Nella giornata di ieri, a pochi giorni dall’ultimo saluto alla giovane Luana, sono emerse importanti novità nell’inchiesta atta a ricostruire la tragica vicenda della mamma operaia di appena 22 anni.
Sotto la lente di ingrandimento delle indagini ci sono i due orditoi della ditta tessile “Orditura Luana” di Oste, nel Comune di Montemurlo: quello che ha trascinato fatalmente la ragazza ed un secondo identico, di fabbricazione tedesca. Ciò che è emerso dagli ultimi sviluppi è che il macchinario “gemello” avrebbe avuto i sistemi di sicurezza manipolati ovvero variati rispetto alla funzione “Safety” che avrebbe dovuto garantire maggiori sicurezze ai lavoratori. Sarebbe stata rimossa una griglia di protezione destinata proprio a prevenire incidenti.
Le indagini inoltre hanno svelato un altro particolare legato al contratto lavorativo di Luana che rischia seriamente di mettere in gravi guai giudiziari la ditta di Montemurlo: dall’esame del contratto di lavoro che Luana aveva dal 4 marzo 2019 risulterebbe che il suo era un «apprendistato professionalizzante», situazione lavorativa per cui la 22enne non avrebbe potuto lavorare in solitaria all’orditoio bensì essere affiancata da un collega più esperto e con diverso contratto.
La procura sta indagando per omicidio colposo sulla morte dell’operaia il 3 maggio e per l’ipotesi di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Gli accertamenti sui due orditoi sequestrati dopo il dramma sono finalizzati ad una comparazione che potrebbe svelare differenze e manomissioni: tra pochi giorni sarà effettuata una seconda perizia per definire le condizioni dell’orditoio da cui è stata estratta Luana.