Sono state dette tantissime parole che raccontano Massimiliano Pescini, ognuna andrebbe riportata per dovere di cronaca e perchè hanno un peso specifico e la pregevole proprietà di omaggiare un uomo per bene, ancor prima di un politico competente. Pensate che per l’ultimo saluto all’ex sindaco di San Casciano, già alle 14:45, c’era la coda per le strade del paese e che, realmente, un’intera comunità si è riunita in Piazza Cavour, colpita da un lutto collettivo.
C’erano, com’era prevedibile, tantissimi colleghi di Massimiliano che, malgrado gli sgoccioli di questa campagna elettorale in corso, hanno voluto esserci. E non per figura o per circostanza, ma con sincerità: da Giani a Nardella, da Funaro a Mazzeo, dal consigliere regionale Vannucci, in lacrime, all’assessore fiorentino Giorgio. Tantissimi sindaci dell’area metropolitana e chiaramente i sindaci che più hanno lavorato a fianco di Pescini: Sottani, Baroncelli, Calamandrei, Casini, chiaramente Roberto Ciappi, il suo erede, per il quale Massimiliano è stato mentore politico e grande amico nella vita, una sorta di fratello maggiore.
Ci ha colpito, in positivo, vedere le lacrime di tantissimi cittadini sancascianesi per il loro vecchio sindaco e ci ha confortato carpire e percepire come si possa ricoprire un ruolo così divisivo con lo spirito unitariamente generoso e altruistico di Massimiliano. Ecco, nel profondo dolore di una morte prematura e repentina, Pescini ci lascia un piccolo ma prezioso regalo: ci restituisce, ovvero, la fiducia nella politica.
“Se ne è andato il migliore”, ha dichiarato un Roberto Ciappi stravolto, quasi incapace di parlare al microfono. Ed ha ragione. Massimiliano ha incarnato i principi leali del rappresentare le Istituzioni, potremmo definirlo il volto buono della politica, com’è emerso anche dagli interventi di Ciappi, del sindaco di Firenze Nardella, del Presidente del Consiglio Regionale Mazzeo e del Governatore toscano Giani.
Ma vogliamo citare, per l’ironia e la profondità delle sue parole, l’omelia di Padre Rosario, parroco di Montefiridolfi e Bargino, molto vicino a Massimiliano e fino all’ultimo giorno a suo fianco. Don Rosario ha raccontato aneddoti personali, anche dal letto di ospedale dal quale Pescini ha trascorso le ultime ore di vita: “Mai una lamentela. Massimiliano si scusava di stare male…ma dove lo troviamo noi di San Casciano un uomo così”.
Ha raccontato poi della capacità uniche che aveva Massimiliano nell’ascoltare gli altri e nel confrontarsi anche su posizioni divergenti: “Gli dicevamo che doveva resistere, che lui proveniva dal 25 aprile e dalla Resistenza e così ha fatto, lottando fino all’ultimo.” Don Rosario ha poi citato Sant’Agostino – “Tutto resta com’era, me ne sono soltanto andato nella stanza accanto” e Roberto Vecchioni, prima di chiudere l’omelia con la frase più bella del pomeriggio:
“Scriverò un libro su di te e il titolo sarà questo: “Non ti ho mai votato Massimiliano, ma ti ho sempre amato”.
Dopo il parroco, gli interventi si sono succeduti fino alle 17:20. Il primo è stato naturalmente quello di Roberto Ciappi, attuale sindaco di San Casciano: “Mi mancherà perchè rappresenta la parte migliore di me, ci mancherà perchè rappresenta la parte migliore di tutta la comunità. Era un uomo d’altri tempi.”
Importanti anche le parole del sindaco di Firenze e della città metropolitana Dario Nardella: “Ci ha insegnato che fare il bene degli altri è il vero senso della politica e che in questi tempi di qualunquismo lui aveva l’antidoto contro questo virus.”
Infine Antonio Mazzeo che ha usato i termini di generosità e gentilezza per descrivere al meglio Pescini ed Eugenio Giani, che ha sottolineato quanto Massimiliano pensasse al bene degli altri prima che a se stesso: “Un uomo intelligente e profondamente colto. Ha dato talmente tanto ai cittadini, da non ascoltare se stesso e il suo corpo. Oggi, qui, ci siamo tutti. Pescini ci ha insegnato ad amare.”
La famiglia di Massimiliano ha rivolto un sentito grazie a chi gli è stato vicino in questi mesi complicati e drammatici. Poi, alle 17:30 circa, il feretro è stato trasportato all’esterno della Chiesa della Propositura tra gli applausi reiterati e ripetuti di San Casciano: un applauso sincero di tutta la comunità, un applauso che significa un lungo grazie a Massimiliano Pescini per ciò che ha dato alla cittadinanza, a San Casciano, alla Toscana. Come politico ed uomo.