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L’interrogazione di Sonia Redini: “Gestione dell’emergenza Covid-19? Ci sono elementi da chiarire!”






Una nuova interrogazione è stata protocollata lo scorso 30 Marzo a firma della consigliera di Per Una Cittadinanza Attiva Sonia Redini, posta all’attenzione del Sindaco e del Consiglio Comunale. 

Redini rivolge al Primo Cittadino determinati quesiti riguardanti la gestione mediatica all’interno del Comune di Bagno a Ripoli dell’emergenza Covid-19, sottolineando come nei comunicati istituzionali non si faccia mai riferimento allo stato di salute delle persone risultate positive né alla fase di quarantena in attesa della negativizzazione. Ad esempio, dove trascorreranno o stanno trascorrendo l’isolamento? Nel proprio domicilio o in altri luoghi?

Non solo. La Consigliera Comunale chiede inoltre chiarezza sui cittadini che continuano a lavorare (in sicurezza?) e sulla gestione dello “smart working” dei dipendenti comunali. Nel dettaglio:

“Quest’emergenza – inizia Redini – è iniziata da oltre un mese e ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni famiglia è chiamata a fare la sua parte in una responsabilità collettiva per garantire la sicurezza sanitaria. Chi amministra, chi ha responsabilità di governo, il Sindaco ha, in questa situazione, responsabilità maggiori: è l’Autorità Sanitaria nell’ambito del territorio comunale, come recita il nostro Statuto.






E, per i poteri di ordinanza che ha, sono state adottate diverse misure e divieti, nelle scorse settimane, e la Giunta ha deciso la sospensione dell’imposta di soggiorno nonché l’esonero dal pagamento per i servizi della mensa scolastica, dei nidi e del trasporto scolastico.

Ma, ai nostri occhi, ci sono aspetti da chiarire e c’è ancora altro da fare. Ne chiediamo conto in un’interrogazione, protocollata nei giorni scorsi:

  • Quali sono le condizioni dei nostri cittadini positivi al virus: manca un aggiornamento, nei comunicati comunali, su coloro che sono ricoverati in ospedale, chi in isolamento domestico e quanti sono rientrati a casa per la c.d. “fase di negativizzazione” (risultare negativi al tampone a distanza di tot. ore).

    Non è dato sapere se chi non può stare in condizioni di isolamento, a casa propria, avrà la possibilità di passarlo qui a Bagno a Ripoli e non in una struttura di un altro Comune. Anche questo vuol dire farli sentire parte della nostra comunità: cercare i posti, o messi a disposizione dal Comune stesso o contattando altre strutture ricettive, per accoglierli in caso di bisogno. Altri Sindaci lo stanno già facendo: e qui da noi?

  • Come viene gestita la spesa a domicilio e la consegna farmaci agli anziani o alle persone con disabilità: il 13 marzo è stato affidato alla cooperativa ARCA, assieme ad altri soggetti, la realizzazione del progetto territoriale, nella Zona Fiorentina Sud Est (sono 14 Comuni), di gestione del servizio di spesa e medicinali a domicilio e di un numero dedicato agli anziani soli e alle persone con fragilità. Intanto, è stato preventivato di spendere 35 mila euro per il nostro Comune. Ma, nella pratica, chi coordina l’integrazione fra questo servizio e le attività svolte dalle associazioni di volontariato, operanti a Bagno a Ripoli? Con l’interrogazione, perciò, chiediamo quanti sono stati i destinatari di questo servizio finora e se sono state coperte tutte le richieste.

     

  • Con il protrarsi delle misure di contenimento, poi, sarà fondamentale l’intervento del Comune a sostegno di chi vivrà difficoltà economiche. Ci saranno i fondi del Governo e i cittadini si stanno già muovendo in modo solidale, ma occorrono certezza e criteri trasparenti per l’erogazione dei buoni spesa.






  • Un altro punto nodale, per contenere ed abbassare la curva del contagio è quello di “restare a casa”: il Sindaco ha battuto molto sui cittadini, per far rispettare i divieti. Ma quanto sta facendo perché sia rispettato anche nelle attività, industriali, artigianali e/o commerciali, che restano ancora aperte a Bagno a Ripoli? Dopo il DPCM del 22 marzo, quante sono rimaste in funzione? E, anche se formalmente può competere ad altri il controllo, vuol fare come Pilato o attivarsi per verificare che le condizioni di sicurezza sanitaria di chi sta continuando a lavorare siano garantite?
  • Scuole, tablet e connessione: dopo oltre 20 giorni di chiusura delle scuole e di attività didattica a distanza, abbiamo letto dell’appello per cercare dispositivi inutilizzati, da donare agli studenti di Bagno a Ripoli, che ne sono sprovvisti. Ma, nei comunicati ufficiali, mancano sempre i dati: quanti sono i ragazzi in questa situazione? Quanti saranno i computer e tablet messi a disposizione dell’Amministrazione comunale? E potrà bastare? No, perché ci sono zone del Comune dove non c’è connessione, né lenta né ultraveloce!
    Quindi, sarà sicuramente importante fornire i dispositivi a coloro che ne sono sprovvisti, ma è inutile dare il secchio, se non c’è l’acqua…Visto il recente sblocco del contenzioso con Tim, sarà quindi il caso di programmare con celerità un piano di copertura comunale.
  • Infine, vorremmo capire se anche i nostri dipendenti comunali possono “restare a casa”: siccome lo “smart working” riguarda anche loro, qual è la percentuale di chi lo sta effettuando? Ed i 16 portatili, che sono stati acquistati nei giorni scorsi, sono sufficienti? Altre Amministrazioni Pubbliche, tutelando comunque la protezione dei dati e la sicurezza del sistema informatico, hanno abilitato l’uso dei computer personali, per svolgere il lavoro da casa. Ma non a Bagno a Ripoli: come mai?

Sembra, dal susseguirsi di comunicati ufficiali, che vada tutto nel migliore dei modi. Va bene mostrare il merito di chi ha donato mascherine, di chi produce apparecchi elettromedicali o proporre un contest per distrarsi un po’, ma crediamo che, in questa emergenza, servano attenzione alle condizioni di chi è più esposto alla pandemia, di chi si è ammalato o è in via di guarigione, di chi sta ancora lavorando, di chi ha bisogno di aiuto concreto.”

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