla Storia come la prima ad entrare a Firenze ed attraversare l’Arno nei giorni della liberazione. Era l’agosto del 1944.
Di questa banda di militanti antifascisti faceva parte anche “Topino”, nome di battaglia di Giulio Consigli, di cui si sono celebrati i funerali questa mattina alla Chiesa della Pentecoste di Bagno a Ripoli. Come ricordato da Sergio Grazzini, presidente dell’ANPI Ponte a Ema, sezione alla quale “Topino” era iscritto, Consigli non amava i riflettori e mandava avanti sempre gli altri, almeno fino a quando ha capito che toccava a lui tramandare la memoria di quei tempi nefasti. Da quel momento il partigiano Topino, liberato dal peso del silenzio e sdoganata l’onta del ricordo, indossò nuovamente e metaforicamente i panni del combattente e tornò sul campo, non di battaglia ma di educazione civica e civile. Ovvero nelle scuole come la Vittorino da Feltre di Ponte a Ema, dove ha parlato ai giovani fino al 2019-20, ultimo anno accademico prima del covid. Fino, praticamente, all’età di 95 anni.
Ma perchè quel nome così buffo e particolare…TOPINO?
Topino, a pensarci bene non era certo un nome ideato per mettere paura agli avversari fascisti e nazisti. Paolo Romanelli, della sezione ANPI di Bagno a Ripoli, ci ha raccontato un aneddoto legato alla nascita del soprannome di Giulio Consigli: originario di piazza Gualfredotto, in gioventù, a 14-15 anni Consigli e gli amici si recavano in zona Campo di Marte per fare merenda e comprare qualcosa da mangiare. Giulio, avendo pochi soldi, prendeva sempre i lupini, tanto da guadagnarsi l’epiteto di “Lupino”. Poi iniziò la militanza antifascista prima con semplice scritte al muro, poi con altre azioni più consistenti che gli procurarono anche l’arresto, fino all’armistizio e alla decisione di arruolarsi nella Brigata Sinigaglia. Nel gruppo Consigli ritrovò amici d’un tempo ma nel rimembrare il soprannome d’una volta, Lupino, la storpiatura creò un appellativo nuovo ed ufficiale: “TOPINO”.
Stamani, ai funerali celebrati da Don Andrea, anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti ha preso la parola:
“Giulio è stato un uomo normale ed eccezionale allo stesso momento. Oltre 70 anni di vita con la stessa donna, il coraggio di fare la cosa giusta a neanche 20 anni. E poi ci vuole generosità e speranza nel futuro per incontrare le nuove generazioni e ricordare le atrocità vissute. A Topino e ai partigiani della Brigata Sinigaglia dobbiamo tutto, dobbiamo il nostro oggi. Giulio Consigli continuerà ad esserci con il suo esempio e con i valori che ha tramandato fino a noi, faremo tesoro della sua eredità.”
Infine l’intervento del nipote di Giulio e quello di Francesco Degl’Innocenti dell’ANPI Gavinana – Firenze che ha citato il progetto didattico “A scuola di Resistenza”: nel 2020, in pieno covid, in occasione del 25 Aprile, gli studenti della Vittorio da Feltre si collegarono in streaming proprio con “Topino” per cantare, tutti insieme, Bella Ciao. Presente alla cerimonia anche l’assessora ripolese Sandra Baragli.